Noctiphany

di gloomyreb
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"È tutta colpa della Luna, quando si avvicina troppo alla Terra fa impazzire tutti."

- William Shakespeare.

La luna era alta nel cielo, grande, immensa nel suo splendore

La luna era alta nel cielo, grande, immensa nel suo splendore. La sua immacolata luce risplendeva in ogni dove, ogni superficie era sotto la sua influenza. Il biancore del Pozzo di Urd venne esponenzialmente aumentato, rendendo la dimora delle Norne ancor più surreale di quanto non lo fosse già, irradiando tutta la luminosità lunare sull'albero cosmico, Yggdrasil. 

La Luna aveva deciso di manifestarsi più forte che mai, questo era un segno: aveva in mente grandi cose. Le Norne cominciarono a parlare in maniera concitata tra loro, qualcosa stava avvenendo. O Meglio, qualcuno stava arrivando. Un nuovo filo arrivò nelle loro mani, una nuova vita pronta a sbocciare. Le Norne erano creature immortali, fautrici del Destino. Ogni uomo, donna, animale, pianta, doveva essere sottoposto alla loro volontà.

Le Norne potevano controllare ogni cosa. Perfino gli dei.

Proprio in quel momento, infatti, il filo del destino che si stava intessendo di fronte ai loro occhi, era un filo che si andava indissolubilmente ad intrecciare a quello di Loki Laufeyson, il Dio delle Inganno. La Norne del Divenire guardò il filo di Loki in maniera compiaciuta:" Non sarà sempre così. Il Destino lo farà mutare. Molto prima di quello che ci aspettiamo."
Un sorriso solcava quel viso etereo, dimostrando un sincero sentimento di sollievo.

Anche la vecchia Norne Urðr parlò, partecipando nel sentimento della sorella, gioiosa: "Il cambiamento non verrà da solo. Per questo il Destino ha voluto lei." Disse la più vecchia delle tre, sollevando il filo argenteo che si stava avvolgendo convulsamente a quello dorato del Dio dell'inganno.

I due fili, più i secondi passavano, più divenivano inseparabili. Le Norne non potevano che gioire di un tale esito. L'ingannatore, l'illusionista, il Dio dell'Inganno, che per secoli era riuscito ad ingarbugliare perfino i fili del Destino, per la prima volta, doveva redimersi. Il Destino lo comandava.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 





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