Eccomi
di nuovo qua! Recentemente mi sono ritrovata a guardare di nuovo questa
stupenda serie e non ho potuto fare a meno di scrivere qualcosa di
nuovo a riguardo. Spero possa piacervi!
SPEAKING
OF FEELINGS
Durante gli
anni passati al Centro, Sydney aveva spesso dovuto mettere in pratica
le arti del suo mestiere. Ascoltare e dare delle ragionevoli
spiegazioni a pensieri, sogni o sensazioni a chi gli stava intorno. Era
accaduto spesso, nel passato, con Catherine Parker e, più
recentemente, con Miss Parker.
Sapeva che
la recente esperienza sull'Isola di Carthis doveva pesare molto, a
livello psicologico, su Miss Parker. In un certo senso, si poteva dire
che avesse finalmente trovato alcune delle risposte alle domande che si
era posta negli ultimi anni. D'altra parte, tuttavia, era innegabile
che il bagaglio emotivo che queste risposte le avevano donato, non
fosse facile da gestire. Sydney sapeva anche che non sarebbe stato
facile parlare con Miss Parker di quella faccenda. Dal suo rientro al
Centro, infatti, la giovane donna era apparsa più silenziosa
del solito, meno incline al sarcasmo che, solitamente, al
contraddistingueva. Neanche la ricerca di Jarod sembrava scatenare un
grande interesse.
Essendo il
suo lavoro, a Sydney non era sfuggito che ogni accenno al simulatore
che inseguivano da più di cinque anni, sembrava accendere
solo malinconia negli occhi di Miss Parker. Era evidente che doveva
essere successo qualcosa fra i due durante la loro permanenza
sull'isola. Se avesse avuto occasione di parlare con Jarod, avrebbe
potuto chiedere a lui, tuttavia non si era più fatto sentire
da quando era riuscito a sventare l'ultima cattura. Entrando nella
stanza in cui da anni cercavano indizi per localizzare Jarod, Sydney
vide che era vuota. La segreteria lampeggiava, segno che vi era un
messaggio non ascoltato. L'uomo spinse il bottone e mise il vivavoce.
La voce di Broots avvisava che aveva preso un permesso per delle
commissioni che doveva fare con sua figlia. Miss Parker
arrivò nel mentre.
“Buongiorno.”
“Buongiorno
Miss Parker. A quanto pare, non ci resta molto da fare stamani, senza
Broots che si occupa del lavoro informatico.”
“Già.”
La donna
vagò per un attimo fra le varie cose recuperate negli ultimi
covi di Jarod, prima della loro avventura su quella maledetta isola.
Sydney, osservandola, pensò che poteva essere un buon
momento per provare a parlare con lei.
“Miss
Parker, ti va se facciamo due chiacchiere?”
“Perché
ho come l'impressione che tu voglia spingermi a fare una seduta con
te?”
“Non
si tratta di questo. Vorrei solo sapere se stai bene”
“Ti
sembra che io stia male?”
“Non
proprio. Direi più che altro che sembra che tu sia uscita
molto provata, perlomeno emotivamente, dalla tua ultima avventura su
quell'isola.”
“Ti
assicuro che ne saresti uscito provato anche te, se avessi scoperto le
macabre origini che ho. Il mio bisnonno ha ucciso la sua famiglia per
quelle maledette pergamene. Le stesse pergamene che hanno spinto quello
che credevo fosse mio padre a buttarsi da un aereo in volo. Per non
parlare di quello che è il mio padre biologico. Ho la nausea
ogni volta che ci penso.”
Ovviamente
quelle erano tutte cose che Sidney sapeva già, ma sapeva
anche che doveva esserci dell'altro. Qualcosa legato a Jarod.
“Sei
sicura che non c'è altro di cui vorresti parlare, che
riguarda l'isola?”
“Sid,
se hai qualcosa in mente di preciso da chiedermi, per favore fallo. Non
voglio passare più tempo del necessario a pensare a questa
storia. So che non mi lascerai in pace finché non riterrai
di aver risolto il tuo rebus, perciò avanti.
Parla!”
“E'
successo qualcosa con Jarod?”
