Si avvicinò lentamente alla porta della sua classe. Un altro giorno. Respirò profondamente ed entrò. Le chiacchiere dei compagni non lo sfiorarono minimamente e lui si fiondò al suo posto senza alzare lo sguardo.
-Ehi checca. Si strinse a sè intimorito.
-Andiamo, lo sappiamo tutti che lo prendi in culo quotidianamente! L'intera classe scoppiò a ridere.
Yuichiro si morse il labbro, tremando.
Perchè? Perchè doveva essere ogni giorno così?
-Che razza di femminuccia, perchè non torni a giocare con le bambole? Altra risata generale. Non ce la fece più.
Scatto dal suo banco e corse fuori, tra le risate, corse fino al bagno e si chiuse nell'ultimo. Lasciò scivolare le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento.
Checca. Femminuccia.
Da quando aveva iniziato il liceo non sentiva altro. Sua madre non era stata di grande aiuto. Aveva sempre voluto una femmina e quando era nato lui era rimasta un attimo insicura, ma aveva trovato il modo di rimediare. Lo aveva educato come una ragazza. Era cresciuto sensibile, con movenze femminili, tenero. Fragile.
I prof lo "coccolavano'' , i compagni lo odiavano e lui si sentiva un errore.
Perchè? Perchè era tutto così ingiusto?
Scivolò sulla porta fino a sedersi per terra, piangendo silenziosamente. Era solo il secondo mese del secondo anno di scuola. Non ce la faceva giá più.
-Non devi prenderli sul serio. Sussultò.
-Sì, sto parlando con te. Qualcuno si appoggiò sulla porta del bagno.
-Sono solo degli idioti senza cervello, non possono farti nulla. Ma tu devi reagire per non essere schiacciato.
Il cuore di Yuichiro iniziò a battere più forte. Mikaela. |