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You can stay under my umbrella
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When the sun shines we shine
together,
told you I'll be here forever, said I'll always be your friend
Took an oath Imma stick to it till the end
(Rihanna - Umbrella)
I
raggi del sole che filtrano tra le grandi fronde dei ciliegi
in fiore a primavera sono lo spettacolo più affascinante di
cui possa pensare
quando osserva la natura. La brezza di fine aprile trasporta leggiadri
petali
rosa tenue e tutto sembra essere l’allegoria di un ritorno
alla vita dopo la
neve dell’inverno. Nonostante il suo carattere impulsivo e
poco dedito alla
riflessione, Katsuki ama la calma e il senso di pace che quella vista
gli
trasmette, è quasi come se riuscisse a drenare tutta la
tensione che ha in
corpo.
Forse
è per la sua inusuale tranquillità in quel luogo
che
Eijirou, Denki e Hanta gli hanno proposto di andare a passeggiare
proprio lungo
la via dei ciliegi; ha finto di storcere il naso e si è
fatto pregare per un
po’, tuttavia dentro di sé ha accettato non appena
gli è stata formulata la
domanda. L’invito per tutti è partito dal rosso,
il quale adesso cammina di
fianco al biondo con aria assorta e in tutto il pomeriggio ha
spiccicato sì e
no un paio di parole in tutto.
–
Ohi, Capelli di Merda, – mugugna l’eroe esplosivo,
guadagnandosi anche l’attenzione degli altri due –
si può sapere che cazzo hai?
È da quando abbiamo iniziato a camminare che hai quella
dannata espressione
stampata in faccia e, lasciatelo dire, non ti sta bene manco per il
cazzo.
Red
Riot rimane un attimo interdetto dall’improvvisa frase
di Katsuki, la postura tesa e le sopracciglia inarcate per lo stupore.
È come
se avesse la testa da un’altra parte, e non è da
lui proporre un’uscita per poi
isolarsi in se stesso a quel modo.
–
Bakugou ha ragione – conviene Hanta, dopo aver squadrato
con attenzione l’amico. – Avanti, sputa il rospo!
C’è
qualche istante di silenzio un po’ imbarazzante, con
Eijirou che pare tentennare, indeciso. Alla fine ci pensa Denki a
ravvivare un
poco gli animi. – Amico, non provare a far finta di niente.
Quello che ti turba
deve essere davvero qualcosa di serio se persino Kacchan se
n’è accorto!
Il
suo tono trasuda preoccupazione, eppure suona più come
una battuta. Anche perché Katsuki non gradisce molto la
frase e minaccia di far
saltare in aria l’inutile caricabatterie seduta stante: ha un
palmo già sollevato, le scintille che scoppiettano contro la
pelle producendo
un rumore secco e sottili fili di fumo tra le dita. L’altro
biondo ridacchia
per la sua solita reazione esagerata, però è
pronto a filarsela nel caso il
ragazzo abbia deciso di fare sul serio.
Tuttavia,
entrambi si raggelano sul posto quando un sussurro
impercettibile sfugge dalle labbra di Eijirou. Credono di aver udito
male –
magari gli scoppi hanno deformato un suono così flebile
–, ma quando il rosso
ripete quelle quattro parole non hanno più dubbi.
–
Mina… Mina è incinta.
Katsuki
deve trarre tre profondi respiri e battere le
palpebre un paio di volte prima che il suo cervello torni a carburare
in
maniera normale. Anche gli altri due ragazzi impiegano un po’
a processare la
notizia inaspettata.
–
Oddio, è fantastico! – esclama l’eroe
con il quirk
elettrico, un sorriso a trentadue denti che gli illumina il volto.
– Questo
vuol dire che diventeremo tutti zii, non ci credo! Aspetta che lo
sappia Kyoka!
È una cosa stupenda, perché hai quel muso lungo?
Kirishima
si stringe nelle spalle, spostando il peso da un
piede all’altro e cercando le parole più adatte
per formulare una risposta. Non
sa bene da dove partire e spiegare il tutto e questo, se possibile, lo
agita
ancora di più. Forse se esternasse le sue preoccupazioni gli
amici – Bakugou
soprattutto – si metterebbero a ridere dicendogli che si sta
facendo un sacco
di paranoie mentali per niente.
