Volevo ucciderti

di Frida Rush
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Volevo ucciderti.

Per anni non ho pensato ad altro. Ma adesso... adesso che mi ritrovo di fronte a te, a spingerti contro la parete metallica della sala all'interno della tua nave... ora che mi ritrovo a pochi millimetri dal tuo viso e posso osservarne più da vicino il candore, in netto contrasto con gli occhi rossi e le labbra nere, ora che quelle stesse labbra non fanno altro che chiamarmi, bramarmi e cercarmi, non ne sono più così sicuro. 
Ti osservo la bocca, così piccola e sottile, le labbra leggermente schiuse che lasciano trasparire la sorpresa, così come i tuoi occhi, di solito beffardi e sicuri. 

Mi avvento ancora sulla tua bocca e, dopo un attimo di smarrimento, ti sento ricambiarmi con foga, sento la tua fame che aumenta, sento il gelo delle tue mani entrarmi nelle ossa mentre mi afferri con fermezza, stringendomi mentre mi premo contro di te. 
Ti sento ricambiare persino questo, sento il tuo bacino spingersi contro il mio, a cercare un contatto più intimo, irruento e passionale, un movimento che riflette la tua natura demoniaca, ma anche carismatica. 

Dalle tue labbra escono mugugni e respiri affannosi che vanno, questa volta, in contrasto con gli insulti e gli ordini che sei solito impartire, inspiro il tuo odore dolciastro, espiro sulla tua pelle e percepisco il tuo alito freddo sulla mia carne ormai rovente. 
Com'è possibile che il tuo intero corpo abbia una temperatura così bassa? 
Ho il petto in fiamme, sento l'aria intorno a noi che si fa pesante mentre i tuoi denti candidi si avventano sulle mie, di labbra, spostandosi poi sul collo, dove ti soffermia a lasciare un doloroso segno.
Mi guardi quasi con sfida.

Hai fame, Frieza?
Hai fame del principe dei Sayian? 
Lo sento, Frieza, sento il desiderio che si fa strada dentro di te, così come in me, le tue mani assassine mi percorrono il corpo, poi mi stringi i capelli dietro la nuca, mi fai male e stavolta sei tu a premere il volto contro il mio, facendo scontrare prepotentemente la tua lingua contro la mia. 
La tua mano libera finisce pericolosamente vicino al mio ventre, faccio in tempo ad affertarla per poi bloccarla contro la parete, al lato della tua testa. 
Ti sento sorridere contro la mia bocca e, devo ammettere, non riesco a non fare altrettanto. 

Volevo ucciderti, ma adesso che ti ho assaporato voglio solo... divorarti.

 




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