Fandom:
MacGyver (2016)
Rating:
Arancione
Personaggi/Pairing:
MacDalton, Team Phoenix
Tipologia:
One-shot
Genere:
Hurt/comfort, Sentimentale
Avvertimenti:
Slash, Sentinel!AU della 2x04
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama
ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.
Note:
Dedicata a Mairasophia.
STAND
BY ME
"911,
qual è l'emergenza?"
"Sentinella
in zone, estremamente fragile e nessuna delle Guide qui presente riesce
ad aiutarla. È strisciato fuori da un tombino ed
è collassato sul ciglio della strada e da allora non si
è più mosso."
"Signora,
può ripetermi il suo status? E vede da qualche parte un
animale spirituale che possa comunicare con voi?"
"Guida
Miller, ero a passeggio con mio marito quando questo ragazzo
è uscito dal tombino in mezzo alla carreggiata e si
è aggrappato al mio cappotto prima di cadere. Non risponde
più ad alcuno stimolo. Ho cercato di tirarlo fuori io stessa
con l'aiuto di altre Guide presenti ma percepiamo la presenza di un
legame, da qualche parte ci deve essere una Guida che lo sta cercando e
che può aiutarlo. No, nessun animale spirituale, qualunque
cosa gli sia accaduta deve aver influenzato anche lui."
"Guida
Miller, lei è una Guida legata?"
"Sì,
mio marito è una Sentinella e anche lui conferma che sente
la presenza di una Guida sul suo corpo. Lui dice che sente una vaga
presenza spirituale ma è debole."
"E
neppure le altre Guide lì presenti, tra quelle non legate,
sono riuscite ad aiutarlo?"
"No,
non è in buone condizioni e ha bisogno di aiuto."
"D'accordo.
Può descrivermi la Sentinella in questione?"
"Deve
avere sui venticinque anni, biondo e magro. Ha dei buchi sulle braccia
e pensiamo che sia stato vittima di qualche aggressione."
"Vedo
dai rapporti che la Fondazione Phoenix ha denunciato la scomparsa di
una delle loro Sentinelle tramite il SGC, li abbiamo contattati e hanno
detto che manderanno la Guida della Sentinella scomparsa per
l'identificazione e l'eventuale recupero.”
“D’accordo.
Comunque io e un altro paio di Guide resteremo qui con lui fino al loro
arrivo.”
***
Jack
Dalton sedeva sul retro dell’ambulanza che la Fondazione
aveva mandato in strada per rispondere alla segnalazione, da parte del
9-1-1, di una Sentinella in zone la cui
descrizione combaciava con quella di Mac: con l’aiuto di
Bozer e Sam, che pur essendo mondani erano tra i
pochi di cui Jack si fidava quando si trattava della sicurezza e del
benessere di Mac, si stava cambiando per prepararsi alla sfida che lo
aspettava.
“Amico,
non vedo Mac in una zone così profonda
dal giorno in cui sua madre è morta. Se è davvero
nelle condizioni critiche in cui dicevano che fosse, avrai bisogno di
togliere tutta quella roba di dosso.” Aveva detto Wilt con
aria cupa mentre gli passava un completo di maglietta e pantaloni di
cotone da indossare al posto della tac vest.
Senza
rispondere, e unicamente concentrato sul cercare di sentire la presenza
di Mac tanto più si avvicinavano al punto indicato, Jack si
cambiò meccanicamente mentre il suo cervello si riempiva di
scenari drammatici e tragici e la sua preoccupazione, il suo imperativo
più grande, prendeva piede e gli premeva il petto come una
morsa.
La
tua Sentinella ha bisogno di te.
Sbrigati,
Guida.