–
Io… io non so se è una buona idea che lei
continui a
pattugliare la città adesso che è…
Voglio dire, so che sa badare a se stessa,
ma se ci fosse un incidente e io non ci fossi? Prendete oggi, lei
è di ronda
mentre io sono qui.
Katsuki
rotea le pupille cremisi con fare irritato. A volte
il suo migliore amico è proprio un demente; e poi gli altri
si chiedono come
mai lui tenda ad incazzarsi come
una
iena. Almeno una nota positiva c’è,
però: anche Denki e Hanta guardano il rosso
con un’espressione che nemmeno lui saprebbe spiegare.
–
Uh… – inizia Cellophan – Ti ricordi
quello che ci siamo
promessi tutti il giorno prima dei diplomi, vero? Che siamo un grande
gruppo…
Una squadra… No? – domanda con tono poco convinto
dopo qualche istante di silenzio,
visto che Eijirou sembra non essere lì con loro.
–
La promessa di pararci tutti il culo a vicenda se ci
fossimo trovati nei casini! Non puoi averla scordata sul serio, Capelli
di
Merda – mugugna Katsuki roteando le pupille cremisi.
L’occhiata che getta a Red
Riot è indecifrabile, un misto tra rimprovero e qualcosa di
simile alla
preoccupazione.
Il
rosso non sa come interpretare quello sguardo penetrante,
ma è ovvio che se lo ricorda quel giuramento. Lui
è stato pure uno dei primi ad
approvare questa proposta, sei anni prima, e ha anche fatto del suo
meglio per
portarla avanti nel tempo.
–
Non l’ho… – fa per ribattere, ma non
riesce a mettere in
fila due parole che viene subito interrotto da Denki.
–
Pensa che ci siamo anche noi! Non la devi mica difendere
da solo. Se proprio non vuoi tenere in conto tutta la classe, almeno
noi. O
comunque Kyoka e le altre ragazze… Anzi, adesso la avverto!
– il biondo si trova
alla sinistra di Bakugou e deve sporgersi oltre la spalla
dell’eroe esplosivo per
parlare con l’amico. Messo in quel modo assomiglia un
po’ a quei cani che si
sporgono con la testa dal finestrino di una macchina, si ritrova a
pensare
Kirishima e deve reprimere un risolino.
–
Voglio dire, – sta continuando Chargebolt con convinzione,
un rassicurante sorriso stampato in viso – finché
Mina può ancora operare sul
campo, non credere che oltre ai civili non proteggeremo anche lei.
Specialmente
adesso.
Sero
annuisce a quelle parole, mentre Katsuki si esprime con
un semplice grugnito; si finge scocciato e del tutto disinteressato
riguardo
alla questione, ma per i suoi amici è stato fin troppo
facile leggere i suoi
movimenti e riconoscere la tipica espressione di quando non vuole dare
a vedere
le proprie emozioni. Per quanto si ostini a definirli degli idioti
scassa palle
e minacci di farli saltare in aria un giorno sì e
l’altro pure, Ground Zero farebbe
esplodere la faccia di qualsiasi villain tenti di far loro del male.
Per cui
figurarsi se avesse permesso a qualcuno di sfiorare Pinky anche con un
solo
dito.
Eijirou
incurva le labbra verso l’alto, rincuorato almeno in
parte: non può fare a meno di preoccuparsi per Mina e per il
bambino – loro figlio,
ancora non riesce a
metabolizzarlo sul serio –, ma è vero che
è stato un po’ da scemi corrucciarsi
a quel modo e tenersi tutto dentro come ha fatto lui. I suoi amici non
gli volterebbero
mai le spalle, sono una presenza costante nella sua vita e non se ne
sarebbero
mai andati.
Restano
con lui ad ogni condizione. Che ci sia il sole o la
pioggia.
--
Now that's raining more than ever
told you we still have
each other,
you can stay under my
umbrella
(Rihanna - Umbrella)
Non
saprebbe dire quanto fosse intenso quell’acquazzone, il
rumore scrosciante dell’acqua giunge come ovattato, distante
alle sue orecchie.
È soffocato da un urlo disperato e straziante che continua a
rimbombargli nella
testa, fino a scendergli giù per la gola bloccandogli in
quel punto un
principio di pianto da cui non riesce a liberarsi.
