Your
cruel device,
Your
blood like ice.
One
look could kill,
My
pain, your thrill.
La
battaglia è conclusa.
Il
silenzio, interrotto dal cupo rimbombo di un terremoto, opprime il
Santuario.
Doko
di Libra, con passo lento, si avvicina.
La
pena stringe il suo cuore con mano d’acciaio.
Sion,
in piedi tra le rovine, è a poca distanza.
La
veste d’armi violacea ricopre le sue membra, gonfie d’apparente
giovinezza.
I
lunghi capelli biondi sono scarmigliati dal vento, risuonante tra le
rovine.
Ma
lui sa.
Niente
di quanto vede è reale.
L’anima
di Sion è prigioniera in un corpo spettrale, privo di calore.
Quella
vita apparente presto si dissolverà.
I
wanna love you, but I better not touch (don't touch)
I
wanna hold you, but my senses tell me to stop
I wanna kiss
you, but I want it too much (too much)
I
wanna taste you, but your lips are venomous poison
Giunge
presso l’amico.
Sion
si gira e i suoi occhi di topazio azzurro si riflettono nelle iridi
smeraldine del compagno.
Accenna
ad un debole sorriso.
–
Quanto
tempo… – mormora. Finalmente, può deporre quella
maschera di traditore.
Nulla
ha più importanza.
Lo
sguardo vellutato del compagno rompe le difese della sua mente.
E
ricordi di un tempo passato, dolci e amari, lo sommergono.
Allunga
le braccia e le sue mani si appoggiano sul volto del santo di Libra.
Le
lunghe dita ne disegnano i contorni, accarezzano le guance, prive di
barba, sfiorano le palpebre, ornate da lunghe ciglia ricurve.
–
Sono
passati anni… Eppure tutto è rimasto uguale. –
mormora, il tono pacato.
Doko
non si muove, le labbra frementi e il respiro accelerato. Quel tocco
delicato brucia sulla sua pelle.
Dovrebbe
allontanarsi, ma non può.
Il
suo corpo è prigioniero delle mani gentili del suo antico
compagno d’armi.
Desidera
quelle attenzioni, a cui ha anelato per tanto, troppo tempo.
–
Mi
sei mancato… – confessa, inerme. Sul viso di Sion,
scintillante d’un biancore perlaceo, spiccano gli occhi,
ardenti di desiderio.
La
mia stessa bramosia…, pensa.
Quel sentimento, prima
sepolto, è riemerso con una forza irresistibile.
E
la brama di quel contatto arde nel suo corpo.
Il
veleno della perdita annienterà il suo cuore, ma non gli
importa.
–
Ti
prego… – supplica, la voce tremante.
Sion,
con un cenno del capo, annuisce e lo abbraccia.
You're
poison runnin through my veins
You're
poison, I don't wanna break these chains.
Qualche
istante dopo, lo bacia.
Doko
sbarra gli occhi, sorpreso dall’impeto del compagno, poi si
abbandona a quell’assalto.
Vorrei
che non finisse mai…, pensa.
Nelle labbra di Sion si
mescolano miele e veleno, ma a lui non importa.
La
consapevolezza della perdita futura ha il sapore del fiele, ma sfiora
appena la sua mente.
Quei
momenti di felicità saranno gli ultimi.
Appoggia
le mani sulle spalle dell’antico saint di Aries e le immerge
nella folta chioma bionda. In
quel momento, gli sembra di ripetere gesti antichi, di cui credeva
perduta la memoria.
Se
non fossi saint di Athena, ti chiederei di uccidermi e di portarmi
con te…, pensa.
Ha creduto di avere superato il dolore di quella perdita, tredici
anni prima.
Si
è imposto di andare oltre i suoi sentimenti dilaniati, per
permettere alla giustizia di trionfare, ma il suo stoicismo si è
dissolto, davanti al suo resuscitato amico, ormai privo della sua
finta identità di specter.
Vorrebbe
seguirlo, anche se sa che non può.
Your
mouth, so hot
Your
web, I'm caught
Your
skin, so wet
Black
lace on sweat
Con
premura, Sion scosta Doko da sé, ma non allontana le mani
dalle sue spalle.
–
Non
pensarlo nemmeno. Almeno, non ora. – mormora, il tono triste.
Il saint di Libra non gli ha detto nulla, ma la sua mente ha
percepito il suo dolore.
Quanta
pena è sedimentata nel suo cuore, in quei lunghi anni di
lontananza?
Abbassa
la testa e le sue labbra, di nuovo, si impadroniscono di quelle
dell’amico.
Doko
chiude gli occhi e le sue lunghe dita si appoggiano sulle spalle del
compagno. Di nuovo quel veleno stilla nel suo corpo e incendia il
sangue.
Il
suo corpo brama quel tossico, perché gli conferma la vicinanza
di un compagno a lungo atteso.
I
hear you calling and it's needles and pins (and pins)
I
wanna hurt you just to hear you screaming my name
Don't
want to touch you but you're under my skin (deep in)
I
wanna kiss you but your lips are venomous poison
You're
poison, running through my veins
You're
poison
I
don't want to break these chains
Poison
Le
mani di Sion scivolano sui fianchi dell’amico.
Il
corpo di Doko trema di voluttà, poi si stringe a quello
dell’amico in un abbraccio disperato, greve di amore e pena.
Qualche
istante dopo, il guerriero di Aries allontana la bocca da quella del
compagno.
–
Ti
amo… – confessa. Quell’estremo contatto, nel quale
si mescolano amarezza e dolcezza, consumerà i loro cuori, ne è
sicuro.
