UNIVERSAL WARS - SERIE II
1° Capitolo –
Segreti
Nei due mesi successivi alla fine della guerra lo Stato Maggiore della
Federazione Terrestre aveva iniziato un nuovo dislocamento del proprio
personale: molti soldati provenienti da zone di battaglia ricevettero
nuovi ordini, nuovi posti di assegnazione e nuove mansioni. Nella base
militare del nord Europa Unito tre amici stavano parlando dopo aver
ricevuto le novità.
«Accidenti mio amico, ti hanno imbarcato sulla nuova
astronave da guerra».
«Sì Fabrix, il Lunar I. Uscirà dai
bacini di carenaggio domani» rispose Durin. «So che
anche a te non è andata male; sei il nuovo capo pattuglia
dei caccia su Marte».
«In effetti, hanno capito di cosa sono capace»
disse Fabrix pavoneggiandosi.
«Ehi amici,» interruppe Solomon, «ho
ricevuto anche io l'ordine di partenza. Nuovo radarista sulla base di
Giove. Non vedo l'ora, lì c'è anche
Mavelix».
«Chissà quella vecchia canaglia come si sta
divertendo con le Gioviane» disse Fabrix facendo ridere gli
amici.
Nel frattempo sulla Base Lunare, il nuovo comandante delle forze armate
aeree si stava presentando alla truppa.
«So che sapete benissimo chi sono e quindi conoscete le mie
priorità: pretendo che i miei uomini si facciano onore, che
siano ubbidienti agli ordini e che siano sempre pronti alla battaglia
in qualunque momento. La Prometeus è stata mandata in
pensione ma per me c’è ancora tempo!»
Anche al Centro di Sicurezza Mondiale sulla Terra altri soldati stavano
per iniziare una nuova avventura.
«Amico mio è ora di andare, destinazione Astronave
Lunar I».
«Un poco mi dispiace non vedere più il tuo brutto
muso Billy,» disse Brawler all’amico, «a
me hanno dato il posto sulla Base Lunare».
«Ci rivedremo di sicuro ma vorrei che fosse qui anche Betta.
Sai qualcosa?»
«Purtroppo non l'ho potuta sentire ma so che sta bene. Pare
che rimarrà sulla Terra per continuare gli studi con quel
Priore» rispose Brawler pensieroso.
In un piccolo eremo su un monte il priore del Primo Sole osservava
Betta mentre entrava in una trace indotta. Le prese una mano e chiese:
Dimmi, cosa vedi?»
«Un luogo pieno di luce, fa freddo: lei è
prigioniera, lei è in carne ed ossa, lei soffre
perché è sola. Aiutatela... aiutatela!»
Dopo mesi di ricerche il capitano pirata Andrew aveva quasi perso la
speranza di ritrovare i ladri che gli avevano rubato la sua astronave.
«Quei maledetti! Abbiamo setacciato tutti i pianeti
repubblicani e di loro neppure l'ombra, dove diavolo saranno finiti!
Spero che non siano morti in mezzo a qualche battaglia
perché se mi hanno rovinato l’astronave, li
uccido!»
Schyry interruppe le farneticazioni di Andrew. «Capitano,
ricevo un messaggio in bassa frequenza di un’astronave ma non
capisco cosa stiano dicendo».
«Non diamo nell'occhio, spostati dai loro radar».
«Lo farei volentieri ma c'è un altro problema;
l'astronave non c'è sul radar».
Andrew e Demon si misero a cercare l’astronave fantasma
guardando dai finestrini quando si sentì il rumore di un
colpo leggero alla fiancata dell’Aurora.
Un’astronave Repubblicana era comparsa all'improvviso e solo
con freddezza Schyry evitò un contatto fatale. Hartigan si
asciugò il sudore dalla fronte mentre disse:
«Proprio per un pelo; da dove diavolo è saltata
fuori?»
Demon rispose alla domanda. «Questa è una porta
nello spazio che non dovrebbe esistere».
Intanto, in un luogo sconosciuto l’equipaggio di
un’altra nave sta discutendo.
«Ormai sono tre giorni che facciamo avanti indietro tra
queste distorsioni spaziali, ma si può sapere, dove cavolo
stiamo andando?» chiedeva El Barbo al compagno.
«Se lo sapevo, non stavo qui tutto questo tempo non
credi?»
«Ubri, non so, forse sei un pilota di ultima categoria; anzi,
prima di tutto sei sicuro di essere un pilota?»
Mentre i due litigavano Ubas osservava lo spazio deformarsi per
l'ennesima volta, ma notava qualcosa che non aveva mai visto prima; un
punto bianco in fondo alla distorsione, troppo lontano dalla rotta che
l’astronave stava percorrendo e, senza dire nulla,
invertì la direzione di marcia dei motori così
repentinamente che lo scossone fece sobbalzare gli altri due uomini che
dovettero smettere di litigare.
