VI
The Other Side
Adrien
PoV
-Potresti evitare di fissarmi con quel sorriso? Sei
inquietante- sbuffo inarcando un sopracciglio, cercando di focalizzarmi
sulla tazza tra le mie mani per non passare troppo lo sguardo su Mari,
seduta a due tavolini di distanza.
Lei sorride imporporando le sue guance, lanciandomi qualche occhiata
fugace e qualche sorriso impacciato, mentre le sue dita torturano una
ciocca ribelle.
Non è difficile notare gli sguardi curiosi attorno a noi, in
un certo senso abbiamo dato spettacolo. Ho dato spettacolo, lei non se
lo aspettava nemmeno.
Faccio ancora fatica a credere alle mie memorie ovattate della notte
prima... Anche se le frecciate di Chloè me ne danno una
più che cocente conferma.
L'avevo pianificato diversamente quel bacio.
Più nostro.
Più privato.
Ma non mi pento di nulla, anzi lo rifarei anche adesso, se solo non
avessi davanti un cretino in attesa di risposte!
-Seriamente, Nino smettila! Mi stai facendo passare la voglia di finire
il mio caffè...- sbotto a bassa voce, fingendo di non notare
il suo ghigno curioso.
Sono già passate una manciata di ore da quando il mio
migliore amico ha fatto irruzione nella nostra stanza, svegliandoci e
dicendo a Marinette di correre da Alya perchè la
professoressa Bustier sarebbe passata da lì a poche decine
di minuti, a bussare a tutte le camere.
In realtà ha svegliato solo me, per poi cimentarsi in un
monologo silenzioso che esprimeva tutto il suo stupore.
A GESTI.
Davanti a me in boxer e lei con indosso la mia maglietta.
-Fratello, non puoi davvero non dirmi nulla!- sbottò alzando
gli occhi al cielo -Non puoi farmi questo! Ti ho praticamente spinto
tra le sue braccia, me lo devi! E poi tu sai tutto di me ed Alya...-
Aveva ragione, non potevo sottrarmi dal terzo grado di Nino, dopo tutto
quello che aveva confabulato con la sua ragazza per permettermi di
restare solo con Mari.
-In realtà non è successo niente di
ciò che la tua mente perversa sta partorendo. I preservativi
sono ancora nel cassetto- lo freno subito -Abbiamo parlato, quello
sì. Per il resto non siamo andati molto oltre quello che
è successo nella stanza di Kim e Max.- Faccio spallucce,
sperando che la mia spiegazione basti, ma vedo il mio amico osservarmi
sospettoso.
-Gli hai detto della tua prima volta con...- prontamente gli sigillo la
frase tra i denti con la mano destra, ringraziando mentalmente gli anni
da Chat Noir ed i riflessi felini.
-Shhhhh! No Nino, e non penso di volerle dire di quella strana
situazione. Non è qualcosa di cui vado molto fiero-
Lui quasi scoppia a ridere.
-Tu stai ridendo anche troppo, per i miei gusti...- lo fulmino
Devo essere arrossito parecchio, vista la sua espressione decisamente
divertita.
Che io sia dannato per averglielo raccontato!
Per Dio, non ero in me quella sera, e lui ci ride anche sopra.
Se solo ci ripenso, ho ancora i brividi...
-Tutti abbiamo scheletri nell'armadio, Bro. E poi lei non era neanche
niente male!-
Dannazione.
Dannazione a Chloè e alle sue magalomanie.
A Chloè e alle sue feste.
A Chloè ed alle sue feste alcoliche.
A me ed al mio non reggere più di un bicchiere.
Successe un paio di anni prima, ad una delle tipiche feste alla
Bourgeis.
Ricordo la musica assordante, il mare di invitati... e le maschere.
Dannazione.