Miss Parker
si irrigidì. Sperava che la conversazione non sarebbe andata
in quella direzione, anche se una parte di lei sentiva il bisogno di
esternare quello che provava. I suoi sentimenti nei confronti di Jarod
erano sempre stati contrastanti, ma la breve permanenza forzata su
quell'isola non aveva fatto che farle venire nuovi dubbi. Sospirando,
Miss Parker ebbe un ultimo moto di ribellione.
“A
cosa serve parlare di quello che è successo? Adesso
è tutto come al solito. La ricerca a Jarod è
ripresa e tutto il resto è irrilevante.”
“No,
affatto. E' evidente che qualcosa dentro di te è cambiato.
Jarod è fonte di forte turbamento per te, adesso. Basta un
accenno a lui e ti irrigidisci. Non ti ho mai vista così e
vorrei tanto sapere se il vostro legame è in qualche modo
cambiato.”
Una risata
quasi forzata uscì dalle labbra della giovane donna. C'erano
momenti, come quello, in cui avrebbe tanto voluto fumare ancora.
Sapendo che era una conversazione che non avrebbe più potuto
rimandare, Miss Parker tornò a parlare.
“Il
nostro legame, come lo chiami tu, non può cambiare. Il
Centro non lo permetterebbe.”
Miss Parker
esitò, poi pensò che Sydney era l'unica persona
con cui poteva parlare apertamente.
“Su
quell'isola, tuttavia, sembrava di essere in un'altra dimensione. Jarod
era lì con me, al mio fianco, come lo è stato
altre volte in passato. Nei momenti importanti o cruciali della mia
vita, lui c'è sempre stato, in un modo o nell'altro. Questa
consapevolezza mi ha colpito duramente. Insomma, mi hanno sempre spinto
ad odiarlo, a non fidarmi di lui, a dargli la caccia... E poi, invece,
sembra che sia una delle poche persone su cui posso davvero
contare.”
“Tu
e Jarod avete un'infanzia condivisa, carica di dolore e di un senso di
abbandono che non vi ha mai lasciato. Questo vi porta a sentirvi vicini
anche ora, da adulti. Siete entrambi alla ricerca costante di voi
stessi. Avete molte più cose in comune di quanto possiate
immaginare. Inoltre, sull'isola eravate soli, potevate contare solo
l'uno sull'altro. Questo sicuramente vi ha avvicinati ancora di
più.”
“Anche
troppo...”
Sydney non
riuscì a nascondere la sorpresa per le implicazioni di
quella risposta che si era lasciata sfuggire Miss Parker.
“Vuoi
dire che...”
“Non
c'è stato nulla, solo un momento di debolezza. Noi... Noi ci
siamo quasi baciati, ma niente di più.”
“E
posso chiedere cosa vi ha fermati?”
“Ocee,
la signora cieca che abitava sull'isola. Ci ha ospitati e anche guidati
attraverso i misteri che avevamo davanti. Noi eravamo seduti davanti al
caminetto e lei è entrata mentre noi... beh, ci ha
interrotti prima che potesse succedere qualsiasi cosa.”
“Così
è stato un 'impedimento esterno' al di fuori del vostro
controllo a impedire che voi vi baciaste. Interessante.”
Miss Parker
alzò lo sguardo verso il dottore, cercando di fingere
disinteresse di fronte all'aria pensierosa dell'uomo, mentre invece
voleva capirci di più.
“Perché
interessante?”
“Beh,
quando hai parlato di un momento di debolezza, ho pensato che
uno dei due si fosse tirato indietro all'ultimo. Però senza
quell'interruzione, le cose sarebbero andate in maniera diversa. E un
bacio avrebbe potuto portare ad altro, o comunque cambiare le cose fra
di voi.”
Miss Parker
rifletté, tornando a quei momenti. Forse era stato Jarod il
primo a muoversi verso di lei, ma sapeva quando, almeno per lei,
l'atmosfera fra di loro era cambiata. Era successo qualche momento
prima, quando le loro dita si erano sfiorate, mentre lui le metteva la
coperta sulle spalle e lei aveva pensato che nessuno, a parte il suo
adorato Tommy, avrebbe avuto un pensiero del genere per lei. Se Ocee
non avesse scelto per momento per entrare nella stanza, lei e Jarod si
sarebbero sicuramente baciati. Poteva continuare a mentire a Jarod e,
forse, ancora per un po' anche a se stessa, ma era innegabile che fra
loro c'era un legame che andava al di là dei loro ruoli.
