6 VIOLA
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SABATO – VIOLA -
SOMEWHERE OVER THE RAINBOW
Jack
guarda
l'orologio. Aspettare non gli piace molto, specie perché i
ricordi
riaffiorano come un fiume in piena.
Sospira,
portando
indietro i riccioli con un gesto veloce.
Poi
sorride non
appena in lontananza vede un volto familiare.
«Jackie!»
Daisy
saltella nel
suo vestito verde, ondeggiando una mano in aria.
Accanto
a lei, un
ragazzo biondo la spalleggia con in mano un bicchiere di
caffè
caldo.
«Finalmente,
pensavo di morire di vecchiaia» sbuffa, dopodiché
si solleva dal
bordo della fontana.
«Oh
dai, sapessi
che fila c'era da Starbucks»
gli risponde agguerrita Daisy, per poi sorridere una volta accortasi
che gli occhi di suo fratello non sono su di lei.
«Stai
bene in
quella maglietta viola» gli sta dicendo il ragazzo biondo.
Jack
arrossisce.
«Smettila
Drew, che
poi si imbarazza e non spiccica più parola».
«Daisy!»
«Però
ha ragione».
«Non
cominciare
anche tu!»
Inutili
proteste.
Jack sa che è debole con chi ama. Non gli dispiace poi
troppo, dal
momento che la sua lamentela finisce direttamente sulle labbra di
Drew.
«Mi
risparmiate
queste smancerie orrorifiche? Mi bloccate la crescita. E poi faremo
tardi alla parata».
Daisy
simula il disgusto tipico di una sorella orgogliosa.
Jack
sorride, mentre Drew gli prende la mano.
Nell'altra
tiene il
bicchiere di sturbucks.
Sopra
c'è scritto No
*One.
Adesso il
mondo è
un arcobaleno di
colori.
Note Autrice
Eccoci alla fine di questo piccolo viaggio. Non so se la
storia
è stata all'altezza delle aspettative, ma ci ho messo il
cuore.
Volevo rendere centrali i sentimenti e le sensazioni di Jack nel duro
processo di identificazione, scoperta, accettazione e rivalsa. Volevo
che fosse cruciale il rapporto con sua sorella Daisy, un amore che li
lega fin dalla nascita ma costellato anche di punti di sofferenza per
Jack (specie quando inizia a chiedersi chi sia). Tutta la parte
iniziale della storia ruota alla confusione di Jack nel riuscire a
trovare qualcosa che lo definisca, nel fallire, nel capire di essere un
outsider, fino a giungere al fatto che non importa... è
semplicemente sè stesso. Non vuole categorizzarsi, vuole
semplicemente navigare in questa vita a vele spiegate.
Il titolo oltre a ricollegarsi a Nessuno, al viaggio di Ulisse,
è anche un gioco di parole riferito al No*One... No, sono
Uno.
Sono Io.
Per questo alla fine sul bicchiere di Starbucks Jack si
identificherà con quel nome che ha adesso
un'accezione
diversa e l'ha accompagnato per tutta la vita. Ora è pronto
per
attraversare il cammino della Parata insieme ai due suoi più
grandi amori: Drew e Daisy.
Spero che questa original vi sia piaciuta. Io un po' a Jackie mi sono
affezionata e penso che lo porterò sempre con me.
Un bacio a tutti!
E buon Pride Month!
Non abbiate timore di essere voi stessi: non c'è gioia e
amore più grande!
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