Ti prego chiamami...
E
bene sì sono tornata! Non so neanche quando è stata
l'ultima volta che ho pubblicato qualcosa qui! Mi dispiace aver
lasciato in sospeso una delle storie a cui sono più affezionata.
Magari un giorno mi dedicherò nuovamente ad essa!
Detto questo vi lascio con una nuova ff con una ship insolita! Buona lettura! xoxo
_Star Labs_
Ero in laboratorio a medicarmi le ferite che mi ero
procurata nello scontro con quella brutta stronza di Amunet , quando sentì la voce di Iris. Alzai lo sguardo
su di lei, che aveva quel suo mezzo sorriso sul viso che fece sorridere anche
me di riflesso.
“Non ce n’è bisogno! Faccio sola!” – risposi abbassando
nuovamente lo sguardo verso il mio braccio che stavo disinfettando con un
batuffolo di cotone impregnato d’ acqua ossigenata: brucia dannazione!
“Lasciati aiutare Caitlin”- lo ripeté e così le passai un
altro battuffolo per il taglio sul soppraciglio.
“Potevi farti uccidere”-sospirò mentre portava il cotone
sulla ferita, il contatto con il disinfettante mi fece stringere i denti e
chiudere gli occhi per il fastidio. “Scusa so che brucia”- si giustificò e i
suoi occhi si incatenarono ai miei.
“Cosa è successo? Ho fatto del male a qualcuno mentre lei prendeva
possesso del mio corpo?”- chiesi preoccupata, non volevo essere Killer Frost.
“No hai solo picchiato Norvok, l’uomo serpe?”- chiesi non un
mezzo ghigno – “Stai bene? Non ricordi nulla?”
“Ricordo che sei intervenuta quando la prima volta Amunet mi
volevo piantare un po di ferro addosso! Ti ha chiamato pollastrella! Mi veniva
da ridere ma non l’ho fatto”- ridemmo insieme al ricordo di quella scena.
“Potevi farti ammazzare! Dimentichi che non sei metaumana West”- disse.
“Ti prego chiamami Iris” – mi guardò e prese un altro
batuffolino per il taglio sulla guancia – “Non credo rimarrà la cicatrice” –
disse sfiorandomi la guancia e un brivido mi percosse la schiena.
“Iris, che cosa stai facendo?” dissi portando la mia mano
sulla sua posta sulla mia guancia.
“Una cosa che avrei dovuto fare molto tempo fa” –disse
guardandomi e avvicinando sempre più il viso al mio, dovetti chiudere gli occhi
per respingere il desiderio di posare le mie labbra sulle sue carnose. Potevo
percepire il suo profumo, sentire il suo respiro.
“Iris, non- le sue labbra sulle mie, interruppero le mie
parole e assaporai il suo gusto. Due erano le soluzioni: respingerla o
proseguire con quel bacio. Sperai solo che non apparisse Frost. Sentì le sue
dita infrangersi nei miei capelli e l’attirai a me dai fianchi. Non volevo pensare
a nient’altro, solo alla sua bocca e alla sua lingua che cercava solo il
consenso della mia bocca per muoversi con la mia di lingua. Così schiusi le
labbra e potei finalmente assaporare la sua lingua scontrarsi famelica con la
mia, iniziavo ad eccitarmi, ma lì sarebbe potuto entrare chiunque, così mi
staccai accarezzandole i capelli.
“Dovremmo andare su un altro piano”- dissi, in quel momento
pensavo solo alla grande scarica di adrenalina e desiderio che quel bacio aveva
scaturito in me. “Vieni”- le presi la mano, mettendomi in piedi e percorremmo
insieme il corridoio che portava all’ascensore. Entrammo quando le porta si
aprirono e non appena fummo dentro e le porte si richiusero, Iris mi fu
addosso, appiantendomi sulla parete dell’elevatore. “Non ti vuoi staccare eh”-
scherzai provando a tenerle il viso tra le mani e la fissai negli occhi scuri –
“ Sei così sexy!”
“Lo penso anche io, che ne dica Frost, quel tubino ti faceva
un gran bel sedere” – disse mentre sentivo le sue mani grermirmi i glutei.
“Grazie” – non importava cosa ci avesse portate a quel
punto, non volevo tornare indietro proprio adesso. Così quando si riaprirono le
porte, iniziai a tirare con me Iris, verso una delle camere da letto. La buttai
quasi sul letto che c’era lì appena entrate in una camera. Le levai la felpa
nera che indossava e mi fiondai a baciarle il collo e scostarle le bretelle del
reggiseno sulle braccia. Le sue mani vagavano all’altezza della mia cintura e
poi da sulla schiena mi sollevarono la canotta che indossavo. Rimasi in topless
davanti a lei, che mi guardò e con le mani a coppa, prese il mio seno tra i
palmi. Chiusi gli occhi e ansimai appena, mordendomi un labbro.