L’astronave sembrava deformarsi per riuscire ad attraversare
quel piccolo varco ma ne uscì indenne trovandosi, infine, su
un pianeta.
Ubri esclamò: «Ma che diavolo di pianeta
è questo?»
«Non ne ho la più pallida idea ma pare che
l’atmosfera sia di ossigeno puro» disse Ubas
incuriosito dai dati rilevati dal computer di bordo.
El Barbo non perse tempo per burlarsi di Ubri. «Tu non
scendere, te c'hai i polmoni di catrame!»
«Falla finita deficiente e scendiamo a vedere».
I tre scesero dall'astronave e mentre cercavano di capire dove fossero,
un essere deforme si parò davanti ai loro occhi.
«Benvenuti, venite, venite, il Re di Mordor sarà
felice di avere una nuova visita dalla Repubblica».
I tre ergastolani non dissero a quell’essere che non erano
della Repubblica e lo seguirono fino a un grande palazzo e
lì, un uomo, li accolse festeggiante e sorridente.
«Bentornati amici delle Repubbliche, tanti giorni sono
passati dall’ultima visita. Vedo che siete nuovi quindi mi
presento: sono Geno, Re di Mordor».
Il Re, dopo un inchino, chiese: «Che cosa desiderate questa
volta signori della Repubblica».
Ubri, El Barbo e Ubas rimasero in silenzio alla domanda. Scambiati per
altri, e non sapendo cosa dire sorrisero, ma all’improvviso
nell’atmosfera di Mordor apparve un’altra astronave.
«Guardi capitano; non è l’Arcadia
quella?», domandò Hartigan.
«Per la miseria! Schyry atterra subito!»
urlò Andrew.
Il mercantile Aurora atterrò vicino all'Arcadia; i suoi
occupanti, appena scesi dalle scalette, furono ricevuti
dall’essere deforme e anch’essi furono portati nel
castello.
Re Geno esclamò: «Altri della Repubblica, che
giornata stupenda».
Andrew senza pensarci estrasse un pugnale e si lanciò contro
i tre ergastolani, ma fu fermato da Geno che, parandosi davanti a Ubas,
disse: «Sento che c'è tensione tra voi amici.
Ditemi dunque, cosa posso fare per voi nuovi arrivati?»
«Semplicemente voglio indietro la nostra astronave che questi
tre hanno rubato» rispose più furente che mai
Andrew.
Re Geno si sorprese: «Oh, non si fanno queste cose,
amici».
«In verità è colpa loro se siamo qui,
soprattutto sua», disse Ubas indicando Demon che, impaurito,
si nascose dietro Schyry.
«Lui ci doveva portare al sicuro e invece ci ha
tradito!»
Gli animi si stavano scaldando, ma improvvisamente, tutti si bloccarono
immobili come delle statue. Geno passò vicino a ognuno
dicendo: «Quindi capisco che nessuno di voi è
della Repubblica e allora mi domando cosa cercate sul mio
pianeta».
Ognuno di loro raccontò i fatti che li riguardavano,
spiegarono della guerra e di come fossero giunti su Mordor e Geno, dopo
aver ascoltato ogni cosa, disse: «Siete stati onesti ed
è una cosa importante per me e il mio popolo. Ci avete anche
fatto scoprire che la Repubblica sfrutta la Porta Celeste per scopi
militari; la porta che unisce l'Universo conosciuto con quello
sconosciuto. V’insegnerò come tornare nel vostro
mondo e in cambio dovrete raccontare che esiste questo spazio
sconosciuto e garantire a chi incontrerete che la Repubblica non
potrà più usare il varco che abbiamo concesso. La
Dea Solare vi proteggerà quando avviserete la Federazione
Terrestre. Voi siate amici e tutto andrà bene».
Gli uomini furono liberi di tornare alle astronavi e ascoltarono le
parole di Geno unendosi come gruppo sotto la guida di Andrew.
«Voi avete protetto l’Arcadia, anche se
l’avevate rapita; Demon, l’Aurora ormai
è inservibile quindi potrai restare con noi se lo vuoi e non
più sotto costrizione; se siete d’accordo di
vivere questa nuova avventura io sarò felice di essere il
vostro comandate», furono le parole di Andrew che Geno
accolse con piacere.
L’Arcadia, riempita con il carico trafugato
dall’Aurora, s’innalzò nel cielo mentre
il pianeta iniziò a deformarsi, l’ossigeno
lasciò il posto all’anidride carbonica, il
castello diventò un globo di luce e anche Geno prese la
forma del suo dipendente. Egli si rivolse al popolo. «Mio
popolo, glorifichiamo la Dea Solare. Lei mi parla e dice che
toccherà anche a noi entrare in azione, ma lei
sarà sempre vicina per proteggerci».
L’Arcadia entrò nello spazio deformato e questa
volta ne uscì in pochi minuti ritrovandosi davanti a
sé il pianeta Mercurio.
