L'hotel Infestato

di AlsoSprachVelociraptor
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-Rob non mi picchia sempre, anzi, quasi mai. Però oggi…-

-Oggi sì.- finì la frase Lloyd, senza problemi o paure. Charley annuì. Lloyd conosceva quella sensazione, anche lui era cresciuto in una famiglia violenta. Solo che lui non ne era stato afflitto così tanto, o almeno, lui non lo sapeva.

-Tu come hai fatto a…-

-Kenneth.- rispose Lloyd. Era stanco di menzogne e giochetti. La ragazza però non ne sembrò così turbata. Con un mezzo sorriso si tirò indietro una ciocca castana dietro l’orecchio e annuì, mordendo via un altro pezzo di pancake che Lloyd le aveva offerto. -Lo sapevo che lui.. c’era. Non ci avrebbe abbandonato. Ce l’aveva promesso, sai? Ero una bambina sola e triste, non avevo amici, ma lui c’era sempre al mio fianco e, con lui, non mi sentivo mai sola. Avevo avuto un brutto incubo la notte prima della sua partenza, avevo pianto e lui… mi aveva detto che sarebbe tornato, qualsiasi cosa fosse accaduta. E l’ha fatto…-

Una lacrima scura di mascara scese dalla sua guancia pallida, un vago sorriso sulle sue labbra sbavate di rossetto. -I pancake sono buonissimi. Lui è sempre stato bravo a farli.-

Lloyd non rispose, ma annuì silenziosamente. Aveva tanti pensieri nella testa, e il mare davanti a loro era agitato come i pensieri di Lloyd. Si erano fermati a riposare, a nascondersi e a mangiare in una baita vicina al mare, di solito usata dai pescatori per tenere reti e attrezzi di ricambio. E ora due fuggitivi.

Il ragazzo si concentrò sul mare in tempesta, dello stesso colore scuro degli occhi di Ken quel giorno.

Ken…

-Dov’è Jo?- chiese, finendo lo spuntino. Charley abbassò lo sguardo, pulendosi una guancia dal mascara colato. -Lei… lei ha fatto una stronzata e Rob l’ha presa e buttata in scantinato. Non si può entrare nello scantinato. Solo mamma e papà possono, e lui l’ha chiusa a chiave lì sotto. Ho paura per lei, ma… Alfie ha detto che se ne sta occupando. E mi ha detto di scappare perchè papà può fare del male solo a me.-

-E perchè non sei scappata, scema?-

Il rimbecco di Lloyd la ferì più del previsto, o forse il giusto, tanto quanto voleva Lloyd. Sgranò gli occhi nocciola e rimase a fissarlo con stupore, come se avesse risolto un qualche impossibile teorema matematico. -Io… non posso. Non da sola. Mi avrebbe… no, non…-

Era terrorizzata.

-Ho paura che... Kenny si dia le colpe per averci lasciati con Rob. Ma non è stato lui! Lui ci voleva bene, lui…-

Charlotte deglutì così forte che Lloyd si sentì raschiare la gola. Le passò una bottiglietta d’acqua che aveva trovato nello zainetto, e chissà come ci era finita lì. Lei la afferrò come nel deserto e la bevve, lasciando sul bordo del collo della bottiglia ciò che rimaneva del suo rossetto. -Ero una bambina, ero felice che mio padre naturale fosse tornato a casa. Ho paura di aver offeso Kenneth facendo così. Lui… lui per me contava così tanto, per me lui era il mio vero e unico padre, lui per me conta ancora tanto! Non ce l’ha con me, vero?-

Il suo sguardo fece male a Lloyd, nel profondo. Tutti amavano Kenny e Kenny amava tutti. Anche lei, anche Jo e Alfie, e anche Lloyd stesso. Sorrise, senza segni di strafottenza. -No. Lui ti vuole bene, me l’ha detto. Non smetterà mai di volertene, a te e ad Alfie e a Jo. Così… così ha detto quel cretino rosso.-

Perché l'aveva detto? Non era una bugia, eppure non erano nemmeno fatti suoi.

Anche Charley sorrise, un sorriso un po’ bruttino ora che aveva un occhio nero e il trucco colato ovunque. Ma era un sorriso di speranza, di bei ricordi, di un bel passato e di un, possibilmente, ancora migliore futuro.

-Torneremo al tramonto. Di notte, Kenny è molto più forte.- continuò Lloyd, cercando di scrollarsi di dosso l’imbarazzo di aver detto quella frase poco prima.

Charley annuì, ma non parve davvero ascoltarlo. Finì il suo pancake a sua volta e rimase a guardare il mare, in attesa.

Lloyd era preoccupato per Jo e per Kenny, che dovevano trovarsi assieme in quel momento. Pensò all'aumento di temperatura nell’hotel, al bacio di Kenneth, e al mare del Nord che lo aveva reclamato quasi diciotto anni prima. Pensò alla gentilezza con cui aveva trattato Charley, e il sorriso con cui lei l’aveva ringraziato.

 




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