Non
importa quante volte Katsuki cerchi di battere le
palpebre o scuotere il capo, incredulo; quell’orrenda
immagine non ne vuole
sapere di levarsi da di fronte i suoi occhi. Non ci può
essere altra spiegazione,
deve essere per forza un sogno. Perché non potrebbe mai
accettarla come realtà,
quella.
No.
Devono riavvolgere il nastro, modificare tutto quanto.
Il risultato non avrebbe dovuto essere la scena che si sta svolgendo
davanti a
lui. Ci sarebbero dovuti essere i villain, quei dannati villain, stesi
a terra
tra un cumulo di macerie.
Emettere
anche il più minuscolo dei suoni gli sembra
d’improvviso un’impresa titanica, la bocca asciutta
e il corpo come paralizzato
sul posto. Non è nemmeno sicuro di essere in grado di
pensare lucidamente, gli pare
che il cervello sia sul punto di esplodergli e si sente privo di
appigli
concreti, nonostante i suoi piedi siano ben piantati sul cemento.
Ma che cazzo, ma che
cazzo, ma che cazzo-
Sembra
che il cielo stia piangendo anche lui e, se Katsuki credesse
in qualche onnipotente divinità, forse questa cosa potrebbe
avere qualche senso
ai suoi occhi, magari da lassù si dimostrano addolorati per
un evento che però alla
lunga si potrebbe accettare come parte di un disegno più
grande. Ma per Ground
Zero quelle sono solo un mucchio di stronzate, e sopra la sua testa
c’è
soltanto un cumulo di nuvole scure e un firmamento ancora
più cupo.
In
mezzo a tutto quel grigiore, però, la figura di Pinky
–
vestita in abiti civili e con una prominente curva
dell’addome che evidenzia la
gravidanza al settimo mese – risalta come un pugno dritto
alla bocca dello
stomaco. E anche il sangue tutto intorno e addosso a lei. Sangue che
tuttavia non
è suo.
Mina
è inginocchiata a terra, la testa reclinata verso
l’alto a gridare tutta la sua rabbia e la sua disperazione,
mentre le braccia
sono strette intorno ad una sagoma che Katsuki riconosce anche troppo
in
fretta. L’inconfondibile uniforme di Red Riot è
stracciata in moltissimi punti,
la pelle ha un colore orribilmente livido ed è coperta da
tagli e graffi.
Tutto
si svolge al rallentatore di fronte ai suoi occhi.
Degli operatori del pronto soccorso si avvicinano alla ragazza e le
dicono
qualcosa, ma lei non si stacca da Eijirou fino a quando non arriva alle
sue
spalle Denki, il quale riesce a convincerla: con una delicatezza ed
un’empatia
sorprendenti l’eroe elettrico fa alzare in piedi la rosa e
poi la abbraccia,
cullandola piano contro il suo petto.
Dannato
Capelli di Merda. Una peggiore non poteva
combinarla, davvero.
Bakugou
sta digrignando i denti, furioso, mentre osserva
Mina quasi scomparire tra le braccia protettive di Kaminari. Hanta
è poco
distante dai due, e forse nei paraggi gli pare di aver visto anche
Creati – non
che lui si disturbi a controllare davvero –, ma la sua
attenzione viene subito
focalizzata sull’ambulanza che è appena partita
con dentro Kirishima, su una
barella e attaccato a un respiratore.
Dannato
Capelli di Merda, di nuovo. Dannato al cubo.
Gli
sarebbe costato tanto lasciare che fosse Katsuki a
prendersi una stilettata in pieno stomaco per proteggere Pinky? Non
poteva
restarsene fermo ed evitare di fare il fenomeno? Così,
giusto per ridurre al
minimo il rischio che il marmocchio possa ritrovarsi senza padre ancora
prima
di venire al mondo.
Qualcosa
diverso dalle gocce di pioggia pizzica all’angolo
degli occhi e rende la sua vista sfocata, nello stesso momento in cui
sente i
suoi respiri farsi più affannosi e capisce di non essere
più padrone del suo
corpo. Si accorge di aver lanciato un’esplosione contro una
pila di detriti
solo quando lo scoppio giunge alle sue orecchie. Dire che è
incazzato come una
iena è dire poco.