“Oh Iris”- sussultai portando le mie mani sulle sue e fu lì
che ribaltò le posizioni e mi ritrovai con la schiena sul materasso. Si chinò
su di me e mentre con la lingua e la bocca si dedicava ai miei seni, portò una
mano tra le mie cosce e mi toccò da sopra al jeans che indossavo.
“Sei così calda, Frost”- il suo tocco mi fece roteare gli
occhi per l’eccitazione.
“Chiamami Caitlin, ti prego” – la mia voce vibrò appena per
l’eccitazione – “Toglili”- allusi ai miei e ai suoi pantaloni. La aiutai
sollevando la schiena e poi si posizionò tra le mie cosce e potetti sentire
anche la sua di eccitazione.
“Anche tu non scherzi Iris”-sorrisi portando una mano dietro
la sua nuca e la attirai a me per baciarla con passione, mentre portavo l’altra
nelle sue mutandine ormai completamente umide dei suoi umori.
“Uhm Caity sei fredda”- sorrise piacevolmente eccitata.
“Scusami”- la guardai negli occhi e poi anche lei portò la
mano tra le mie cosce –“Iris” –ansimai e fu per lei motivo per iniziare a
muovere la mano per eccitarmi e provocarmi piacere. Lo feci ancheio, quando il
cervello si connesse alla mia mano.
E iniziammo a fare l’amore. C’eravamo solo io e lei, che ci
scambiavamo baci, stringevamo le nostre mani, intrecciavamo le nostre gambe, ci
fissavamo negli occhi.
Poggiata sulla testiera, con Iris cavalcioni su di me,
lasciavo scorrere le mie dita sulla sua schiena liscia e sudata, potevo
percepire anche il mio sudore scendere in goccioline lungo la mia schiena.
Ormai entrambe vicine al terzo orgasmo, ci abbracciammo a
cucchiaino e coprì entrambe con il lenzuolo. Mi porsi al suo collo baciandolo
dolcemente, percorrendo con le dita il profilo del suo corpo. Adesso che tutta
la passione si era placata, i primi rimorsi e dubbi venivano a galla. Il miei
pensieri probabimente ebbero il sopravvento sulle mie azioni, tanto che Iris si
rigirò nell’abbracio e mi guardò.
“Non vuoi baciarmi più? A cosa pensi?” – mi tenne il mento
tra pollice e indice e mi costrinse a guardarla fissa negli occhi.
“Penso che sia stato solo sesso e che tu devi sposarti tra
qualche giorno!” – e in quel momento sentì la rabbia di Killer Frost
impossessarsi di me. Non volevo fare del male ad Iris, lei mi aveva salvato,
non era colpa sua se doveva sposarsi. Non ce l’avevo neanche con Barry lui è un
bravo ragazzo, un amico, nonostante avesse influito sulla mia trasformazione.
La mancanza di lucidità dipendeva da Frost, così mi rivestì velocemente e non
mi guardai indietro, non vidi l’espressione di Iris, probabilmente rammaricata.
_Wedding Day_
Ero particolarmente nervosa, non volevo essere lì. Dopo
quello che era successo con Caitlin, non l’avevo sentita più. Avrei dovuto
parlare di tutto con Barry, ma non c’era stato un solo momento libero in cui
potessimo farlo. Non sapevo con chi parlare di quello che era successo tra me e
Caity, non era dipeso da una sbronza, l’avevo voluto, si volevo bene a Barry,
ma adesso per me era più un amico/fratello come era sempre stato. Avevo capito
di avere un’attrattiva per Caitlin quando aveva preso per la prima volta le sembianze di Frost. Ovvio
che non avevo fatto l’amore con lei perchè Frost era sexy, ma provavo una forte
empatia con la sua vita passata, e volevo aiutarla a convivere con il suo alter
ego. La voce di mio padre mi distolse
dai miei pensieri.
“Iris, tesoro stai bene? Hai una cera”- esclamò Cecile
accarezzandomi il viso e guardando mio padre.
“Certo sto benissimo” – stronzate volevo solo evitare a
Barry questa specie di scenata, ma non era giusto andare avanti, io avevo i
miei pensieri rivolti a Caitlin, non potevo farci nulla. Percorsi la navata e
la vidi lì in uno dei banchi accanto a Cisco, cercai il suo sguardo ma non si
voltò verso di me. Mi stavo facendo solo tanti film, forse aveva ragione, era
stato solo sesso, un incidente di percorso, allora perchè mi batteva il cuore
al solo ricordo di quella sera?
“Sei bellissima!” – mi disse Barry non appena lo raggiunsi
sotto l’arco fiorato. Il ministro iniziò con il rito e quando giunse alle
parole <> sentì le guance andare a fuoco, era il momento di parlare, ma lo fece
qualcun’altra al mio posto: Frost. Mi voltai quando sentì la sua voce meccanica
e si mise in piedi.
“La mia piccola alter ego, aveva paura ad intevenire, e
quindi lo farò io” – disse fissandomi con quegli occhi blu ghiaccio – Allen mi
spiace per te, ma Iris e Caity si sono, come si dice: innamorate? – disse con
così tanta spontaneatà che Barry credette stesse scherzando, si voltò verso di
me e io non negai.