Cercando di riprendere il controllo dei suoi pensieri che andavano in
ragione opposta alla sua ragione, Miss Parker si schiarì la
voce.
“Beh,
non è successo. E non potrà mai
succedere.”
“Però
provi qualcosa per Jarod.”
“L'hai
detto anche tu, noi due abbiamo un'infanzia condivisa. Certo, non provo
per lui più l'odio e l'astio che provavo quando sono stata
richiamata al Centro per dargli la caccia. In fondo, come ho
già detto, nei momenti cruciali della mia vita, Jarod
c'è sempre stato. Quindi penso che quello che provo per lui
sia solo gratitudine, dopotutto.”
“E'
la prima volta che ammetti di provare qualcosa per Jarod, anche se non
credo si tratti di gratitudine. E dimmi, non avete più
parlato del vostro bacio mancato?”
Miss Parker
abbassò la testa, il senso di colpa per non aver provato a
dare un finale diverso alla loro storia, come da Jarod suggerito.
“Sì.
Eravamo in macchina, pronti per salire sull'aereo e fare ritorno al
Centro. Eravamo da soli e Jarod ha provato a parlare con me, a farmi
considerare l'idea di dare una possibilità a noi.
Però credo che lo abbia fatto più che altro per
cercare una via di fuga. Non voleva tornare al Centro e ha cercato di
far leva su quello che era accaduto fra di noi per fare in modo che lo
aiutassi a liberarsi.”
“Magari,
invece, era sincero. Jarod tiene molto a te. L'ha dimostrato spesso,
negli anni.”
“Certo,
mi ha aiutato a risolvere gli enigmi del passato, ma solo per cercare
di risolvere i suoi.”
“E
che mi dici di Thomas?”
“Organizzare
un incontro per farmi innamorare di un altro uomo? E' un modo un po'
contorto per dimostrare interesse verso qualcuno. Anche per
Jarod.”
“Forse
voleva che tu fossi felice, che tu avessi quello che lui, per colpa del
Centro, non poteva darti. Ha scritto un romanzo per te,
ricordi?”
Miss Parker
sorrise. Aveva letto quel libro tutto d'un fiato. Impossibile non
rendersi conto che parlava di lei. Sydney, tuttavia, aveva un altro
asso nella manica, per provare la sua teoria.
“Inoltre,
non possiamo certo tralasciare il fatto che l'ultima volta che
è stato catturato dal Centro è stato a causa tua.
Ti hanno sparato nel tentativo di uccidere tuo padre e Jarod
è venuto in tuo soccorso. Il trambusto seguito all'attentato
era perfetto per lui, sarebbe potuto salire sull'aereo con suo padre e
il suo clone e sfuggire con facilità alla cattura. Invece si
è rimasto per te e Brigitte è riuscita a
riportarlo al Centro.”
Miss Parker
aveva ascoltato con molto interesse. Non sapeva come fossero andate le
cose in quei momenti concitati, avendo perso conoscenza.
“Beh,
salvare gli altri è sempre stato il suo cruccio. Un punto di
forza e di debolezza allo stesso tempo. Mette sempre davanti il bene
degli altri, spesso pagandone le conseguenze sulla propria
pelle.”
“Non
credo che avrebbe fatto lo stesso, se ad essere colpito fosse stato tuo
padre. Tu eri incosciente perché eri stata colpita, ma io ho
visto la paura di vederti morire nei suoi occhi. Non ha esitato a dire
a suo padre di andare via senza di lui. E sai quanto è
importante per Jarod la sua famiglia. Eppure ha scelto te.”
“Questo
non cambia le cose. Noi due siamo destinati a essere cacciatrice e
preda, sempre alla ricerca di qualche dannata verità che
questo posto vuole tenerci lontana. Alimentare dei sentimenti che non
potranno mai trovare sfogo, può solo farci stare ancora
più male.”
“Quindi
è per questo che hai costruito delle mura immaginarie a
protezione del tuo cuore? Non vuoi neanche ammettere con te stessa
quello che provi per Jarod solo per non soffrire?”