Con
la schiena poggiata contro la parete del mezzo, Jack finì di
allacciarsi le scarpe pulite prima di chiudere gli occhi nel tentativo
di approfondire la ricerca della presenza spirituale di Mac da qualche
parte, magari avrebbe potuto…
Attingendo
a tutta la sua calma, Dalton inspirò un paio di volte e
focalizzò la propria attenzione sulla calda e rassicurante
presenza sempre al suo fianco per renderla visibile: un paio di minuti
dopo, dove non c’era niente tra lui e i suoi compagni,
apparve un bel lupo grigio, dai profondi occhi color del ghiaccio, che
si guardò attorno alla ricerca di qualcosa.
O
qualcuno.
“No,
Bruce,” disse la Guida mentre allungava la mano per
accarezzare il proprio animale spirituale dietro le orecchie:
“Non ci sono né Mac né Talon qui. Mac
è nei guai e ho bisogno che tu vada a cercarlo, puoi farlo
per me?”.
Bruce
il lupo alzò il muso e lo poggiò sul grembo del
proprio partner, scambiandosi con lui una lunga e intensa occhiata;
qualche secondo dopo, l’animale diede in un profondo ululato
e, con un balzo, attraversò la parete del mezzo e scomparve
alla vista.
Sam,
che era rimasta in silenzio fino a quel momento, sospirò:
“Non ho mai visto un animale spirituale materializzarsi. Che
animale ha Mac?”
“Un’aquila
reale.” rispose Bozer con un sorriso malinconico:
“Quando eravamo ragazzi e io avevo paura del buio, Talon era
sempre appollaiato sul mio letto. Mac non mi ha mai detto niente ma io
so che lo faceva per tenermi compagnia e farmi sentire al
sicuro.”
“Quindi
Mac ha vissuto con te prima di Los Angeles?” chiese Sam
sorpresa: “Sì, certo. Mia madre e mio padre sono
entrambi Guide e suo nonno era un mondano, io non sono mai andato
online ma i geni sono quelli. In famiglia abbiamo fatto da buffer a Mac
quando io e lui eravamo bambini e spesso restava a dormire, aveva il
suo spazzolino e il suo pigiama nel mio armadio. Quando è
andato in Afghanistan ero preoccupato per lui: non aveva una Guida e
fino a quel momento non avevano trovato un match genetico. Poi ha
conosciuto Jack.” Wilt aveva uno sguardo affettuoso mentre
raccontava succintamente del proprio legame con Mac.
“Quando
lo conobbi, era una Sentinella rompicoglioni e arrogante e io ero
uscito dall’ennesima relazione sbagliata con una Sentinella
che non era il mio match genetico. Quando entrambi fummo portati in
infermeria una volta dopo l’ennesima scazzottata, scoprirono
che non solo eravamo compatibili ma che eravamo
perfino…”
“Destinati,
giusto?”
“Già,
Sam… Fu uno shock per entrambi ma le analisi non mentivano e
neppure il bisogno di stare insieme, di darci addosso per avere una
scusa per farlo. Il Comando decise di metterci in coppia, lui
artificiere e io vedetta. Lavoravamo maledettamente bene, anche se non
mancavano le discussioni. Poi il servizio finì e parlammo a
lungo su cosa fare.”
Nel
mezzo cadde il silenzio mentre Bozer e Cage guardavano Jack che
respirava profondamente, sicuramente alla ricerca di Mac tramite gli
occhi di Bruce.
Quando
riprese a parlare, fu come se il tempo avesse ripreso a scorrere.
“Poi
venne il DXS, la Fondazione, il resto è storia vecchia. Ma
siamo sempre rimasti insieme, il nostro rapporto non è
mutato.”
“Siete
platonici?”
“Cage!”
“No,
Bozer. È una domanda lecita. Non mi piace rispondere ma deve
sapere. Sì, al momento siamo platonici. Abbiamo discusso
spesso su come comportarci ma in Afghanistan lui era troppo giovane e
gli ultimi anni sono stati duri per entrambi. So che lui
vorrebbe… e anche io, non lo nego. Ma ho paura che la
differenza di età tra noi sia davvero troppa.”