Ma
non può rinunciare a quei baci, ardenti d’amore e
sofferenza.
Quel
veleno è la sua vita, ma è anche la sua condanna.
Your
mouth, so hot
Your
web, I'm caught
Your
skin, so wet
Black
lace on sweat
Sion
accenna ad un sorriso e lo stringe a sé.
Aspira
con piacere il profumo selvatico dei capelli del suo antico compagno.
I
ricordi degli anni perduti risplendono d’un nitore crudele
nella sua mente.
Perché
il loro legame si è ricostruito in questo modo crudele e
doloroso?
Quanti
sbagli ho commesso…, pensa.
Ai suoi orecchi giunge il basso rombo del crollo delle strutture
millenarie del Santuario, che collassano su se stesse, come consumate
da un’intima agonia.
Il
vecchio guerriero trema e stringe con più forza le braccia
attorno al corpo del suo antico compagno. Sa che quello è un
addio, venato di rimpianti e
amarezza.
Ma
spera, in un tempo non remoto, di poterlo reincontrare.
Non
vuole che il loro amore, un tempo così saldo, si tinga dei
colori della menzogna e del rimpianto.
I
hear you callin and it's needles and pins (and pins)
I
wanna hurt you just to hear you screaming my name
Don't
wanna touch you, but you're under my skin (deep in)
I
wanna kiss you, but your lips are venomous poison
You're
poison runnin through my veins
You're
poison, I don't wanna break these chains
Poison
–
Ti
amo anche io… – mormora Sion. Non ha mai parlato in
maniera tanto limpida, ma, in quel momento, si sente affrancato dalle
catene del suo carattere chiuso e schivo.
Ha
sempre cercato di mostrare con le azioni i suoi sentimenti d’amore
per il custode della Settima Casa dello Zodiaco.
Ma,
in questo supremo istante, tutto gli appare privo di senso.
La
sua bocca, di nuovo, si avventa su quella del compagno, bramosa,
famelica, crudele.
Anche
lui brama godere di quegli ultimi, dolci istanti d’amore
velenoso.
Non
vuole lasciare solo il suo amato.
Ma
sa che è il destino
crudele e straziante di chi persegue l’ideale della giustizia.
One
look (one look), could kill (could kill),
My
pain, your thrill.
Allontana
un poco il volto di Doko e lo scruta.
Nessuna
ruga segna la perfezione di quel volto dai lineamenti cesellati, su
cui risplendono gli occhi di giada, lucidi di lacrime.
Un
singhiozzo risuona sulle labbra dell’antico santo di Aries.
Certo, la giovinezza sfolgora
nell’intera figura del suo compagno, ma il suo cuore è
oppresso dal peso di due secoli di amarezza e solitudine, malgrado la
nascita di una nuova generazione di santi.
–
Mi
dispiace… Perdonami. – mormora. Anche
lui è colpevole, pur senza volerlo, della sofferenza del
custode della Settima Casa.
E,
in quei pochi istanti a loro concessi, desidera
chiedere perdono.
Nulla
deve restare sospeso tra di loro.
Il
veleno non deve corrodere questi ultimi momenti di vicinanza.
I
wanna love you, but I better not touch (don't touch)
I
wanna hold you, but my senses tell me to stop
I
wanna kiss you, but I want it too much (too much)
I
wanna taste you, but your lips are venomous poison
Un
mezzo sorriso solleva le labbra di Doko.
–
Non
preoccuparti… – mormora, il tono
pacato. Sion non ha certo voluto un simile dramma, anzi ha cercato di
aiutare Athena.
Per
la loro sacra, nobile causa non ha esitato a immolare la sua immagine
immacolata di uomo e di santo.
Cosa
può perdonare ad un uomo tanto meraviglioso?
Gli
si avvicina e lo bacia ancora, con triste passione. L’addio è
vicino e desidera godere di quei preziosi momenti di intimità.
Le
labbra di Sion sono veleno, ma non
gli importa.
La
sofferenza gli dilanierà il cuore, ma la lontananza da lui è
ben peggiore.
Una
lieve gioia pervade il suo cuore. Le dita di Sion hanno aumentato la
sua stretta.
Condivide
anche lui questo pensiero.
E
tale comunanza di sentimenti, ricordi e rimpianti attenua il dolore
di una perdita inevitabile.
I
wanna love you but I better not touch (don't touch)
I
wanna hold you, but my senses tell me to stop
I
wanna kiss you but I want it too much (too much)
I
wanna taste you but your lips are venomous poison
Yeah,
well I don't want to break these chains
Poison
(poison)
Runnin'
deep inside my veins
Burnin'
deep inside my brain (poison)
Poisoning
(poison)
I
don't want to break these chains (poison)
Poison
(Poison)
I don't want to break these chains (poison)
Il
corpo di Sion comincia a svanire, come se fosse composto di aria, in
uno sfolgorio di luci dorate, come piccole lucciole in una notte
estiva.
Doko
si allontana di pochi passi. No, non deve piangere davanti a lui.
Non
ha senso, sono entrambi santi di Athena.
Entrambi
erano coscienti dell’ineluttabilità della loro
separazione.
Eppure,
questa coscienza non attenua l’amarezza e la crudeltà
dell’addio.
–
Non
vorrei che accadesse questo… – mormora Sion, in tono
quasi di scusa.
Il
guerriero di Libra annuisce.
–
Lo
so. – lo conforta.
Sulle
labbra sottili dell’antico santo di Aries si apre un sorriso
sottile e sereno.
–
Grazie,
amico mio…. – sussurra.
E
il suo corpo, presto, si dissolve nella tenebrosità di una
notte muta di stelle.
|