“Ho
permesso solo una volta all'amore per un uomo di entrare nella mia
vita, a dare una chance alla felicità e sappiamo bene
com'è finita. Inoltre l'unico modo per liberarmi dal
controllo del Centro è riportarci Jarod, quindi come
potrebbe mai essere possibile qualsiasi tipo di relazione fra me e il
tuo ragazzo prodigio?”
“Miss
Parker, so che dopo quello che è successo a Thomas e dopo
tutte le bugie del Centro è difficile per te nutrire ancora
pensieri positivi, ma sei ancora giovane. Non lasciare che il tuo cuore
diventi di pietra.”
“Credo
che sia troppo tardi per questo, Syd.”
“No,
io sono sicuro del contrario. Così come sono sicuro che
Jarod non lascerà che accada.”
“Jarod?
Con lui ho messo le cose in chiaro.”
“Non
dubito di questo. Ma so anche che Jarod sa essere determinato almeno
quanto te e sa come non smettere mai di lottare per quello che
vuole.”
“Quindi
cosa suggerisci di fare, Syd? Di rimanere come la principessa
imprigionata nella torre in attesa che il principe azzurro la porti in
salvo?”
“Vorrei
solo che non perdessi la speranza di un futuro migliore, di una vita
lontana dal Centro.”
“Tu...
Lui si è fatto vivo con te?”
“No.
E' da prima della vostra avventura che non ho sue notizie.
Tu?”
“Mi
ha chiamato. La sera dopo il nostro rientro. Una telefonata diversa dal
solito.”
“In
che senso?”
“Sapeva
di un addio... Per cui potrei anche non perdere la speranza, ma potrei
aver perso comunque lui.”
In un lungo
momento di silenzio, i rumori di passi in avvicinamento fece alzare gli
occhi a entrambi. Broots entrò con il suo solito
atteggiamento goffo.
“Scusate,
ho cercato di fare il prima possibile. Mi metto subito a
lavoro.”
Parker
sospirò, poi si avviò verso la porta.
“Fammi
sapere se trovi il nostro topo da laboratorio.”
“Parker...”
“Sì,
Syd?”
“Certi
legami non si spezzano. Il tempo potrà lenire il dolore che
vi separa.”
Miss Parker
annuì, per poi lasciare la stanza. Broots guardò
Sydney con aria interrogativa, ma il dottore scosse la testa, segno che
non c'era niente di cui parlare. Il cellulare di Sydney prese a
squillare. Con la speranza che fosse Jarod, l'uomo si
allontanò da Broots.
“Parla
Sydney.”
“Cosa
spinge una persona a lottare anche quando ha tutto il mondo contro?
Cosa può non farti smettere di andare contro i mulini a
vento, Syd?”
“Jarod,
è passato molto tempo. Ero preoccupato.”
“Sono
ancora vivo, anche se mi sento vuoto. Non so se ho ancora le energie
per andare avanti.”
“Certo
che le hai. Devi solo darti del tempo per metabolizzare quello che
è successo in quel posto dimenticato da Dio.”
“Sono
andato su quell'isola per avere delle risposte e sono tornato con
ancora più domande e meno certezze.”
“Miss
Parker mi ha raccontato quello che è successo.”
Jarod,
dall'altro capo della linea rimase in silenzio, non sapendo cosa dire,
ma intuendo a cosa si riferisse.
“Ho
sempre pensato che il vostro legame fosse molto forte. Credo che sia il
motivo per cui, all'epoca, il signor Parker decise di mandare sua
figlia a studiare all'estero. Per separarvi.”
“Non
c'è nessun legame. Miss Parker è stata molto
chiara.”
“Non
arrenderti in questo modo, Jarod. Miss Parker ha solo paura di soffrire
aprendo il suo cuore, dovresti saperlo.”
“Te
l'ha detto lei?”
“Non
direttamente. Solo... fidati di me, la speranza può ancora
essere la vostra salvezza.”
Sydney
ascoltò la linea morta. Jarod aveva riattaccato. Sydney
sperava davvero che, prima o poi, almeno Jarod e Miss Parker avrebbero
potuto essere felici.
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