“Oh,
Jack! Basta con questa stronzata della differenza
d’età!”
Di
scatto, l’agente più giovane a bordo diede una
manata al braccio di Dalton e lo guardò con aria irritata
mentre Sam, curiosa, faceva saettare lo sguardo ora sull’ex
Delta e ora sullo scienziato: “Sai benissimo come la pensa
Mac, sai benissimo che a lui non gliene frega un accidente se hai
l’età che potrebbe avere suo padre, sei il suo
match genetico, per la miseria, e farebbe di tutto per renderti felice.
E sai che già lo fa.”
“Lo
so, amico, e questo non fa che spaventarmi! Sono una vecchia Guida
stupida e lui è una Sentinella con il quoziente intellettivo
di Einstein!”
“Jack,
sai che stai parlando così perché stai entrando
in risonanza con la fragilità emotiva e sensoriale di Mac in
questo momento. Questo significa che se anche il vostro legame
è platonico, a questa distanza è comunque
abbastanza potente da unirvi. Il bonding completo è soltanto
una formalità che rende questa connessione del tutto
stabile.”
Jack
stava per ribattere quando all’improvviso
impallidì sgranando gli occhi e si appoggiò alla
parete dietro di sé per non cadere: “È
Bruce…” mormorò prima che Cage
scattasse per afferrargli il braccio: “Ha trovato Mac e
Talon…”
§§
“9-1-1,
qual è l’emergenza?”
“Salve,
ho chiamato prima per quella Sentinella in zone. Sono appena apparsi
due animali spirituali accanto a lui, un lupo che tiene tra le zampe
un’aquila reale, l’aquila reale non ha un
bell’aspetto ma il lupo non permette a nessuno di
avvicinarsi, ringhia non appena qualcuno di noi si muove. Perfino i
nostri animali spirituali non possono fare niente.”
“Guida
Miller, giusto? Il lupo potrebbe essere l’animale spirituale
della sua Guida.”
“Non
è impossibile, spero solo che si sbrighi, non sembrano avere
molto tempo. La Sentinella trema ma non possiamo avvicinarci per fargli
indossare qualcosa e tenerla al caldo.”
“L’ambulanza
è a pochi isolati di distanza dalla vostra posizione, il
lupo è certamente la possibilità di sopravvivenza
migliore per lui. Non fate gesti inconsulti e aspettate che
arrivino.”
§§
Quando
l’ambulanza svoltò l’angolo e
s’infilò nella strada dove avevano segnalato la
presenza di Mac, Jack era pronto.
Seppur
pallido, stava appoggiato al portellone del mezzo per essere il
più rapido possibile ad intervenire e non attese neppure che
il veicolo si fosse fermato per aprirlo dall’interno e
gettarsi fuori; abbagliato per un attimo dalla luce del sole,
rotolò sull’asfalto e scattò subito in
piedi.
Il
legame con il lupo e con Mac lo fece voltare con sicurezza verso il
punto dove percepiva la loro presenza: non si curò di Bozer
e Cage che erano saltati dietro di lui ma si precipitò
subito presso il capannello di persone ammassato accanto al
marciapiede: “Lasciatemi passare!”
sgomitò tra la gente, concentrato unicamente sulla voce di
Bruce dentro di lui che lo chiamava e la sensazione di completa
paralisi che emanava il legame con Mac.
Quando
infine riuscì a raggiungere la sua Sentinella, la scena che
si trovò davanti gli strinse il cuore: Bruce aveva il muso
posato in grembo a Mac e alternava lappate sulle sue mani a leccate
delicate sul capo di Talon, abbandonato come un pulcino tra le gambe di
Angus.
Il
suo sguardo era del tutto assente, sgranato, aveva la fronte imperlata
di sudore e un rivoletto di sangue che gli scivolava lungo il braccio
coperto dai brandelli della camicia.
