Cinque e zero cinque

di Male_na
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Uno sguardo e poi
tempesta.
La timidezza con cui facevi domande
e io, imperturbabile
rispondevo sorridendo a quelle paure già viste.
È bastato quello
a farmi dubitare
a farmi credere che fosse possibile, fra tanti
ricollocare i punti di quell’immagine.
 
Come un uccellino
ti ho visto varcare quella porta
a passi incerti.
Lo sapevamo entrambi, era nell’aria
nel mio stupore macchiato d’inchiostro
nella tua ricerca.
Come gocce, scivolavamo
lungo i corpi e il tempo.
Non c’erano più albe e tramonti
per noi, solo l’incresparsi delle lenzuola
e i sospiri di qualcosa di impansabile.
 
Come oceani, immensi
profondi.
Come sabbia, che consuma
modella.
Non ho avuto un giorno
Senza il tuo tormento
ardevo, disperata e viva.
La mia fiamma, quel sentimento
ancestrale.
Io bestia affamata delle tue carezze,
avida delle tue promesse.
Come mare in burrasca,
annegata, nei miei pensieri
nelle nostre parole
divenute zavorre.
Sommersa, nuovamente a galla,
mia boccata d’aria e cappio
mia arida spiaggia e oasi
mio unico e mia oscura moltitudine
mio sole, riflesso, luce, oblio.
Me persa e ritrovata,
tra le spire di questo labirinto.
 
Abbiamo perso le lancette
in questa corsa contro il tempo,
con loro il senno
e le parole che pensavo di non finire.
La mia mano non avrebbe vacillato
neanche nell’oscurità,
neanche tra le maglie di quelle maschere,
neanche al freddo di quelle armature.
Eppure adesso,
adesso che voglio essere mare e non naufrago,
adesso che voglio essere uccello e non gabbia
penna e non foglio bianco,
attesa e non corsa.
Adesso non troverai altre lettere,
o porti sicuri e sguardi fugaci.
Non troverai più canzoni, parole e lettere
che aspettano di essere scoperte, per descrivere una parte di te.
Questo orologio ha scelto di fermarsi,
sono le cinque e zero cinque
si sta alzando una nuova alba.
Voglio riconoscermi in questo.




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