n bsadbnsu

di mari05
(/viewuser.php?uid=1044668)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Un tempo ti saresti dispiaciuta nel lasciare questo posto. Le mura piene dei nomi di chi è stato qui prima di te, delle dediche di chi se n’è andato pieno di speranza per il futuro o di chi già non sapeva che farsene della propria vita. I banchi disseminati da una costellazione di gomme da masticare, grigi per tutte le volte in cui qualcuno c’ha scritto sopra; le sedie che custodiscono gelosamente l’identità di tutti coloro che vi si sono seduti; gli armadi nuovamente pronti ad ospitare i quaderni di qualcun altro, i mediocri lavoretti di arte che non saranno i tuoi. Un tempo avresti giurato di poter addirittura piangere pensando a questo luogo dove ognuno ha lasciato un pezzo di sé e si è visto, dopo anni, sepolto dalla polvere che le nuove centinaia di alunni hanno lasciato con indifferenza sui loro nomi che, oramai, non ricorda più quasi nessuno. Quel tempo, fortunatamente ormai lontano, è stato seppellito dalle decine di eventi che hanno colorato questi tre anni di mille colori diversi, facendoli apparire un arcobaleno di avvenimenti che, però, non riserva alcuna pentola d’oro per chi li ha vissuti. Come per tutti gli altri, il tuo nome è stato ripetuto per tre anni all’inizio di ogni giornata; chi ti chiamava per cognome, chi per nome, chi non si ricordava già allora chi fossi e aveva gettato il tuo nominativo nel cestino, e, quando doveva intraprendere una conversazione con te, si esibiva in uno sproloquio per non doverti chiamare direttamente e far capire così quanto poco quella serie di lettere che ti identificavano valesse per lui. Come per tutti coloro che hanno varcato il portone di questa scuola, la tua persona si è fatta per tre anni quelle scale sudice e gremìte di alunni; le cuffiette sempre a portata di mano, Billie Eilish che risuona nella testa, la sua voce che rimbalza nei meandri della tua mente per tutta la prima ora. Quando passi tanto tempo in un posto, non sei più una persona sola; è come se ti sdoppiassi all’infinito ogni volta che il tuo pensiero cambia man mano che la tua testa si riempie di avvenimenti che argomentano le tue mutevoli idee. All’inizio sei una persona, alla fine di tutto sei l’aggiornamento di ciò che sei stato e, guardandoti dall’alto della tua modernità, osservi con disprezzo tutti i modelli che ti hanno preceduto e sei contento di essere cambiato. Ma le persone continueranno a vedere chi ti sei lasciato alle spalle, non smetteranno di trattarti come tre anni prima, ed è per questo che senti il bisogno di andartene e di scomparire come i nomi di tutte le persone antecedenti a te. Ed è per questo che già ora cerchi di non esistere, di confonderti con i cumuli di polvere che si sono creati in questi tre anni e di diventare anche tu parte di questi ultimi. Perché, in fondo, vuoi che nessuno ti ricordi.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3835089