Ignorando
tutti quelli che lo circondavano e concentrato unicamente sulle
condizioni della sua Sentinella, Jack si inginocchiò accanto
a Mac e ne prese la mano tra le proprie, sorridendo al contempo a Bruce
a mo’ di ringraziamento; nel breve sguardo che i due si erano
scambiati, Dalton si era raccomandato perché si occupasse di
Talon.
Il
lupo lanciò un ululato soddisfatto e, preso con delicatezza
Talon in bocca, lo spostò di qualche centimetro prima di
riprendere quello che stava facendo in precedenza, permettendo al
proprio partner di prendersi cura della Sentinella bisognosa.
Con
lenti e misurati gesti, Jack massaggiava il polso di Mac:
“Ehi, piccolo. Mi senti? So che sei confuso, ma è
tutto a posto, ci sono io ora. Focalizza l’udito sulla mia
voce e abbassa piano i livelli, senza fretta. Probabilmente senti
ancora il tocco di Murdoc, ma queste mani sono le mie, non appartengono
a quello psicopatico. Ti ricordi?”
A
Mac sfuggì di bocca un rantolo e, per un istante brevissimo,
ricambiò la stretta di Jack.
“Bravissimo,
piccolo. Scommetto che il problema è l’udito,
giusto? È lui che ti ha mandato in zone.
Senza fretta, abbassalo poco per volta.”
Senza
interrompere il contatto con la sua mano, la Guida si tirò
addosso la Sentinella, facendogli posare il capo sul proprio petto:
“Concentrati sul battito del mio cuore, ogni tre, abbassa di
un livello, sì, così… Ancora un
po’…”
Dopo
parecchi minuti, finalmente, Mac inspirò profondamente e
diede cenni di vita, aggrappandosi alla maglietta di Jack e beandosi
del suo profumo; così facendo, lasciò scorrere
via lo stress di quello che era accaduto, riducendolo a una sensazione
ronzante nelle sue orecchie mentre il resto dei suoi sensi era del
tutto concentrato su Jack che lo stringeva tra le braccia con cura
infinita.
“T-Talon…?”
“Shh,
sta bene. Bruce è con lui.”
Sam
e Wilt, che avevano allontanato la folla di modo da lasciare loro lo
spazio di respirare, si avvicinarono ai compagni: “Lo
portiamo alla Fondazione.” dichiarò deciso Jack
nel vederli, “È ancora fragile e non voglio
portarlo in un pronto soccorso quando ha i sensi così a
puttane, rischia un’altra zone.”.
“Matty
ha fatto preparare la stanza insonorizzata al quarto piano.”
rispose Bozer mentre agitava il proprio cellulare: “Ci
aspetta lì.”
“P-posso
camminare.”
“Finché
non sappiamo cosa ti abbia dato quel bastardo, tu non ti muovi da
solo.”
Concordando
con lui, Bruce ululò di nuovo mentre Talon, con espressione
di disappunto verso il suo partner fisico, fece schioccare il becco
irritato: “Visto, anche lui è contrario. E con tre
voti contrari, vinciamo noi.” decretò Dalton prima
di sollevarlo.
Mentre
la Guida trasportava la Sentinella verso il mezzo in attesa, Bruce
aveva preso in bocca Talon con delicatezza e li aveva seguiti, balzando
a bordo un istante dopo di loro; reclamò per sé
un angolo tranquillo e continuò a occuparsi
dell’aquila come aveva fatto fino a quel momento, e come
faceva sempre da quando i loro testardi partner terreni si erano uniti
in quel legame platonico, frustrati tuttavia per la mancanza di un
legame fisico e per la creazione di un bonding completo: se quei due
avessero deciso prima di crearlo, senza girarci intorno come avvoltoi
su una carcassa, probabilmente sarebbero riusciti a trovarli prima che
Murdoc usasse la Sentinella come puntaspilli.
