vento di primavera
Vento
di primavera
La
governante di Palazzo Jarjyayes era sempre indaffarata e affacendata
nelle sue mansioni, ma niente le sfuggiva veramente di quello che
succedeva nella magione. Dopo oltre vent'anni che seguiva tutto nel
Palazzo, dal granello di polvere sulla scrivania del generale,
all'ultima cameriera arrivata; dal menù da concordare con la cuoca
settimanalmente alla cura maniacale che metteva nel pulire ogni
stanza e niente, nonostante l'età non più giovane, le sfuggiva.
Stava
preparando lo stufato di coniglio per quella sera e mentre tagliava
assieme alla cuoca le verdure ripensava a suo nipote e alla sua
padroncina.
Mentre
tagliava una valanga di cipolle iniziò a tirare su col naso e a
piangere, mentre dava sfogo ai suoi pensieri.....
I
miei bambini. Li vedo cosi poco ormai che son cresciuti.
La.mia
piccolina, mi sembra ieri che è nata, una frugolina bionda e rosa.
Così
bella, la più bella delle figlie del generale, la più brava, la più
temace, la più capace.
Capace
di assecondare la follia di suo padre e di diventare il migliore
soldato di Francia, ma rimane pur sempre una donna, la mia bambina.
C'è
stato un periodo in cui ho pensato fosse malata, la vedevo rientrare
a palazzo,stanca, sempre piu pallida, smagrita, triste. L avevo vista
cosi anni fa, al rientro in francia di quello svedesone.
Veramente
un bell'uomo. Alto, prestante, biondo, occhi di ghiaccio. Un
bell'uomo veramente, ma ma sapevo non faceva per lei.
Certo
era perfetto, di bell'aspetto, di buon carattere, ricco, proveniente
da una delle più nobili famiglie svedesi, ma l'amante della regina
non poteva amare anche la mia bambina, si vedeva lontano un miglio
che lui non era attratto da lei.
Un'
amico la considerava. Un' amico.....
Ma
come si fa, dico io, a non accorgersi che Oscar è una donna.
La
governante alzò gli occhi al cielo, si passò il polso sullo zigomo
per scacciare una lacrima.
Un
uomo, ma come si fa a non accorgersi del viso delicato, delle mani
piccole, del suo bellissimo corpo, che se anche nascosto da una
divisa è pur sempre il corpo di una fanciulla.
Non
era nemmeno servito il fatto che si vestisse da donna per lui.
Era
rimasta di stucco quella sera, quando la sua padroncina le aveva
chiesto di indossare uno dei suoi vestiti, quei vestiti che aveva
passato anni a cucire e ricamare, nella speranza fossero serviti a
renderla la più bella nobil dama di Versailles.
Com'era
bella la mia bambina quella sera; finito di pelare le cipolle passò
alle patate, almeno avrebbe finito di lacrimare.
Certo
che era bella, in quel vestito d'oro e ghiaccio, somigliava a una
dama delle nevi; e poi l avevo preparata io, quindi era un
sogno.
Povera creatura, quello sciagurato deve averle spezzato il
cuore.
Era
ritornata a casa con lo sguardo triste, abbattuto. Gli occhi come
vuoti. Scommetto la mia gamba sifulina che non l'ha riconosciuta.
Eppure
non aveva indosso nemmeno una maschera, ma come si fa? Certo che
quando si ha nel cuore la regina di Francia, non si ha altro in
mente. Ehh lo so io cos'ha in mente quell'uomo, la..... meglio non
dire cattiverie, Marie o quando ti confesserai i Pater Nostrum
diventeranno tanti.
Ora
comprendo meglio il perchè sia voluta scappare da Versailles, se ami
non ricambiata non puoi stare nello stesso posto e vedere sempre
questo strazio davanti ai tuoi occhi.
Non
lo sopporterei io, solo il pensiero mi darebbe fastidio, figurarsi la
mia piccola.
Anche
se c'è qualche cosa che non mi convince del tutto. E' solo una
sensazione che mi pervade e non mi lascia dormire, da qualche tempo.
Mi
fermo dal pelare le patate e le sciacquo per poi tagliarle in
pezzetti non troppo grossi né troppo piccoli se no non rimane niente
e si squagliano. Dicevo, si, ecco. E' da qualche tempo ormai che
qualcosa è cambiato in lei.
