empathy will take you away
Sul pavimento del bagno
c’era una mattonella scheggiata e Izzie non se
n’era mai accorta; come non si era mai accorta che le gocce
d’acqua, nel vano della doccia, sembravano dei piccoli cuori.
Migliaia di piccoli cuori.
Izzie si chiedeva
se tra quelli, da qualche parte, ci fosse anche il suo o se, invece,
fosse rimasto a giocare a nascondino in ospedale; rifugiandosi, magari,
in un tubo di gomma tagliato di netto.
Quand’aveva
appena cominciato l’università i suoi professori
avevano tentato invano di dissuaderla dall’intraprendere la
carriera di medico. Dicevano che era troppo empatica e che in un
ospedale, tra tante malattie e tanto dolore sarebbe impazzita. Ne
morirai; le avevano predetto.
Alla fine era
accaduto: aveva fatto una follia e ora era lì, stesa sul
pavimento freddo a scontare le sue colpe con gli occhi fissi su una
scheggia che spezzava il panorama bianco e uniforme dinnanzi a lei.
Izzie aveva
pensato che non si sarebbe mai rialzata da tutto quel freddo, che il
peso di quel dolore l’avrebbe schiacciata, annientandola su
quelle mattonelle.
L’aveva
pensato davvero.
Quando Alex aveva
pianto Izzie l’avevo visto cadere in un mare di bianco
scheggiato e aveva avuto voglia di tenderli la mano, come a suo tempo
era stato fatto con lei.
Aveva riconosciuto
quel dolore che l’aveva investita, quando l’aveva
visto piangere e l’aveva condiviso con lui, carezzandogli il
volto tirato, sussurrandogli parole sottili e, sì, anche
baciandolo.
L’aveva
tirato su da quello stesso male su cui lei aveva passato giornate,
schiacciata dal peso di quella stessa empatia che in quel momento le
faceva tendere le mani verso l’unico uomo che voleva
abbracciare.
Anche a costo di
stendersi di nuovo sul pavimento insieme a lui.
Fine
No, non mi convince affatto,
ma meglio di così questa "cosa" non voleva saperne di uscire
decentemente, quinti perdonatemi. <3 E poi io dovevo
scrivere qualcosa su Alex e Izzie – anche se con accenni alla
Izzie/Denny e alla Alex/Ava (vediamo un pò chi li trova.
XD). u.ù
- darkrin
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