«Capo, adesso che si fa’?» chiese Schyry.
«Siamo nel pianeta neutrale, non dovremmo avere
problemi» rispose Ubri.
I pirati si guardarono in faccia perché i tre ergastolani,
mentre raccontavano le loro peripezie a Geno, avevano menzionato in
soli tre giorni il lasso di tempo trascorso prima del loro arrivo su
Mordor.
Hartigan chiese: «Ma voi, dove siete stati negli ultimi
mesi?»
«Mesi? Giorni» rispose Ubas
«Signori, per le spiegazioni avremo tempo» disse
Andrew. «Ora prepariamoci a dargli filo da torcere. Ubri, ho
bisogno di uno ai cannoni, lo fai tu?»
«Sì, sono pronto!»
«Forza pirati! Distruggiamo tutto ciò che ci si
mette davanti!»
L'Arcadia accese i propulsori, virò intorno alla stazione di
controllo di Mercurio, puntò direttamente alla postazione
radar e la distrusse senza fatica.
«Stanno uscendo dei caccia Repubblicani, cosa ci fanno qui su
Mercurio?» chiese El Barbo ancora confuso.
«Ne parliamo dopo. Hartigan dirigiti direttamente nella Zona
Blu e colpiamo i servizi di comunicazione» disse Andrew
gasato da questo attaccò diretto.
«Sarà un divertimento»
esclamò Schyry.
Demon mettendosi le mani sulla testa disse:
«Speriamo». Ogni persona sull’Arcadia lo
guardò in malo modo ed El Barbo lo spinse sulla sedia
facendogli il segno di stare in silenzio.
L'Arcadia sfrecciò tra le sezioni della Zona Blu e Ubri
centrava tutti gli obiettivi mentre i colpi dei caccia repubblicani
s’infrangevano sugli scudi protettivi della nave
pirata. Hartigan, compiute le manovre di attacco, si diresse
verso lo spazio esterno calcolando la rotta per venere ma due astronavi
della Repubblica tentarono di frenare la manovra e quindi inseguirono
l’Arcadia.
Su Pentium, pianeta della Repubblica Autonoma intanto...
«Come sarebbe a dire che la Porta Celeste è
scomparsa?»
«Ministro Manola, una delle nostre astronavi stava per
raggiungere la distorsione spaziale quando è
scomparsa» rispose Lesnar.
«Questo non è possibile; Re Geno era il nostro
unico alleato per tentare la conquista dell'impero e adesso ci ha
tagliati fuori. Lesnar, raggiungi Mercurio e avvisa Hiei di tenere bene
gli occhi aperti e di controllare attentamente ogni astronave
proveniente dal Varco. Jakall, tu invece vai su Urano, fai sparire le
prove della Porta Celeste; l'Impero non dovrà mai sapere che
c'era la possibilità di attaccarli usando quel metodo.
Kherkan è convinto che ci fosse un’altra porta nel
Varco Beronz e dovrà continuare a crederlo; gli diremo che
come era apparso così è svanito.»
Sulla stazione spaziale lunare il presidente Williamson, stava tenendo
a battesimo la nuova astronave.
«E' un onore battezzare la Lunar I che darà
lustro, negli anni in futuro, a tutta la flotta Federale. Sono anche
felice che Douglas, il nostro miglior capitano, sia il primo comandante
di questo gioiello tecnologico».
Terminata la cerimonia, Williamson convocò Douglas.
«Ci siamo; le nostre spie hanno trovato quello che cercavamo
e ora sappiamo che la Repubblica Autonoma aveva trovato un altra
apertura nel “Varco Beronz”. Questo è il
motivo per cui chiesero fortemente Urano che è tanto lontano
da loro».
«Che cosa avete previsto di fare?» chiese Douglas.
«Per ora non ci possiamo muovere perché in gioco
c'è anche la vita della Regina Lia e se siamo avventati
perderemo un forte alleato. Il primo obiettivo sarà di
liberare Sukrit da Giove e per questo ti ho convocato. Sarà
una missione segreta e i dettagli li conosceremo solo noi due. Troppe
volte hanno intercettato le nostre spie».
«Il mio problema signor presidente è che siamo
senza armamenti».
«La destinazione del Lunar I è conosciuta;
trasportare nella nostra stazione di Giove nuovo personale quindi
niente armi a bordo. In realtà, quando il gruppo di assalto
tornerà da Urano, s’incaricherà di
liberare Sukrit».
«Sarà una vera impresa» rispose Douglas
pensieroso.
«Mi ascolti bene Douglas, ho altro da dirle!»
N.d.A.
Inizia la seconda serie di Universal Wars, quindi se volete leggere la
prima questo è il link:
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3828029&i=1
Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime
Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un
omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa
produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al
processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti
prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti
lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato
da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio
all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel
suo manga “Capitan Harlock”.
|