“Barry mi dispiace dovevo parlartene” – il tutto fu
interrotto da un gruppo di nazisti che irruppero in chiesa, e sì creò un gran caos, mi
portarono via e non vidi più Frost, ne Caitlin.
_Qualche giorno dopo_
Bussai alla porta dell’appartamento di Iris, sperando che mi
aprisse. Dopo la crisi combattuta con tutti i nostri amici e colleghi, non
l’avevo più vista, volevo sapere come stesse.
“Iris West, so che sei lì dentro, qualsiasi cosa sia
successa, parliamone, te ne prego” – dissi Cisco mi aveva accennato che cosa
avesse fatto Frost. Spesso e volentieri mi metteva solo nei guai: dannato alter
ego. Sentì il chiavistello venir tolto e la porta aprirsi appena.
“Ehi sei tutta intera” – provai a rompere il ghiaccio –
“Iris posso entrare?” – le chiesi aspettando una sua mossa.
“Eviterei di starti troppo vicina” – sospirai guardandola –
“ Non voglio cadere nuovamente nella vostra trappola”
“Iris sai che non ti ho attirata in trappola, quello che è
successo, lo volevamo entrambe. Ho vaghi ricordi del giorno del matrimonio, ma
tu non hai negato! – la guardai fissa negli occhi – “Avresti potuto zittirmi,
ma non l’hai fatto”
“E come avrei potuto? Magari per ottenere la ragione, Killer
Frost mi avrebbe ucciso” – disse ma non lo pensava davvero.
“Iris, sai che non è così! Ascoltami so che non volevi
ferire Barry in quel modo, gliene parleremo insieme, se davvero ci sarà un noi.
Se sei confusa, ti lascerò tutto il tempo per capire, se invece non vuoi più
vedermi sparirò” – dissi anche se faceva male solo il pensiero. Quando non
rispose, capì che non voleva più vedermi e così mi voltai dandole le spalle.
“Addio Iris” – sospirai – “Di a Barry che mi dispiace”
“Sai che Barry è un uomo molto comprensivo e ha perdonato
entrambe già?”-mi sentì afferrare il polso e quando mi voltai, mi atterrò al
muro, con forza. Sentì come la minaccia che Frost potesse manifestarsi, ma
quando Iris mi guardò negli occhi e posò le sue labbra sulle mie, tutta
l’agitazione fu un lontano ricordo. Così strinsi a me Iris e continuai a
baciarla.
“Ti sei messa in una situazione più grande di te lo sai?
Amulet, Norvock, e chi sa chi altro”- la guardai mettendola in guardia.
“Siamo in una squadra, non potranno farci nulla no?- mi
guardò accarezzandomi il viso.
“Sei sempre così positiva, mi piace” – sfiorai le sue
labbra- “La cosa più impegnativa sarà gestire Frost”
“Potrei avere già una mezza idea” – ridacchiò e mi tirò
dentro casa – “In fondo é solo una parte di te!”
Le presi il viso tra le mani e la guardai fissa negli occhi.
“Se ti fosse successo qualcosa l’altro giorno, avrei dato di matto” – dissi
poggiando la mia fronte alla sua – “Non ho fatto altro che pensarti”
“Anche io non riuscivo di smettere di pensare a noi due. Le
tue labbra, le tue mani e” – la interruppì baciandola –“Andiamo in camera da
letto?”
“Mi andrebbe una doccia con te”- dissi portando le mani
sulle sue cosce sfiorandole con desiderio.
“Spero non una doccia fredda”- trattenne una risatina.
Finimmo sotto la doccia dopo esserci spogliate percorrendo
il corridoio che separava l’ingresso dal bagno. Aprì l’acqua tiepida e la vidi
entrare ormai nuda sotto il getto dell’acqua, dandomi le spalle; la raggiunsi
abbracciandola sensualmente da dietro e presi a baciarle il collo. Sentì le sue
braccia stringersi intorno alle mie sulla sua vita e sollevai le mani per
prendere i suoi seni sodi tra i palmi. La sentì ansimare e si girò verso il mio
viso per baciarmi, portando una mano dietro la mia nuca per attirarmi a se.
“Scendi con le mani”- sussulando guidandole verso il suo
bacino e dovessi respirare a fondo per muovermi piano in lei. Una cosa che
avevo capito di Iris e che voleva il contatto visivo continuo con me, mentre ci
baciavamo mentre ci davamo piacere a vicenda. Dovevo ammettere che guardarla
durante l’orgasmo rendeva la cosa ancora più eccitante, vedere il mutare delle
sue iridi.
“Shampoo?” – dissi una volta ripresami dall’orgasmo
condiviso con lei. Annuì passandomi il suo preferito.
“Grazie amore!” – disse poggiandosi con la schiena al mio
petto.
“Di nulla tesoro mio” – dissi lasciandole un bacio sul collo
prima di portare le mani nei suoi capelli.
|