Occhi Bellissimi
Questa
ff, voglio dedicarla al mio migliore amico, a volte mi confondevo nel
capire se mi piaceva come ragazzo o come amico, perchè era
l'unico gentile con me, ma poi ho capito, ho capito che era il migliore
amico che chiunque potesse desiderare e che lo volvo solo per quello.
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There is still a happy
ending?
(Esiste ancora il lieto fine?)
Era assurdo, come un storia in realtà favola, fosse finita
in un disastro più pietoso del Titanic, era così assurdo pensare che la vita
non volesse concederli alcuna felicità, che male c’era se per una volta avevano
deciso di voler essere felici, ora invece si ritrovavano punto a capo, infelici
con solo i ricordi, che non facevano altro che renderli ancora più tristi.
Ryan era steso sul letto, con la testa affondata nel cuscino
di piuma d’oca, allungò la mano verso il
comodino, cercando i biscotti nella cesta, che Strawberry li aveva portato, di
nascosto, quella mattina, il cesto odorava di vaniglia, era stata Megan a
fargli, lei odorava sempre di vaniglia fresca, mentre Strawberry di fragola,
quanto li piacevano le fragole, ma anche la vaniglia era buona, prese un
biscotto e lo morse. Indovinate il sapore? “Vaniglia!” sussurrò il biondo
gustandoselo.
Ryan socchiuse gli occhi, pensando a l’unico neo della sua
esistenza, la ragazza insapore o forse aveva un sapore troppo forte perché lui
la comprendesse? Forse sarebbe stato meglio se fosse stata sempre la sua
migliore amica, cacciatrice di ricordi, certo ora per merito l’uno dell’altra
avevano molti più ricordi da inseguire, sta volta molto più felici e meno
sbiaditi, ricordi nitidi, ma più erano belli e più erano chiari, più facevano
male, il biondo si posò una mano sul cuore. Trattene le lacrime, per lei non
avrebbe versato neppure una lacrima, ma dentro piangeva, anzi appassiva, ormai
lei si era insinuata dentro, ormai lei era il suo unico pensiero.
Ryan aveva amato, più di una volta, la prima volta aveva
amato la Leader delle Mew mew ed il suo amore era fallito. Poi finalmente ha
aperto gli occhi è ha visto lei, con quei suoi occhi grigio mare e la pelle
bianca come la neve, una ragazza che era capace di capirlo, una ragazza capace
di amarlo allo stesso modo, ma soprattutto un’amica.
Ecco dove avevano sbagliato, si erano innamorati, se fossero
rimasti amici, adesso lei starebbe canticchiando in camera sua e parlandoli di
chi sa che cosa. Ryan avrebbe voluto costruire una macchina del tempo è tornare
in dietro, non innamorarsi mai di lei e permettere a lei di innamorarsi di
qualcun altro, al Lost Angel, prima che lei dicesse le frasi che li hanno
regalato i momenti più belli della sua vita, dirle: ‘Qualunque cosa accada
voglio rimanere sempre è solo tuo amico!’ peccato che per quanto
fosse intelligente non ne sarebbe stato capace, doveva capire che per loro non
esisteva affatto un lieto fine.
SI alzò distrattamente cancellandola dalla mente, anzi
cercando di cancellare i momenti tristi, così sarebbe stato più doloro ma più
veloce andare avanti, ma era difficile andare avanti,quando sei stato un
ragazzo innamorato. Quando al mondo hai
perso quasi tutto e ti restano poche certezze e lei era
una certezza.
Si alzò dal letto, infilandosi una giacca, con la certezza
di scendere al piano di sotto, intento a voler parlare con lei, voleva assolutamente
capire le sue parole, le parole che li aveva sussurrato al tramonto di qualche
settimana prima, da allora non si erano più parlati, solo sguardi di sfuggita.
Era intelligente ma non riusciva a capire cosa era andato storto, era stato l’anno
più bello di tutta la sua vita, eppure un giorno come un altro tutto era
sfumato, il loro amore si era sciolto come neve al sole.
Per Ryan lei era stata la neve al inferno. Una manna dal cielo.
Quando il ragazzo scese le scale ed entrò nel atrio, vide le
sue amiche chiacchierare, c’era anche Kyle, anche se all’appello mancava una
sola persona. Pam Fujiwara. Prima che parlasse Starwberry lo guardò e in modo
vago disse: “Ha un servizio fotografico” si avvicinò e li porse un biglietto da
visita, di una marca, prese il bigliettino e scappò.
Infondo non li importava sapere se c’era un lieto fine o se
c’era un vita piena di infelicità. Ma lui voleva, anzi doveva assolutamente
parlare con lei, voleva sapere il perché, perché così un giorno d’aprile tutto
era finito, lui l’amava ancora ma aveva imparato a lasciare andare le cose che
non si possedevano più, ma tanto lui voleva solo una risposta. Così correva a
perdifiato lungo la strada.
*
Pam, aveva preso finalmente 5 minuti di pausa, si era tolta
dalla faccia un sorriso fasullo per riprendere la sua solita espressione, si era
seduta sopra la sedia ed aveva aspettato, cercava di fare mente locale delle
precedenti tre settimane, dopo il 15 aprile, passato sulla panchina di fronte
il fiume. Si chiedeva come era possibile che in quasi un mese Ryan non le
avesse chiesto una volta Perché? Ma quella era la sua paura, non aveva un perché.