Una
volta saliti tutti a bordo, l’ambulanza si mise in moto e, in
pochi minuti, erano di nuovo per strada, a sirene spiegate verso la
Fondazione.
§§
Jack
non poteva crederci.
Mac
lo stava baciando. E no, non come un amico bacia un altro amico sulle
guance, ma con l’urgenza e il bisogno di una Sentinella che
bramava un legame fisico con una Guida.
Chiaro
come il Sole.
Con
la feralità che raramente Mac mostrava ma che mandava Jack
fuori di testa ogni volta che metteva il naso fuori, Angus gli era
saltato addosso nella semi-oscurità della stanza
insonorizzata che, alla Fondazione, era loro territorio; seppur debole
e con le orecchie che ronzavano ancora, la Sentinella aveva aggredito
le labbra della Guida e ne aveva cinto il collo con le braccia mentre
il loro legame platonico bruciava sotto la febbre del desiderio.
Incapace
di reagire, e anche poco invogliato a farlo, Jack lo aveva lasciato
fare; quando però Mac interruppe il tutto, gli
sfuggì un lamento di protesta; con gli occhi aperti e
puntati in quelli azzurri della Sentinella, la Guida ebbe un fremito:
“Ora basta.” aveva mormorato il più
giovane, “Ci giriamo intorno da anni, ti ho lasciato spazio
ma da adesso in poi decido io.”
“Prepotente…”
“Jack…”
Il
tono di voce di Mac era diverso dal solito, più autoritario,
più – Dalton sentì il sangue fluire
verso i genitali – da Sentinella, quel tono che lui non
poteva ignorare e che, se non avesse avuto ancora un briciolo di
dignità, l’avrebbe portato a strapparsi di dosso
le mutande per donargliele.
Ma
si trattenne mentre Angus, con mano leggera, tracciava i suoi pettorali
sotto la maglietta: “Questa cosa fa male a entrambi. So che
pensi che sei troppo vecchio per me, che sei troppo stupido per me
– so tutto, è inutile che fai quella faccia
– ma non è importante per me.”
riuscì a dire lui, nonostante la stanchezza solo di poco
mitigata dalla presenza di Jack al suo fianco, con gli scudi della
Guida alzati al massimo per schermarlo dalle emozioni esterne.
Era
stata una lunga giornata, Murdoc l’aveva pompato di vari
tranquillanti e sostanze psicotrope e l’unica cosa che
l’aveva tenuto sano era stato il pensiero di Jack e di
potergli infine strappare di dosso quell’assurda convinzione
per poter portare avanti il bonding ed essere finalmente quello che
erano destinati ad essere: una cosa sola.
Con
una mano sul fianco di Dalton, Mac si appoggiò a lui e
infilò il viso nell’incavo del suo collo prima di
passarci sopra la lingua con delicatezza: “Non sono
più un bambino e non ho intenzione di far scappare la mia
Guida, non se posso impedirlo.”
Il
tono della Sentinella, quel misto di supplica e comando che era
riuscito a mettere insieme in un amalgama irresistibile,
buttò giù gli ultimi, fragili muri che ancora
circondavano il cuore di Jack, quegli ultimi muri che non ricordava
neppure di aver tirato su per impedirsi di fare gesti inconsulti; con
le braccia avvolte attorno al corpo di Angus, lo strinse con forza e lo
obbligò a tenere l’orecchio posato sul suo petto:
“Dovrei essere felice, e lo sono, ma sono anche terrorizzato
a morte.” ridacchiò con un filo di voce,
“Non è solo sesso come con gli altri,
è… diverso. Tu sei diverso.”
“Jack,
sono andato in guerra a 19 anni, pensi mi spaventi legarmi fisicamente
a una persona di almeno vent’anni più vecchia di
me ma che so che mi ama?”
