UNIVERSAL WARS – SERIE III
1° capitolo
– Atmosfera zero
Una navicella fuggiva nello spazio mentre il globo di luce creato
dall’unione tra Re Geno di Mordor e il suo popolo
s’infrangeva su Marte con potenza devastante sprigionando
un’energia distruttiva tanto forte da disintegrare ogni
costruzione umana. Su quell’unica navicella scampata alla
distruzione, sedeva Thomen che, sfruttando l’iperspazio,
raggiunse in poco tempo le astronavi del ministro Lesnar disposte nei
pressi di Giove. Istanti dopo anche Manola con le proprie astronavi si
congiunsero ai due ministri ai quali chiese informazioni dettagliate.
Lesnar fu il primo a parlare. «Primo Ministro, è
tutto vero. I nostri tre pianeti sono esplosi e i loro resti sono stati
sputati fuori dal “Varco Beronz” che, subito dopo,
si è chiuso. Le confermo anche i rapporti provenienti da
Mercurio. Il pianeta è stato arso completamente dal Sole e
le installazioni umane disintegrate.»
Thomen portava altre notizie catastrofiche. «Anche Marte
è caduto. Geno ha distrutto tutto ed io mi sono salvato
soltanto perché sono fuggito poco prima
dell’attacco.»
Manola era affranta da queste notizie ma mantenne il proprio contegno
organizzando le nuove mosse. «Re Geno ha colpito Mercurio e
Marte saltando Venere quindi dobbiamo mandare subito delle astronavi
per bloccare l’avanzata di quel muta forma invasato e nel
frattempo portare un attacco alla Terra. Thomen tu raggiungerai la Base
Luna e distruggerai quell’insignificante avamposto mentre
Lesnar tu andrai su Venere per sbarazzarti definitivamente del popolo
di Mordor. Dobbiamo essere noi a impadronirci della Terra e nello
stesso tempo mostrarci forti ottenendo due pianeti fondamentali per il
resto della nostra popolazione. Non possiamo permettere
all’imperatore di arrivare alla Terra e da lì
usare ogni arma per farci scomparire.»
Com’era previsto, Cain e le forze imperiali raggiunsero
Plutone e il gerarca si diresse nella sala consolare per parlare con
Redward. «I suoi uomini mi hanno riferito che da Iceworld
è passata una navetta e dalle informazioni che ho ricevuto
so che potrebbe essere stata la causa della distruzione delle astronavi
di Sarto.»
«Le confermo che è passata una navetta ma non so
chi ci fosse a bordo. Aveva il lasciapassare imperiale e non ho
indagato oltre.»
«Stai mentendo, dovresti sapere che ho spie anche in questo
palazzo e…» disse Cain prima di essere interrotto
da una comunicazione dell’imperatore Kherkan.
«Cain, voglio che Iceworld sia sgomberato immediatamente
quindi avete il compito di trasferire tutti su Plutone.»
«Mio signore, le confermo che Redward è complice
del Priore Angler.»
«Se lui vuole così tanto vedere la Dea
accontentiamolo. Durante la tua missione abbandonalo su
Iceworld.»
Rispettando gli ordini Cain trasferì il popolo Kilrathi e
lasciò tra i ghiacci Redward che, attirato da una voce
delicata, raggiunse la grotta in cui era rinchiusa Mickie.
L’uomo si mise in ginocchio pregando la Dea Solare mentre
Iceworld si muoveva nello spazio, questa volta per allontanarsi dal
Sistema Solare e Cain, appostato in modo da non subire danni alla
propria astronave, attivò il dispositivo della Weapon X.
Anche il primo pianeta dell’impero Kilrathi, come gli altri,
fu spazzato via in pochi attimi.
Nell’istante in cui Iceworld esplose, la voce della Dea
raggiunse ogni angolo dell'universo e la sofferenza delle sue parole
colpì così profondamente lo spirito del popolo di
Mordor che iniziò a sfaldare l’unione con il
proprio re. Il globo di luce sparì e ogni muta forma
crollò su Venere come pioggia colorata mentre su Nettuno il
Priore Angler si accasciò davanti agli occhi di Ilian.
«La Dea è morta! Ma forse no... che la Dea Mickie
sia riuscita a raggiungere Betta sulla Luna?»
Anche sulla Base Luna stava accadendo qualcosa d’imprevisto.
Solomon attivò l’allarme rosso dopo una forte
esplosione avvenuta all’interno del dormitorio femminile.
Fabrix accese il suo trasmettitore. «Solomon, sono proprio
nella zona insieme a Durin, stiamo attivando l’antincendio ma
il fuoco si sta propagando. Per fortuna che non c’era
nessuno».
«Non è così. Pare ci fosse Betta in
quel momento» disse Solomon preoccupato.
Una nuova esplosione fece crollare dei muri mettendo gli artificieri in
serio pericolo per la perdita di ossigeno così Douglas
ordinò a Martina di portare la stazione spaziale a totale
“Atmosfera Zero” per evitare successivi danni.