Le
guance son piu rosee, la sua pelle di porcellana piu luminosa, i suoi
occhi, specchi di mare infiniti cosi luminosi. È raggiante. Deve
essere successo qualche cosa, penso di bello, spero di lieto
finalmente.
Rimango
con un pezzo di patata in mano e i miei occhi guardano in alto il
soffitto scurito dal fumo, mi viene un pensiero funesto. Sta a vedere
che la mia piccola si è innamorata. Oh Mio Diooooo!!!
Se
non è quel disgraziato dello Svedesone, non sarà mica quello
sciagurato di.... la patata mi cade dalle mani invece di finire nella
pentola e penso che mi sta per venire un coccolone. Mi devo sedere un
attimo.
La
cuoca mi guarda preoccupata, devo essere impallidita, mi fa segno di
sedermi sulla sedia e che ci penserà lei a finire di preparare la
cena, devo essere proprio diventata bianca, per averla spaventata
così.
La mia mente ha come un ricordo di
Andrè e Oscar piccini, qui in cucina, proprio dove son seduta qui
io, stanno mangiando biscotti e un bicchiere di latte ciascuno.
Era
così carino Andrè da piccolo, una piccola tenera peste. Sempre a
farmi arrabbiare con una delle sue marachelle, anche se scommetto che
era Oscar la mente e lui il braccio.
Quello
screanzato di mio nipote, se lo prendo gli torco il collo con le mie
mani, son mesi che non torna a casa a trovarmi.
Devo
andarlo a trovare io in quella lurida caserma.
Mio
nipote, troppo buono, troppo bello, troppo innamorato della mia
bambina.
Eppure
lo sa, glielo avevo detto che non poteva amarla. Avevo sempre detto
ad Andrè che madamigella Oscar non poteva fare per lui, lei nobile,
lui un povero servo che doveva mantenere le distanze e chiamarla
sempre Madamigella invece di Oscar.
Ma
figuriamoci se mi ha ascoltata.
Ma
come si fa a non volerle bene, dopo tutti questi anni vissuti in
simbiosi con lei.
Sento
dei cavalli, mi affaccio alla finestra, eccoli i miei bambini, stanno
tornando a casa, finalmente. Ohh che sorpresa mi hanno fatto.
Questa
volta son tornati insieme e sembrano sani. Meno male, gli spaventi
che non mi fanno prendere quei due ragazzi.
Li
osservo dalla finestra della cucina, in questo tramonto rosso fuoco,
sono curvi, cavalcano lentamente, uno dietro l altro, la mia bambina
davanti, come sempre.
Mi
sbrigo chiamo le cameriere per far fare un bel bagno caldo ad
entrambi, mi riavvicino alla finestra, devono essere gia entrati
nelle scuderie. Sto per distogliere lo sguardo e lo vedo. Un sorriso
impercettibile sulle labbra di mio nipote, guarda la mia bambina come
se fosse la cosa piu preziosa sulla terra. Lei abbassa lo sguardo, le
gote si imporporano e poi inizia a ridere e tocca il braccio di
Andrè, lo sfiora appena, un tocco fugace, veloce.
Mi
metto una mano sulla bocca, non ci posso credere, da una parte lo
speravo, speravo che quello sciocco di mio nipote potesse avere una
speranza con Lei. Mi si riempiono gli occhi di lacrime, le sento
scendere sulle guance.
Oh
mio dio, i miei bambini, si amano, ora lo so.. Ma quanta forza di
volontà ha avuto lui a rimanerle sempre accanto anche quando lei non
lo voleva più,
La
sua costanza alla fine lo ha premiato, il sorriso sulle labbra di
lei, la serenità nello sguardo di lui. Si amano finalmente e io li
devo aiutare. Li devo proteggere, dai pericoli che potrebbero correre
se si scoprisse che si amano, li dovrò aiutare.
Intanto
li vedo avvicinarsi, stanno per entrare, portando in cucina l'aria
fresca di questa primavera, un vento di primavera. Mi rende sempre
felice vederli insieme, uniti. Eccoli, mi sento abbracciare e
baciare, ora che sono qui con me, sto di nuovo bene.
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