Nel
cuore della Guida si ruppe qualcosa, tutte le sue pare mentali, e si
gettò sulle labbra della Sentinella per baciarlo fino a
lasciarlo senza fiato; sempre tenendolo tra le braccia, lo fece
sdraiare sul materassino e lo coprì con il proprio corpo:
“Se ne sei sicuro…” mormorò
sulle sue labbra prima di riprendere a baciarlo senza pause.
Mac
annuì e chiuse gli occhi, lasciando che la sensazione del
legame lo avvolgesse come le braccia di Jack: “Mai stato
così sicuro in vita mia.” ribatté lui.
“Però
lascia fare a me, ok? Ti chiedo solo questo, so che è
irregolare ma non voglio che tu svenga nel bel mezzo del processo per
tutta la merda che ti ha dato Murdoc.” Il tono di Dalton era
serio e carico di energia, quel particolare tipo di forza spirituale
che mandava Mac fuori di testa e che risvegliava in lui tutti gli
istinti primordiali della Sentinella.
Quel
tipo di forza spirituale che gridava Guida in ogni lingua conosciuta.
“Se
me lo chiedi così, come posso dirti di no?”
“Sfacciato.”
“D’accordo,
fai quello che vuoi… Ma questo bonding…
s’ha da fare.”
Per
tutta risposta, Jack si chinò su di lui e lo
baciò sulle labbra con dolcezza, prima di tracciare una
linea di baci e leccate lungo il collo del più giovane:
“Non controllare i sensi, lasciali liberi di riconoscere la
mia impronta spirituale.”
Nella
mente di Mac si alternavano sensazioni del tutto diverse, dalla
stanchezza per la giornata al sangue che ribolliva nelle sue vene per
l’imprinting che i suoi sensi stavano avendo su Jack: il
suono del battito del suo cuore, il sapore delle sue labbra, la
sensazione della sua pelle sotto le sue dita, l’odore dei
feromoni della Guida, il colore intenso dei suoi occhi…
Anche se, in misura minore, quell’imprinting c’era
già stato durante il bonding platonico,
l’intensità era aumentata di almeno cento volte in
quel frangente.
In
un attimo, Angus si ritrovò spogliato di tutti i vestiti che
aveva indosso e l’unica cosa che sentiva sulla sua pelle era
il familiare calore che veniva irradiato dal corpo di Jack, quel calore
che non solo sapeva di casa ma che sapeva anche di possessione, amore,
protezione: quel calore che definiva la persona del suo partner, della
sua Guida, della persona più importante al mondo per lui.
Mentre
le sue mani tracciavano complicati disegni sulla schiena di Dalton,
quest’ultimo era arrivato a baciarlo sulle anche prima di
occuparsi della parte inferiore del corpo, che venne letteralmente
avvolta da una miriade di sensazioni, sensazioni religiosamente
catalogate da Mac tanto più diventavano vivide e palpabili.
Ebbe
un fremito quando Jack iniziò a prepararlo mentre un
frammento di paura gelida gli scivolava nello stomaco, ma si impose di
controllarlo: non era solo sesso, era amore, e non doveva averne paura;
certo, era più semplice abbandonarsi al puro istinto e alla
lussuria di un rapporto fisico senza alcuna implicazione sentimentale
ma lui bramava quel tipo di rapporto permeato di fiducia, rispetto,
completa e totalizzante adorazione e lo desiderava con ogni fibra del
suo essere.
All’improvviso,
sentì le mani di Jack abbandonare la sua pelle e si
lamentò, venendo tuttavia azzittito da un bacio sulle labbra
e dalla sensazione di un cuscino imbottito di grano sotto la propria
testa: “Shh.” mormorò la Guida,
“Volevo solo farti stare comodo.”
“Sono
sopravvissuto a mesi in Afghanistan su una brandina militare, non
sarà un materassino a fermarmi.”
“D’accordo,
ma il cuscino te lo tieni lo stesso. I soldi del budget sono comunque
stati spesi, perché non sfruttarli?”
