Angeli Caduti e Silenzi Distruttivi

di loganmustdie
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Tutto iniziò dal Nemeton, quando Lyidia, in preda ad una specie di trance, camminò fino a lì.

 

Se doveste chiederle ora cosa ricordava del momento, lei vi risponderebbe che non ne sa proprio nulla. Questo perché come suo solito, fu l'istinto da banshee a portarla alla radice. Se per lei i ricordi sono confusi, però, non lo sono di certo per Stiles, che decise di seguirla. Dopo gli avvenimenti di Eichen House era sotto stretta sorveglianza dal ragazzo. Forse, per lui, era più un pretesto per non passare la notte avvolto dalla solitudine, abituato alla presenza di Malia.

 

Di recente, lei e il suo padre ritrovato avevano deciso di partire, lasciandosi il loro passato alle spalle, e cercando un nuovo inizio. Non che la partenza di Peter Hale interessò qualcuno, ma per Malia era una tutt'altra storia. Lei era parte del branco ormai. Stiles non voleva che partisse, ma dovette accettare la scelta.

 

Quando finalmente si avvicinarono al Nemeton, circondati dal silenzio della notte, Stiles notò un corpo in cima ad esso, sdraiato, immobile.

 

Lydia si avvicinò, non ancora in controllo delle sue azioni. Si abbassò in modo da poter giungiere vicino all'orecchio dell'enigma, per poi sussurrare nel suo orecchio con una voce non propriamente umana. Lui udì appena la parola, il suono ricordava un nome, ma non sembrava inglese, o una qualunque lingua parlata ai giorni nostri.

 

"Azriel" era il nome.

 

Una volta pronunciato, Lydia svenne e Stiles, senza esitazione, corse a soccorrerla.

 

"Lydia!" esclamò il giovane, non spiegandosi cosa stesse accadendo. Analizzò la situazione, tentando anche di avvicinarsi all'enigma a qualche centimetro da loro. Non si fidava dei corpi, tanto meno di corpi che erano adagiati su di una radice magica che un druido stava usando come pretesto per sacrificare i loro genitori, insegnanti, e chi più ne ha, più ne metta.

 

Il corpo, come se fosse stato scosso dalle parole della banshee, spalancò gli occhi, mostrando un colore sconosciuto ai due. E di creature ne avevano viste loro, nell'ultimo periodo. Questo non fece altro che impaurire ed incuriosire il giovane.

 

"Sizouse" mormorò mentre invano tentava di alzarsi. Stiles si avvicinò a Lydia, prendendola fra le sue braccia, in segno di protezione.

 

"Fa male" aggiunse la persona misteriosa per poi perdere nuovamente i sensi.

 

Stiles guardò la scena, senza provare paura.... o forse solo apparentemente. Velocemente e impacciatamente, il ragazzo prese in mano il telefono - facendolo cadere anche un paio di volte -. Lo sbloccò e chiamò la prima persona che trovò aprendo la rubrica: Derek Hale.

 

"Stiles?" chiese Derek, nel mentre Stiles era completamente immerso nei suoi ricordi riguardanti quel posto. Aveva il respiro accellerato, doveva calmarsi. Non era ancora oltre la storia del Nogitsune, li serviva tempo per riprendersi, anche se ora non ne aveva.

 

La sua voce non era molto ferma, al contrario, ma lui cercò di essere più chiaro possibile mentre parlava. "Derek- raggiungimi, penso di aver trovato la causa" rispose, cercando di restare calmo. Non poteva lasciarsi prendere dal panico.

 

Di recente, i lupi mannari avevano iniziato ad avere sogni strani riguardanti il Nemeton e, quelle che sembravano essere creature alate. Nessuno riuscì a dare mai un significato ad essi, nemmeno Dottor Deaton. La cosa iniziò a diventare seria, quando anche Ethan e Jackson iniziarono a sperimentarli, costringendoli a tornare nella "contea maledetta", o così la chiamava Peter.

 

"Stiles, sto arrivando, calmati" l'ultima parola lasciò confuso il giovane. Derek non era solito parlargli in quel modo. Solitamente lo trattava con poco riguardo, e con molto sarcasmo... oppure lasciava che fossero le sue sopracciglia a parlare. Certo, c'è da dire che dopo l'avvento dei dottori del terrore le cose erano cambiate. Forse lo erano già dal Nogitsune. E non solo tra loro due, ma per tutti.

 

Stiles sentì un debole gemito e riconobbe subito quella voce come quella della banshee. Cercò di non apparirle nervoso o impaurito, non voleva mostrare le sue debolezze. "Cos'è successo?" chiese Lydia ancora una volta, con voce udibile. L'altro la guardò sconsolato, e si limitò a indicarle il corpo sulla radice magica.

 

"Chi è lei?" una domanda alla quale nessuno dei due poteva rispondere, Lydia lo sapeva. Al momento, però, fu l'unica cosa che riuscì a domandare.

 

"Derek sta arrivando, ci aiuterà a capire meglio cosa sta accadendo"





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