Forse aveva confuso l’amicizia per amore? O viceversa? Forse si stava davvero
innamorando? E per questo aveva paura. La cosa che l’ha spaventava di più non
era la morte, la vita, l’odio, la guerra ecc … Era l’amore, perché era più
grande di lei e sfuggiva al suo controllo.
Sorseggiò un frullato, guardandosi allo specchiò, si toccò
la croce regalatali da suo padre, aveva paura che non sarebbe potuta essere
felice, anzi aveva paura che sarebbe tornata ad essere felice senza di Lui. Pam
non amava Ryan, forse non l’aveva
mai amato o forse l’aveva amato veramente, di sicuro ora non lo amava,
si sarebbe voluta tenere tutto dentro ed avrebbe voluto riavere il suo migliore
amico.
Chiuse gli occhi per non pensarci. Per settimane neanche un
dubbio, ed ora tutti?
Pam, desiderava che Ryan, corresse verso di lei, ma non
voleva assolutamente che venisse chiedendoli perché o di tornare con lui,
voleva che venisse da lei, la prendesse per mano e le sussurrasse, dolcemente: “Amici?”,
lei in preda alle lacrime gli avrebbe risposto e l’avrebbe abbracciato, ma
questo non sarebbe mai successo, lo conosceva troppo bene.
“C’è una vista per lei!” le disse l’assistente porgendoli un
fazzoletto struccante, notando il mascara calato, colpa delle lacrime, che non
era riuscita a trattenere, la ragazza
prese la salvietta e si pulì il volto, andò verso la direzione indicatali dall’assistente,
sapeva perfettamente chi era. Ed era ora di affrontare le sue paure, lo doveva
a se stessa, ma soprattutto a quel ragazzo dai capelli oro e gli occhi azzurri,
i più belli che avesse mai visto.
Ryan impietrì davanti a Pam, aveva un vestito da
principessina, solo che era corto, sembrava una bambola di porcellana le
morirono le parole in gola. “Prima che tu apra bocca. Lascialo fare a me!”
disse, seria quanto malinconica lei. “Si!” disse, in modo straziato il biondo,
la tensione tra i due era forte, Ryan l’odiava, amava Pam, perché quando era
con lei non c’era alcuna inibizione, era l’unica persona con cui potesse essere
se stesso. “Perché per me sei importante!” disse lei, lasciandosi
sfuggire quella frase, così come le era cascato in mente, strano però, nella
sua testa si era preparata quel discorso così tante volte ed ora era tutto così
complicato.
“Eri il mio migliore amico. Mi stavo innamorando di te e …” disse,
in modo confuso Pam, Ryan sorrise e saggiamente finì per lei: “L’amore alla
nostra età non esiste!” la ragazza sorrise, anche se piangeva, un misto tra
gioia ed amarezza, poi disse: “Ho voluto che tutto finisse , prima che il tempo
lo consumasse. Prima che mi potessi innamorare di te, perché poi allora …”, “Non
saremmo potuti tornare indietro!” finì lui, piangeva, esattamente come lei,
erano perfettamente due anime gemelle. “Sei il mio migliore amico Ryan ed è
così che ti voglio!” disse, fiera Pam, mentre sorrideva, asciugandosi le
lacrime, cosciente che il ragazzo che le sorrideva e piangeva aveva capito tutto,
anzi aveva sempre saputo tutto.
“Pam. Credi che per noi esiste ancora un lieto fine?”
domandò, perplesso lui, la ragazza sorrise abbracciandolo, poi allietata
mormorò: “Si”, poi più dolcemente sussurrò: “Ma non come fidanzati. Come amici!”,
lo strinse forte, quasi fosse certa, che lui l’avrebbe strattonata e sarebbe
andato via, voleva che se quello fosse il suo ultimo abbraccio durasse il tempo
di ricordarlo, un ricordo che non provocasse dolore, ma in real à avrebbe fatto
male, un atroce dolore che li avrebbe lacerato l’anima.
Ryan, era confuso, Pam lo abbracciava e li concedeva la
possibilità di tornare esattamente come prima, senza essere innamorati, ma
lui ormai l’amava, sentiva il suo calore
il suo profumo, lo inebriavano, era rimasto paralizzato, ma alla fine ci
riuscì, ricambiò l’abbracciò e le sussurrò dolcemente: “Dammi il tempo per
riabituarmi ad averti, nuovamente come amica!”, lei sorrise. Non li disse che
era innamorato, perché era certo che con il tempo l’amore sarebbe sparito.
Si dice che stando sempre vicino alla persona amata, questa
non possa mai sparire dalla tua mente, ma se lui aveva imparato qualcosa era
che la vita era imprevedibili e che loro erano anche più imprevedibili di lei.
Pam Fujiwara e Ryan Shirogane, erano le persone più complicate della terra e
come amici erano perfetti come fidanzati troppo complessi, per loro ci serviva
qualcuno di semplice. Ma se sarebbero stati di nuovo felici. Che importava.
“Pam”
“Dimmi Ryan”
“Non piangere”
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Vorrei dedeicare il penultimo capitolo di questa FF, ta chi ha seguito tutte e 4 a KissyKikka .
Senza alcun dubbio questa è stata la più complicata
da scrivere, non era affatto sicura di volerla fare così,
è molto più sdolcinata della seconda e della Terza,
bensì abbia ripreso l'importanza dei sentimenti comunci e
l'importanza dei ricordi della prima. Spero che ti piaccia a mio parere
è la più bella. XD.
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