Wonder

di DustRuna
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Quello che vide furono mura fatte in pietra. Anche dentro questa porta c’era un corridoio da seguire. Ma in questo corridoio non c’erano porte ma solo spaventose statue immobili che rappresentavano un momento di terrore, di dolore, di infelicità e altri sentimenti negativi.

Alla fine del corridoio finalmente una porta. Questa era socchiusa e dallo spiraglio ne usciva un filo di luce, forse c’era qualcuno all’interno. Juno si avvicinò lentamente facendo attenzione a non fare rumore. Aprì pianissimo la porta ma all’interno non c’era nessuno. Nessuno di vivo almeno. Quello che vide le fece gelare il sangue. Somigliava alla favola del barbablu, solamente che non c’era distinzione tra maschi e femmine. I corpi di molti ragazzi erano appesi alle pareti. Mani e piedi legati da catene. Alcuni messi a testa in giù e sgozzati come suini per farne uscire il sangue all’interno. Tra quei corpi riconobbe quel che rimaneva di Marco. Ne mancava la parte inferiore del corpo. Thommas invece era devastato. Mancavano entrambi gli occhi e l’intestino. Ed eccola Coraline, non ci poteva credere, nelle stesse condizioni mostrate nello specchio. La porta si aprì. Entrò il maggiordomo con in spalle un corpo. Era Jeremy. Appena vide Juno trasalì. Il suo sguardo incontrò quello di lei. Solo ora Juno si rese conto che non aveva prestato per niente attenzione a lui. Era sempre accanto alla signora, così maestosa che lo copriva, quasi a farlo scomparire. Ma ora eccoli, faccia a faccia. Era un ragazzo minuto, con un volto stanco. Delle carinissime lentiggini gli incorniciavano le viola occhiaie. E i suoi occhi, verdi come smeraldi erano pieni di terrore. Alla vista di Juno lascio cadere il corpo per terra e le afferrò un braccio provando a trascinarla con lui. Juno iniziò a divincolarsi ma il ragazzo, per la prima volta da quando Juno è in quella casa, parlò. “ Ti prego, non voglio farti del male. Io ti salverò. Non voglio più vedere gente morire.” Mentre pronunciava queste parole le lacrime gli rigavano il viso. “Perchè solo adesso?” chiese Juno. “ Tu sei la prima che vede la realtà per quello che è. Gli altri non mi avrebbero mai seguito. Per loro questo posto era una favola, perchè seguire il povero maggiordomo?”. Il ragazzo aveva ragione.

“Come ti chiami?” chiese Juno. “Adric” rispose lui con un filo di voce, quasi come a vergognarsi di quelle parole.

 




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