-Lahiffe, giuro su Dio che se non ti scordi di quella storia...-
-Caffè per smaltire la sbronza, Agreste?- Kim si siede
accanto a me senza preavviso. Per quanto possa essere presto (e devo
ammettere do non aver dormito quasi per nulla), non è per
niente complicato decifrare il suo sguardo allusivo. -Non ci
aspettavamo di vederti così, ehm, reattivo già
dalla prima sera!-
-Decisamente un uomo pieno di sorprese- Jean affianca il nostro
compagno di classe, spalleggiandolo -Quindi? Nulla da raccontare?-
Lancio un'occhiata fugace al mio migliore amico che, prontamente cerca
di intavolare una discussione su possibili pub da visitare in serata. E
loro affondano con tutte le scarpe, per ora, permettendomi di tirare un
sospiro di sollievo.
-Penso sia stata la colazione più lunga della mia vita. Non
la smettevano di fare domande!- Marinette ridacchia, poggiando le sue
labbra sulle mie. Lo fa in maniera pulita ed innocente, tanto
da farmi sentire in colpa per le immagini della sera prima che
riaffiorano prepotentemente nella mia mente.
Sussurra, mentre decidiamo di restare tra gli ultimi del gruppo per
poter avere un po' di pace.
Regents Park ci accoglie nel suo inconsueto
abito primaverile, nonostante la neve sia stata presente fino a pochi
giorni prima.
Le temperature ci hanno graziato, se così vogliamo vederla,
permettendoci di non coprirci troppo. Se non conoscessi bene il clima
volubile londinese, potrei quasi pensare ad un'akuma.
La signorina Bustier ci accompagna ad uno degli attracchi del lago,
dopo aver visitato i Giardini della Regina, lasciandoci un'ora di pausa.
-Il parco è più grande di quanto possiate
immaginare, quindi vi chiedo di fare attenzione e di ritrovarvi qui tra
un'ora esatta.- Ci passa in rassegna con sguardo amorevole -potete fare
un giro sul lago, tornare nei Giardini, persino rincorrere i piccioni!
Vi chiedo solo di essere puntuali.-
Basta uno sguardo con Nino per intenderci ed avviarci al molo.
-Sei mai stata su una barca a remi?- devo aver stupito parecchio Mari,
vista l'espressione interrogativa sul suo volto -Beh, mi sembrava
un'idea carina... e poi potremmo restare soli.- Non faccio in tempo a
finire la frase che lei sta già frugando nella borsa in
maniero concitata alla ricerca di un documento d'identità da
fornire.
Ci accomodiamo nel piccolo scafo fatto a malapena per due ed iniziamo a
remare.
Arrossisce mente, impacciatamente, cerca di
risistemare la gonna che ad ogni
movimento sembra accorciarsi. -Non mi aspettavo un giro in barca-
bofonchia con un'espressione da bimba colta in fallo.
La vedo sgranare gli occhi quando inizio a canticchiare,
tenendo il ritmo con i movimenti delle braccia.
-Tonight
I want to give it all to you
In the darkness
There's so much I want to do
And tonight I want to lay it at your feet
'Cause girl, I was made for you
And girl, you were made for me-
-Non tentarmi con i Kiss, Agreste... non vorrai approfondire
le mie doti canore da gallina starnazzante, voglio sperare-
-Oh forza, sai fare meglio di me! Sarò anche un ottimo
musicista ma so di essere negato come cantante... forza dimostrami cosa
sai fare!
Scuote il capo energicamente ma senza cancellare il sorriso radioso da
quel volto.-
Mi disarma.
Mi neutralizza con un solo sorriso.
Mi getto di slancio sulla sua bocca, rischiando di far ribaltare la
barca. Ma ne ho bisogno.
Del suo profumo di dolce, di buono, di casa.
Dei suoi silenzi.
Delle sue risa.
Di quelle labbra.
Di lei.
To be continued...
Ed eccoci qui!
Scusate la pausa secolare, ma avevo bisogno di tempo.
Il capitolo è piuttosto corto, ma capirete presto il
perchè.
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