Later.
Erano
stati giorni frenetici quelli che si erano susseguiti dopo la Grande
Battaglia.
C'erano
stati momenti di gaudio, gloria e felicità; attimi di
incredulità e panico per
il futuro incerto; ore spese nella ricerca dei dispersi; notti passate
a curare
i feriti e veglie corse lente a contare i morti.
Tante
cose erano successe e altre dovevano ancora accadere, ma l'unica
certezza era
che erano vivi e quella bastava a dare a tutti la forza per andare
avanti, un
giorno alla volta.
Quella
mattina Bilbo era uscito presto per andare a raccogliere svariati tipi
di erbe
curative ancora grondanti di rugiada
come Gandalf tanto le desiderava senza nessuna lamentela per essersi
dovuto
svegliare alle prime luci dell'alba, costretto ad abbandonare il suo
caldo
giaciglio e le coperte felpate. Ad essere sincero, aveva smesso mesi
prima di
lamentarsi della mancanza di tutte le comodità di cui aveva
goduto durante la
sua placida vita nella Contea.
Frugò
in mezzo a dei bassi cespugli, sbattendo le palpebre ancora pesanti per
il
sonno e starnutì un paio di volte, tirando su col naso,
quando dei ramoscelli
gli finirono sul viso, ma alla fine trovò quello che gli
interessava,
riempiendo la saccoccia e incamminandosi verso la via del ritorno
mentre
albeggiava.
Solitamente,
a quell'ora dormivano tutti della grossa, ecco perché rimase
piuttosto stupito
quando vide spuntare dal sentiero Fili, barcollante e poco vestito,
appoggiato
al bastone di sostegno che gli avevano rifilato per permettergli di
muoversi
senza sforzarsi troppo.
-Fili!-
strillò Bilbo, andandogli incontro con un cipiglio serio,
-Ti prenderai un
malanno! E Gandalf non te la farà passare liscia se le
ferite si infettano
ancora! Torna immediatamente indietro!-
-Bilbo!
Aspetta! Fammi spiegare...- tentò di interromperlo il
giovane nano, tutto
trafelato e con una faccia stravolta, come se non ci fosse del tutto
con la
testa.
-No,
no, no.- continuò invece lo Hobbit, irremovibile, afferrando
il ragazzo per la
manica della leggera camiciola e trascinandoselo dietro, borbottando su
quanto
fosse stato incosciente ed infantile.
-E
se
tuo fratello si svegliasse? E se Gandalf ti vedesse? La lavata di capo
di Balin
non ti è bastata, eh?-
-Ma
veramente io...- ritentò il biondo, faticando a parlare a
causa del fiatone.
Bilbo si stava affrettando e camminava a passo svelto con le sue
gambette
corte, costringendolo a stargli dietro, ma senza usare il bastone che,
per
l'appunto, aveva sollevato in aria e lo stava brandendo come una
potente arma
per non farlo finire tra i loro piedi.
-Niente
'ma'. E ringraziami che non
andrò a
dirlo a Gandalf! Ah, se solo tuo zio fosse sveglio...-
-Si
è
svegliato!- trovò la forza di urlare Fili, andando a
sbattere addosso alla
schiena de lo Hobbit, il quale si era impietrito a quella notizia
inattesa.
-Come
hai detto?- chiese Bilbo in un sussurro, dimenticando la bravata di
Fili,
Gandalf, le erbe e la Montagna.
Fili
prese fiato, piegandosi sulle ginocchia ancora instabili a causa della
riabilitazione. -Lo zio... É sveglio... Thorin
è...-
Ma
Bilbo era già più avanti di lui di tre metri
buoni e aveva lasciato ai suoi
piedi il sacco con i medicamenti, le erbe e tutto il resto. In malora
la
rugiada, lui si era svegliato e
non
gli importava null'altro.
Corse
a perdifiato, corse come se avesse avuto una marmaglia di orchi alle
spalle,
corse come non aveva mai fatto nemmeno sulle colline che circondavano
Hobbiville.
E,
quando entrò tutto trasandato nella stanza dove aveva
passato tutti i giorni e
tutte le notti, rimase sulla soglia, stordito dal baccano che si stava
svolgendo davanti al suo sguardo sorpreso e incredulo.
Dwalin
era inquietante con quel sorriso enorme che gli andava da un orecchio
all'altro
e Balin si stava asciugando gli occhi lucidi, forse per le risate, o
forse per
le lacrime, non si capiva bene; Gandalf, con un ghigno furbo sulle
labbra,
osservava la scena dall'alto della sua stazza, appoggiato al bastone da
viaggio, fino a che i suoi occhi azzurri non incontrarono quelli del
suo caro
amico Hobbit.
-Oh,
Bilbo!- lo chiamò, fintamente sorpreso, perché lo
sapeva che sarebbe arrivato,
il vecchiaccio, -Non stare lì sulla porta, entra.
C’è qualcuno che sicuramente
vorrai salutare.-
Ma
Bilbo non si mosse quando tutti si scostarono per mostrargli chi, su
quel
capezzale, era sveglio e più che mai vivo.
Non
si mosse quando Gandalf si grattò la testa e Balin
tossì imbarazzato.
Non
si mosse nemmeno quando Dwalin balbettò delle patetiche
scuse per poi uscire
frettolosamente dalla stanza con Balin al seguito, il quale
afferrò l'appena
arrivato e affannato Fili per la collottola, iniziando a sgridarlo.
Non
si mosse e non sentì niente di quello che disse Gandalf
quando anche lui se ne
andò, brontolando gaio in direzione del giovane e biondo
nano in balia delle
ire di Balin.
Rimase
fermo e immobile ad osservare il nano, l'uomo, seduto sul letto e che
lo
guardava a sua volta con l'aria di chi è sceso all'Inferno
ed è poi tornato.
Gli
occhi di Bilbo si riempirono di lacrime, mentre le labbra di Thorin si
stirarono in un ampio e affettuoso sorriso.
-Non
vieni ad abbracciarmi, Mastro Baggins?- gli chiese, allargando le
braccia
fasciate dalle bende verso di lui e stringendole sul suo corpo quando
Bilbo gli
fu addosso l'istante successivo.
-Pensavo...
io ho creduto che...- balbettò lo Hobbit, nascondendo il
viso sul petto ampio
del nano, non riuscendo a finire la frase.
-Lo
so.- lo tranquillizzò Thorin, poggiando il mento sulla sua
testa e lasciandovi
un bacio tra i capelli ricci e disastrati. -Mi dispiace di averci messo
tanto.-
-Non
importa, gli altri saranno felici quando lo sapranno!-
scattò Bilbo, preso
dalla voglia di mettersi a correre per tutte le stanze e urlare ai
quattro
venti che Thorin Scudo di Quercia era vivo e ce l'aveva fatta!
-Aspetta.-
lo fermò allora il diretto interessato, sorridendo davanti
all'entusiasmo che
sempre caratterizzava Bilbo, prendendogli il viso tra le mani e
poggiando la
fronte contro la sua.
-Abbiamo
tempo.- sussurrò per poi baciarlo e convincere Bilbo che,
effettivamente,
avrebbero avuto tutte le occasioni per dirlo a tutti più
tardi.
Angolo
Autrice.
OS
semplicissima, dove Bilbo e Thorin hanno avuto una
possibilità.
Perché
il lieto fine sarà banale, ma fa sorridere.
See
ya,
Ace.
|