Il comandante scosse la testa. «Maledizione! A questo punto
dobbiamo scoprire tutte le nostre carte se non vogliamo che il nostro
contrattacco finisca ancora prima di iniziare! Martina, procediamo con
l’operazione Freedom Earth.»
Nel frattempo Mavelix aveva raggiunto l’esterno della base
per approntare delle piccole riparazioni per agevolare il lavoro degli
uomini all’interno quando si accorse che dalla base stava
uscendo un umano avvolto dalle fiamme e riconobbe chi era quel tizzone
ardente. «Signore è Betta, sta camminando sulle
rocce lunari mentre brucia spaventosamente nonostante non ci sia
atmosfera!»
Betta continuava a camminare ma la combustione sembrava rallentare
così come i suoi passi. Cadde a terra sotto gli occhi di
Mavelix che iniziò a correre verso di lei per prestarle un
qualche tipo di aiuto, quando gli sfrecciò affianco una moto
lunare guidata da Billy. Il ragazzo raggiunse Betta, attese che le
fiamme si fossero esaurite completamente quindi la raccolse da terra
mettendola prontamente dentro una capsula d’ossigeno che
aveva portato con sé legata alla moto.
Nella base, la procedura richiesta da Douglas stava procedendo quando
giunse un messaggio da una navetta in arrivo. «Comandante,
apprestate immediatamente la zona di carico per l’arrivo
della nostra navetta e le chiedo di farci raggiungere nella zona dalla
ciurma di Andrew» disse Hogan.
«Signore, la struttura di carico è aperta ma per
la ciurma ho qualche problema poiché sono in
prigione.»
«Come in prigione?» urlò Andrew.
«Ci spiegherete dopo la situazione» disse Hogan
interrompendo il pirata, «ora è importante che
quegli uomini imparino in fretta le procedure.»
«Se sapesse… comunque provvedo subito alla sua
richiesta.»
La navetta raggiunse la zona di carico e pochi istanti dopo arrivarono
anche i membri dell’Arcadia. Andrew, dopo aver rifilato un
pugno sulla testa di Hartigan, guidò i suoi uomini verso il
Freedom Shuttle, i quali risero cercando di non far capire che erano
già stati su quella strana astronave.
«Questi documenti» disse Andrew mostrando dei fogli
ai compagni, «sono la dettagliata descrizione di come usare
questo coso qui», terminando il proprio discorso puntando il
dito verso l’astronave.
Era tutto pronto.
«Martina, raggiungi la tua zona. Durin, da questo momento
siamo nelle tue mani» disse Douglas mettendo una mano sulla
spalla del pilota.
«Sì signore» rispose Durin che
rivolgendosi all'amico Fabrix chiese: «Sei pronto?»
«Erano giorni che aspettavo di dare il via a tutto
questo.»
L’euforia del momento fu spezzata dall’urlo di
Solomon mentre sullo schermo apparve Thomen. «Missili in
arrivo contro la base da un’astronave repubblicana!»
«E tu cosa ci fai lì sopra?» chiese
Douglas stupito.
«Noto che non ti hanno ancora informato», rispose
Thomen accennando un sorriso.
Douglas conosceva il suo vecchio amico e le sue idee di politica
intergalattica così, senza chiedere altro, capì
che la talpa nella Federazione Terrestre era proprio lui.
Douglas chiuse la comunicazione e continuò a impartire
ordini. «Togliete ossigeno alla zona smilitarizzata, attivate
i motori e vediamo questa bellezza che sa fare!»
L'Operazione Atmosfera Zero era giunta al suo finale, l'ossigeno fu
tolto nelle zone in cui il personale era già stato evacuato
e si sentì un nuovo boato, ma questa volta non era colpa di
altri missili nemici. La causa di questo rumore era la base stessa che
iniziava a muoversi spaccando la crosta lunare su cui poggiava. Il
centro di comando iniziò ad alzarsi verso l’alto e
dalle rocce ne uscì una gigantesca astronave cingolata e la
sua sala comandi era la stessa Base Luna.
«Brawler,» urlò Douglas «ora
toglimi di mezzo quelle zanzare là in alto!»
Il giovane impostò la linea di tiro e i due cannoni a
“onde moventi” spararono con precisione verso
l’astronave repubblicana che si disintegrò in un
attimo.
Douglas osservò la scena e non poté fare a meno
di pensare all’amico che, mosso da ideali confusi, si era
fatto abbindolare dall’imperatore e dal primo ministro della
Repubblica, ma non poteva permettersi di indugiare nei suoi pensieri
così disse: «Fabrix, tocca a te.»
«Sì signore. Robotech in modalità Fly.
Sganciamento dalla posizione cingolata attivato, pronti a
partire».
La grande astronave, che fino a quel momento era poggiata sulla Luna
con dei cingoli, si alzò in posizione eretta trasformandosi
in un gigantesco robot e iniziò a sollevarsi da terra per
l’azione dei grandi motori a “onde
moventi”. I cannoni continuarono a colpire le astronavi
repubblicane fino a farli disperdere mentre sul suolo lunare Mavelix
osservava con stupore l’evoluzione del Robotech.
Billy rise felice e disse: «C’è
l’ho fatta e anche se non ho attivato io i motori per la
prima volta, non m’importa!»
