You belong to me.

di str4ngebatch
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Era successo tutto in un attimo.

Un caso, una corsa e uno sparo. 

Sherlock doveva aspettarselo. Era troppo agile per non schivare un proiettile, ma John? Oh, John era lento nel capire, e nonostante, molto in fondo, sapesse che il suo compagno ne sarebbe uscito illeso, si era buttato davanti a lui prendendosi il colpo al suo posto.

L’arrivo dell’ambulanza fu immediato, e anche se era sicuro che sarebbe sopravvissuto, grazie alle sue doti di medico, Sherlock non lo era.

Era letteralmente andato in panico.

 

 

 

4 ore prima.

 

John, più veloce! Sta scappando!”

Si ferma per aspettarlo, poiché il medico è più lento di lui.

 

“Tu e le tue maledette gambe lunghe!” scuote la testa John, per poi sbarrare gli occhi e lanciarsi verso di lui. “Sherl- Ahh!”

Cade a terra, tenendo la mano sull’addome da cui fuoriesce, senza fermarsi, il sangue.

 

“John! Sei un idiota, uno stupido idiota! L’avrei mancato!” Si inchina davanti a lui e lo guarda, preoccupato. Posa una mano sulla sua guancia, accarezzandola. “Ti sei graffiato, cadendo. Chiamo l’ambulanza, sta uscendo troppo sangue!” Preme la sciarpa contro la ferita, mentre chiama il 999*.

 

“S-sto bene, Sherlock” Ansima John. “R-rilassati ora!”

 

“Stai morendo! Ti rendi conto della tua idiozia? John!” Lo guarda Sherlock. “Come faccio se tu muori?” Mormora.

 

“Non m-muoio” sussurra.

Poi è il buio totale.

 

“John? John!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando John si sveglia, la prima cosa che vede è un soffitto bianco.

Pensa di essere in paradiso. 

Ritorna alla realtà quando, abbassando lo sguardo, trova un’ammasso di riccioli neri sul suo petto.

“Sherlock?” mormora, rivolto verso il suo compagno apparentemente addormentato, che invece, appena sente la sua voce, alza immediatamente la testa.

 

“John, sei sveglio.”

 

“Brillante deduzione.” sorride John. “Quanto ho dormito?”

 

“Qualche ora, credo di aver perso di vista l’orologio.” sospira, mentre si sistema sulla sedia. “Oggi sei stato tu l’incosciente. Non sei stato per niente prudente. Tra l’altro avevo tutto sotto controllo!” Lo guarda Sherlock, un misto tra il preoccupato e l’arrabbiato. 

 

“Pensavo ti avrebbe colpito. Non potevo perderti. Non ancora.”

 

Durante i due anni di assenza, John non si era mai rassegnato al fatto che Sherlock fosse morto. L’aveva visto cadere da un tetto, si, ma non poteva crederci. Perdonarlo non era stato facile, ma quando poi successe, entrambi confessarono i loro reciproci sentimenti, e la loro amicizia si trasformò in una stupenda e turbolenta relazione.

 

John lo guarda serio. “Vieni qui e baciami, invece.” Accenna un sorriso, mentre si tira su, seduto, con la schiena appoggiata al cuscino. 

Sherlock avvicina ancor di più la sedia al lettino e si sporge verso John, facendo incontrare le loro labbra in un dolce bacio, che si trasforma poi in un esplorarsi appassionato.

 

“John, promettimi che non farai mai più una cosa del genere.”

 

“Non posso, Sherlock. La tua vita mi appartiene, e farò di tutto per preservarla.”

 

 

 

 

 

Note:

*Il 999 è il numero delle emergenze in Inghilterra.

 

Spazio Autrice:

Ciao a tutti! Finalmente sono tornata.

Sono stato giorni parecchio difficili, ma ho ritrovato l’ispirazione!

Sono piuttosto soddisfatta di questa storia, spero possa piacere anche a voi!

Alla prossima!

—Ale.





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