Spighe di grano bruciate
«Dieci, nove, otto…»
La
voce di Robb rimbalzava tra le mura di
Grande Inverno, suonando come un’eco lontana di pietra in
pietra. Sansa la
percepì appena, ovattata dallo sfrigolio delle spighe di
grano che le
raschiavano le guance, mentre s’accovacciava in un covone nel
cortile.
«… sette,
sei, cinque… »
Si
sistemò la veste, in un puerile tentativo
di darsi un tono, pur imbrattata com’era di polvere e
pagliericcio. Coprì anche
l’ultima fessura da cui ancora filtrava un tenue raggio di
sole e, quando fu
soddisfatta, rilassò la schiena, fiera del suo rifugio
impenetrabile.
«… quattro, tre...»
Ma
quella fortezza di frumento fu presto violata da una chioma arruffata e
da dita che scavavano concitate, alla ricerca di riparo.
«Questo
è il mio nascondiglio!», protestò
Sansa, aggrottando le
sopracciglia alla vista del volto reso cereo dalla corsa e dal sudore
di Theon Greyjoy.
«…
due,
uno! Sto arrivando!»
«Andiamo,
Sansa! Non ho più tempo!», ribatté
seccato Theon, guardandosi
intorno agitato, le orecchie tese ad avvertire ogni segno di
avvicinamento di
Robb.
La giovane Stark si preoccupò che tutto quel trambusto
l’avrebbe fatta
scoprire in ogni caso; fece cenno al suo ospite indesiderato di fare
silenzio,
e gli fece spazio. Theon sospirò e prese posto al suo
fianco, rivestendo le
pareti d’oro in modo da renderli invisibili a occhio esterno.
Dopo aver verificato con sguardo scrupoloso il suo operato, alla
ricerca di
anche il più piccolo pertugio, e dopo aver appurato di
essere di nuovo al
sicuro, Sansa non poté frenarsi dal rivolgergli una smorfia,
indispettita da
quella sgradita intrusione.
Theon la trovò buffa, coi capelli in disordine e le labbra
impiastricciate
di grano. E la trovò bella, il naso arricciato e la fronte
aggrottata per
trattenersi dallo starnutire, ma non glielo disse mai.
Robb
non riuscì a scovarli, quel giorno.
Sansa
e Theon rimasero per ore in silenzio nel loro castello, ben oltre la
fine del nascondino, ma
nessuno dei due capì mai il perché.
♠♠♠
L’ultimo
pasto che forse avrebbe mai mangiato sulla terra aveva un sapore
disgustoso, ma Theon lo notò a malapena; a ogni sorso di
zuppa sollevava lo
sguardo, quasi ad accertarsi che Sansa fosse davvero lì
davanti a lui, e non la
stesse soltanto immaginando. Sansa s’era accorta di quel
rituale, scoprendosi a
imitare la stessa danza di occhiate: riusciva a tenere gli occhi bassi
sulla
ciotola solo per pochi istanti, prima d’incatenarli di nuovo
a quelli di Theon.
Riscoprirsi vivi, e insieme, riusciva a rendere dolce anche quel
banchetto
che sapeva già di morte.
Erano nello stesso punto di tanti anni prima, ma non c’era
più grano a
Grande Inverno; intorno a loro, erano rimaste solo spighe di grano
bruciate.
«Sai,
credo di aver dimenticato il suono della sua voce»,
confessò Theon,
infrangendo il delicato muro di silenzio che avevano eretto. Non
dovette specificare a chi si riferisse; Sansa avrebbe sempre colto la
sfumatura malinconica di cui
le sue parole s’impregnavano quando parlava di Robb.
«Sono
sicura che non sia vero», gli rispose sottovoce, scuotendo la
testa e
fissandolo accigliata. «Ciò
che è morto
non muoia mai, non è così?»
Theon
la trovò buffa, coi modi di una regina e la risolutezza di
un comandante.
E la trovò bella, le gote e la bocca imporporate dal vino,
ma non avrebbe mai
avuto il tempo di dirglielo.
***
Note
Autrice:
Con
questa piccola flash ho voluto omaggiare la splendida reunion
Sansa/Theon dalla 8x02, in vista di quello che probabilmente si
concluderà in un bagno di sangue nel giro di poche
settimane. Ho provato a scrivere la mia versione degli ultimi momenti
dell'episodio, in cui si vedono Theon e Sansa condividere la cena prima
della battaglia. Ho voluto inserire, seppure in sottofondo, anche la
figura di Robb, che io ritengo importantissima per capire al meglio
Theon e il suo rapporto con Sansa.
Spero
che questa storia senza troppe pretese possa incontrare il vostro gusto,
graciousghost
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