Eijirou
ha mandato a quel paese ogni suo pensiero, quando si
è reso conto che – proprio per sfiga,
più che coincidenza – tra i civili da
proteggere dall’attacco c’erano pure Mina e Coda di
Cavallo, quel giorno a
passeggio in città. Uno dei villain le ha riconosciute e si
è scagliato contro
di loro, al che Momo non ha avuto altra scelta che rispondere
all’aggressione
ed attirare il nemico lontano da Pinky per evitare che fosse coinvolta;
tuttavia, nel marasma generale, mentre la rosa impartiva istruzioni
alla gente
affinché tutti potessero fuggire, un altro di quei bastardi
ne ha approfittato
e Red Riot ha bruciato tutti sul tempo, lanciandosi per farle da scudo.
È
come se l’acquazzone avesse inzuppato Katsuki fino al
midollo e gli rendesse pesante ogni singola parte del corpo. Solo la
rabbia
evita che si accasci a terra senza forze, tutta la sua frustrazione
verso quel
deficiente di Kirishima – giura a se stesso che appena si
recherà in ospedale,
la prima cosa che farà è saltargli al collo e
menarlo così forte che pure il
suo pronipote se lo ricorderà in eterno.
È
talmente incazzato che nemmeno riesce a vedere
nitidamente. Perché sono rabbia e frustrazione quelle che
prova, sicuro. Niente
di più. Di certo non è stupido come Pikachu o
Nastro Adesivo, non si mette a
piangere peggio di un moccioso quando invece dovrebbe mostrarsi forte
per
impedire a Mina di crollare del tutto. Non è nemmeno come
Coda di Cavallo, che
ha perso colore in viso e adesso sta parlando con alcuni agenti di
polizia – ma
crede davvero che nessuno abbia notato la sua espressione e le lacrime
agli
angoli degli occhi?
No,
Katsuki non è così per niente. Magari
ripetendoselo un’altra
volta riuscirà a convincersi sul serio e la fastidiosa acqua
che gli offusca la
vista se ne andrà via da sola. Lui è sempre stato
il forte, l’appiglio stabile
per i suoi amici, quello che li sprona ad andare avanti tra un ringhio
ed un
impercettibile gesto di affetto. Ed anche adesso ricopre quel ruolo,
perché gli
ritorna alla mente la chiacchierata di mesi prima: la promessa di
pararsi il
culo a vicenda. Nonostante la distanza, gli basta incrociare di
sfuggita le
pupille dorate di Denki e l’ossidiana di Hanta per capire che
anche loro hanno
avuto lo stesso pensiero.
Dire
che la situazione attuale è di merda appare come
riduttivo. Mina è in una condizione delicata di cui Bakugou,
Kaminari e Sero
messi insieme sanno sì e no quattro cose in croce, e non
è dato sapere quanto
ci vorrà ad Eijirou per riprendersi del tutto da quella
ferita orribile.
Cazzo.
Sta
piovendo a dirotto, non solo letteralmente.
Però
Katsuki è lì, con anche Denki e Hanta, per quanto
si
faccia vedere come antisociale e scontroso. Tutti e tre tengono un
ombrello
invisibile stretto nella mano, mentre si avvicinano alla ragazza rosa e
a Red
Riot, si stringono sotto la calotta per fare posto anche alla coppia in
modo
che l’ombrello li ripari dalla tempesta che viene
giù.
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Hola gente
Finalmente sono
riuscita a terminare questa one shot, sì!! La mia prima
KiriMina, sono troppo felice yay
L'ispirazione di
tutto, ovviamente, mi è stata data dalla canzone di Rihanna
(anche se esite una cover rock degli All Time Low che ho sul cellulare
e preferisco perché è f a n t a s t i c
a)
Spero risultino
comprensibili i sentimenti di Bakugou nella seconda parte: è
triste e arrabbiato per quello che è successo ad Eijirou, ma
non vuole dare a vedere il suo dispiacere e per via del suo orgoglio
non vuole dimostrare di essere fragile anche lui, di avere un lato
sensibile che sta per farlo scoppiare a piangere. Al contempo non vuole
dimostrarsi triste anche perché sa di essere il punto di
riferimento per i suoi amici e vuole rimanere tale per dar loro forza.
Come ho
già segnato nell'introduzione, questa shot è una
sorta di "prequel" di un'altra mia shot, Each Side of You, ma a parte
il post-canon e il fatto che i personaggi sono già
professionisti le due storie non hanno niente in comune.
Ringrazio chi
recensirà e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente
Adios
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