La giusta Primavera

di apeirmon
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L’alito di Aslan era caldo, ma Edmund avvertiva comunque una sensazione di freschezza nelle ferite inferte dalla frusta del nano, che si rimarginarono all’istante.

- Grazie… Io non lo sapevo che eri buono.

- Non punirti con altre menzogne, figlio di Adamo! Hai già perso abbastanza. Sai riconoscere la bontà e la malvagità, ma hai deciso di mascherare la strega da buona per non affrontarla e me da malvagio perché non ero presente e non potevo difendermi. Lo stesso vale per i tuoi fratelli: mentre loro hanno cercato di metterti in guardia dal pericolo in cui ti stavi mettendo, tu hai scelto di non usare il coraggio che possiedi e hai preferito agire contro di loro, poiché sapevi che era più facile e che non avrebbero reagito.

- “In guardia”? Ma loro non sapevano che avevo incontrato la Regina.

Aslan ruggì e Edmund, anziché abbassare lo sguardo sul prato per il timore, venne invaso da una consapevolezza così intensa da dargli la forza di guardarlo negli occhi splendenti.

- Sai bene che non sto parlando della strega: il pericolo in cui ti sei messo è la finzione in cui sei caduto, l’aver abbassato la guardia e aver messo la comodità prima della Giustizia, l’aver insultato la piccola Lucy anziché provare a comprenderla, l’aver ignorato i consigli affettuosi del preoccupato Peter e l’aver fatto preoccupare tutti e tre! Ora hanno bisogno di saperti al loro fianco, pronto ad aiutarli in caso di necessità.

Edmund ora vedeva che i suoi fratelli, di cui si era voluto sentire avvantaggiato, erano tristi per lui e volevano che ritrovasse la stima di se stesso. Per la prima volta nella sua vita, ebbe il coraggio di considerarli non degli avversari con cui competere, ma la sua famiglia a cui regalare gioia. E non solo loro: riconosceva chiari come le nuvole bianche sopra di lui gli amici che mantenevano con fermezza decisioni buone per tutti, a costo di sacrificare alcune parti dei propri desideri.

Sentiva la forza necessaria per poter fare lo stesso: sarebbe stato attento a cosa era meglio per loro e aveva la certezza che si sarebbe sentito bene in qualunque situazione potesse trovarsi.

A un tratto l’inverno dentro Edmund si era sciolto.

- Mi fido completamente di te, Aslan.

- E io di te, mio piccolo e magnifico amico.





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