I due poi rivolsero lo sguardo sulla capsula d’ossigeno che
conteneva Betta.
Eseguendo gli ordini del Primo Ministro alcune astronavi raggiunsero
Venere.
«Re Geno di Mordor. La Repubblica v’intima di
arrendervi. Siete colpevoli della distruzione dei pianeti repubblicani
e di aver causato la morte di milioni di esseri umani, uno sterminio di
massa ingiustificabile» disse il ministro Lesnar.
Venere, dopo la caduta del popolo di Mordor, aveva già
iniziato a morire come pianeta e Re Geno, per risposta alla minaccia,
ricominciò a pregare la Dea Solare attivando nuovamente la
fusione con tutto il suo popolo. Il globo di luce distruttivo si rimise
in marcia.
Il Freedom Robotech era ancora vicino alla Luna perché
Douglas attendeva gli ultimi uomini rimasti sulla superficie lunare,
quando arrivò una comunicazione dal centro di controllo
terrestre.
«Ne siete sicuro?» chiese Douglas.
«Certamente capisci che non posso stare qui ad aspettare che
gli avvenimenti si succedano aspettando buone o cattive notizie senza
fare nulla. Hogan ed io abbiamo preso la decisione in accordo totale.
Ho anche un'altra informazione da darti. Sembra che il principe Ilian
sia ancora vivo e che con Sukrit e Kaplan stiano portando avanti la
ribellione Sayan su Nettuno. Dobbiamo assolutamente far sapere al
principe che la Terra è pronta al contrattacco di
massa» disse Williamson con enfasi crescente.
«Allo stato attuale è impossibile comunicare con
loro, lo spazio di Giove non è sicuro e Venere, dai rilievi
magnetici che riceviamo, pare sia sotto l’assedio delle
astronavi repubblicane» rispose Douglas perplesso.
«Laggiù abbiamo ancora una carta da
giocare.»
«Lo so come tu sai che potrebbe essere l'ultima volta che
possiamo utilizzarla» rispose per la prima volta con tono
famigliare Douglas
«Per paradosso» rispose Williamson
«confido nell'abilità di Andrew che, da pirata,
saprà certamente come fare.»
«Lo spero, anche perché in gioco c'è
uno dei nostri nuovi mezzi militari» disse Douglas mentre,
muovendo la testa, confermava l’ordine impartito dal
presidente.
Pochi minuti dopo il Freedom Shuttle uscì
dall’hangar e sfrecciò nell’iperspazio
per uscirne proprio vicino all’ammiraglia di Lesnar appostata
nell’orbita di Venere.
Andrew disse: «Ubas, manda un messaggio di soccorso
all'astronave madre della Repubblica. Vediamo se ci cascano.»
«Per me ci scoprono» disse Ubas mentre ubbidiva
all’ordine.
Schyry soddisfatto disse: «Capitano, i nostri motori stanno
rallentando, ci ha di certo agganciati con il raggio traente.»
Andrew urlò: «Preparatevi all'abbordaggio miei
prodi!»
La battaglia di Nettuno stava per scatenarsi. Cain comunicò
all’imperatore di essere prossimo all’attacco dei
ribelli Sayan su Nettuno mentre nella base, conquistata dal principe
Ilian, si stavano preparando alla difesa.
«Molte persone hanno saputo che siete ancora vivo e ci stanno
appoggiando con azioni diversive su tutti i pianeti del Regno. In
questo momento dovrebbe iniziare una battaglia nei pressi del vostro
castello» disse Kaplan con orgoglio.
«Non dobbiamo sottovalutare l'imperatore, potrebbe mettere in
gioco la vita di mia madre e non posso permetterlo» rispose
Ilian.
Sukrit invece si rivolse al principe con fermezza. «Non
possiamo più permettere che il nostro cuore si ponga davanti
alle esigenze del popolo che già ha sofferto abbastanza
nella precedente guerra.»
«Dite il giusto duca, perdonate il mio pensiero egoista.
Siete dei buoni consiglieri e mi affido ciecamente voi».
Cain iniziò il bombardamento e ogni soldato Sayan
iniziò a rispondere al fuoco con i pochi mezzi a
disposizione.
N.d.A.
Universal Wars III è composto da tre puntate che chiuderanno
questa lunga trilogia.
Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime
Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un
omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa
produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al
processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti
prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti
lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato
da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio
all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel
suo manga “Capitan Harlock”.
- L’ordine “R2D2” e
l’autorizzazione “D3BO” sono un omaggio
ai due robot creati dal regista George Lugas per la saga Star Wars.
- Le “onde moventi” è un omaggio alla
tecnologia utilizzata dall’astronave Yamato nella serie di
Anime “Uchuu Senkan Yamato” (Star Blazers).
- Il codice “Transformer” è un omaggio
alla serie animata Transformers prodotto dallo studio Toei Animation.
- Le varie sequenze “Robotech” sono un omaggio
all’anime omonimo prodotto dalla Harmony Gold che raggruppa e
riscrive la sceneggiatura dell’anime Mascross.
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