I
minuti che precedettero il momento che tanto agognava, Mac li avrebbe
ricordati per tutta la vita: le dita di Jack dentro di lui, le labbra
sui suoi genitali e la sensazione di calore che partiva dal basso
ventre e si propagava per tutto il corpo, il tutto mischiato e
amalgamato con una musica lontana che sentiva solo lui, una canzone che
eruttava dal profondo del loro legame che, come loro, stava mutando.
“No
I won't be afraid, no I won't be afraid, just as long as you stand,
stand by me…” la voce di Jack che cantava
all’orecchio di Mac, perso nelle sensazioni che il corpo
della sua Guida gli dava, era carezzevole e gentile, parlava dritta al
cuore ed era una promessa forgiata nel più profondo recesso
della loro anima, in quel momento condivisa come una sola.
“Whenever
you're in trouble won't you stand by me…” rispose
la Sentinella sorridendo mentre Jack premeva contro di lui ed entrava
con facilità estrema nel suo corpo, come se fosse una cosa,
non osava dirlo a voce alta, normale.
Normalità.
Non
l’avrebbe mai più data per scontata: la presenza
dell’ex Delta riscriveva qualunque definizione di
normalità che poteva aver avuto nella sua vita fino a quel
momento.
“Tutto
bene, piccolo?” chiese Dalton con il viso
nell’incavo del collo di Mac; questi sorrise ma non disse
nulla, incapace di farlo e del tutto travolto dal mix di amore e
possesso che provava nei confronti del più anziano.
“Se
non ti sbrighi e la smetti di parlare, ti appendo al soffitto e ti
lascio lì.”
“Devo
nascondere tutte le corde che ci sono in giro, allora.”
“Mi
basta una graffetta per farlo, e lo sai.”
Senza
preoccuparsi di trattenere la propria risata, Jack si chinò
su di lui e lo baciò sulle labbra – la frizione
dei loro corpi strappò un gemito a Mac -: “Goditi
il viaggio.”
Quando
il legame esplose, completando la propria trasformazione in quel
qualcosa di più profondo e radicato che era il bonding
completo, accadde in contemporanea con il rilascio della Guida dentro
la Sentinella ed era quanto di più
“giusto” entrambi avessero mai provato nella loro
vita; senza accorgersene, Mac aveva anche versato alcune lacrime,
prontamente asciugate da Jack, e fu sempre lui a ripulirlo, con
delicatezza, alternando alle passate dell’asciugamano umido
piccoli baci sugli occhi.
Con
la mente ancora ottenebrata dalla foschia post-orgasmo, si
lasciò prendere tra le braccia dalla Guida e
lasciò che i sensi entrassero in risonanza con la presenza
della stessa: non fosse stato così esausto, probabilmente
avrebbe ricambiato il favore di Jack e gli avrebbe dato un assaggio di
quello che era capace ma in quel momento voleva soltanto rannicchiarsi
tra le braccia di Dalton e restare lì fino alla prossima
glaciazione
E
magari oltre.
Doveva
essersi appisolato perché, quando riaprì gli
occhi, trovò Jack già vestito e lui avvolto in
una coperta: “Appena ti senti pronto, dovremmo uscire. Matty
ha mandato un messaggio. Dobbiamo trovare quel bastardo di Murdoc e
fargliela pagare.”
Con
uno sbadiglio, Angus tirò fuori una mano dalla coperta e
strinse il polso di Dalton prima di portarselo alle labbra e baciarlo:
“Se ti tocca, è morto.”
“Possessivo,
eh? Mi piace questo nuovo Mac.”
“Non
è nuovo, c’è sempre stato. Ma era
tenuto sotto controllo, Guida.”
“Sentinella,
se Murdoc si avvicina a te un’altra volta, lo riduco a
brandelli.”
E
mentre si baciavano di nuovo, il legame dentro di loro
risuonò ancora, suggellando una volta per tutte
l’appartenenza l’uno all’altro.
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