Metal Demon

di Lucas Rider
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Nel cuore della notte Serenicity si illuminava di luci.
Un denso alone bianco sovrastava la luccicante metropoli, che risplendeva come il più magnifico dei gioielli; un prezioso risplendente come il platino, duro come il diamante, gelido come la neve.
Quell’intensa luce creava in contrasto numerosi anfratti bui negli stretti vicoli di Steel Town: neri come la pece, oscuri come la morte.
Astrid sentì forti colpi risuonare all’esterno: all’improvviso Roland entrò nella sua stanza, con aria affrettata e preoccupata; aveva uno zaino in mano che cominciò a riempire di vari oggetti, tra cui una pistola al plasma.
“Svegliati, Astrid , dobbiamo andarcene da qui” disse senza mezzi termini.
“Cosa?” gli chiese, mentre indossava una felpa grigia.
“Ci hanno scoperto”
“Chi?”
“Non c’è tempo, seguimi”
Astrid avrebbe voluto fermarlo e dirgli chi era lei veramente, ma appena aprì bocca sentì il rumore di uno strumento da taglio che intaccava il metallo.
Roland la condusse in fondo al corridoio alla fine del quale c’era una botola di ferro.
L’occhio di Roland venne scannerizzato da una telecamera e la botola si aprì.
All’interno uno stretto passaggio ammantato dalle tenebre.
Dietro di loro udirono una forte esplosione e la porta principale, spessa dodici centimetri di acciaio, venne divelta da una potente fonte di calore.
“Non c’è più tempo, scappa” gridò Roland e spinse Astrid dentro.
Sigillò poi l’apertura e sparò alla telecamera.
Si girò verso la porta divelta, circondata da fumo bianco, ricaricò l’arma e si preparò a incontrare il Destino.




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