Ludwig (Tutto quello che ama di più)

Ludwig ha sempre il colletto sistemato e la cravatta dritta durante la giornata, vestito come un uomo d’affari, con il futuro davanti e un sacco da fare e, quando pranza, lo fa in fretta, come se la sua vita dipendesse dal tempo che perde a nutrirsi invece che a lavorare; pare godere segretamente degli insuccessi altrui e pretende sempre un po’ di più di quello che la gente dà, non fa capire quello che pensa e il telefono gli squilla incessantemente, come se tutti lo stessero cercando in maniera continua; ma quando ritorna a casa e si sbottona la camicia, si lascia andare sulla sedia e lo guarda con gli occhi un po’ offuscati, Feliciano sente il cuore riempirsi tanto da scoppiare e lascia scivolare lo sguardo su quei capelli biondi arruffati e sulle ginocchia divaricate scompostamente.
La mattina dopo, la sveglia di Ludwig suona sempre presto e una sua mano calda lo scuote dal sonno e dal freddo della Germania.
-Feli, svegliati, c’è tanto da fare…
Quando si alza quasi cade dal letto e l’italiano sorride quando sente quella voce profonda cantare sotto la doccia.
Domani.
Domani Feliciano farà come vorrebbe Lovino, lo detesterà un po’ di più, lo prenderà in giro per i suoi capelli troppo in ordine, il suo viso troppo inespressivo, il suo contegno troppo disgustosamente rispettabile; disapproverà i suoi orari interminabili, la sua casella di posta elettronica piena da svuotare immediatamente, il suo sempre sapere meglio degli altri cosa va fatto e come e quando e perché.
Ma sarà domani, come ogni volta.
Perché ora ha i suoi baci da godersi e il vago rossore del viso e le sue guance non ancora rasate, le sue canottiere peggiori e le mutande da rammendare.
Perché ora ha davanti a sé tutto ciò che è importante.
Tutto quello che ama di più.