Stay with me

di The Bride of Habaek
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Age i just a number.

E' da un bel po' che ci conosciamo, credevo di sapere tutto di lui: i suoi pensieri, le sue abitudini, ciò che ama, ma ultimamente lo vedo spesso perso, turbato, come se mi stesse nascondendo qualcosa di molto importante. Dal giorno in cui è tornato vivo per miracolo dalla guerra, il Maggiore Bougainvillea non sembra più lo stesso. Si distrae facilmente perdendosi nei suoi pensieri, mi osserva per poi distogliere lo sguardo non appena mi volto verso di lui. Sono decisa a chiederglielo. Cosa c'è che non va? Non ti riconosco più.
Gilbert: "Vado a fare delle commissioni col generale Dietfried, torneremo prima del tramonto." Dice evasivo non lasciandomi il tempo di replicare.
Violet: "Vengo anch'io!" Rispondo ad un quesito che non mi è stato esposto, glielo dico a gran voce prima che esca dal salone della sua lussuosa Residenza.
Gilbert: "No, mi dispiace ma sono affari di Stato." Risponde guardando suo fratello, ottenendo la sua approvazione.
Violet: "Ok. Farò come desideri... ma fa attenzione, per favore." Vorrei tanto entrare nella tua mente per capire cosa sta succedendo.
Il Maggiore si dilegua seguito da suo fratello, il Generale Dietfried Bougainvillea. Sono entrambi pensierosi, a tal punto da non accorgersi che li sto seguendo come un'ombra. Dopo un po' di tempo vedo Gilbert dirigersi verso l'urna di suo padre, nel cimitero di famiglia. Si china e chiude i pugni premendoli contro il terriccio sotto i suoi piedi, mentre Dietfried lo osserva dall'alto dei suoi speroni.
Gilbert: "Sono un disonore per la nostra famiglia..."
Parla come se suo padre fosse proprio lì dinanzi a lui.
Gilbert: "...sono certo che se leggessi nel mio cuore ti faresti beffa di quel tuo figlio che si lascia sopraffare dalle emozioni e dai sentimenti."
Dietfried: "Non avvilirti fratello, non è colpa tua."
Non riesco ancora a comprendere il filo del discorso.
Dietfried: "Non è colpa di nessuno."
Gilbert: "Dietfried non ce la faccio più a trattenermi. La conosco da anni ormai, forse persino lei che inizialmente non riusciva a comprendere i sentimenti umani, ora avrà capito ciò che provo nei suoi confronti. Se continuerò a rinnegare la verità alla fine... la perderò."
Dietfried: "Gilbert, in tutta sincerità non credo che accadrà mai. Violet ci tiene troppo a te."
Il Maggiore sbatte i pugni a terra per poi portarsi le mani fra i capelli. Finalmente ho potuto conoscere la causa dei suoi sbalzi d'umore: sono io il suo male. Il cielo s'incupisce quasi come potesse vedere il dolore degli uomini sulla terra. Dietfried si congeda mentre Gilbert rimane lì, con la testa fra le mani.
Gilbert: "Padre, so che non benedirai mai la nostra unione ma... io la amo. Vorrei che le cose funzionassero diversamente nella nostra società."
A Leiden i matrimoni sono perlopiù unioni combinate fra membri di famiglie benestanti e ufficiali dell'esercito. Inizia a piovere, Gilbert sembra non avere alcuna intenzione di correre ai ripari. Lo raggiungo, non m'importa un bel niente di venire scoperta.
Violet: "Maggiore, andiamo a ripararci da qualche parte, sta venendo giù il finimondo!"
Lo strattono ma lui inizialmente si rifiuta di seguirmi.
Gilbert: "Lasciami Violet. Ho bisogno di riflettere."
Violet: "Io invece ho bisogno di te! Ho sentito ciò che vi dicevate col Generale, ora so tutto. E non mi muoverò di qui se non verrai via con me."
Mi siedo accanto a lui, sotto la pioggia, e non mi muovo finché Gilbert non alza lo sguardo e finalmente mi guarda negli occhi.
Gilbert: "Vieni con me. Non voglio che ti prenda un malanno."
Corriamo insieme sotto la pioggia mentre il Maggiore mi trascina dietro di sé tenendomi per mano.
Gilbert: "Siamo arrivati. Staremo qui finché non spiove."
Violet: "Dove ci troviamo? Sembra..." Una tomba.
Gilbert: "E' una tomba familiare. E' vuota al momento, non hai nulla da temere."
Mi tolgo gli abiti zuppi rimanendo in biancheria, mentre Gilbert è girato di spalle e fa lo stesso rimanendo a dorso nudo. Mi sono sempre sentita a mio agio con lui, mi ha cresciuta insegnandomi letteralmente tutto un po' come fosse il mio fratellone... ma ora mi rendo conto che è molto più di questo.
Gilbert: "Dev'esserci qualcosa di sbagliato in me..."
Afferma dopo essersi voltato, come se stesse parlando con se stesso.
Violet: "Non c'è niente che non vada in te."
Gilbert: "Sono un uomo disgustoso."
Violet: "No, non pensarlo nemmeno. Me l'hai detto tu stesso ricordi? Al cuore non si comanda."
"L'Età è solo un numero." aggiungo.
Gilbert: "Si, lo ricordo come fosse ieri Violet, ma cosa succederà quando invecchierò? Ci hai mai pensato a questo?" dice sincero più che mai, stavolta senza abbassare lo sguardo.
Violet: "Mi prenderò cura di te, come hai fatto con me Maggiore."
Gilbert: "Non voglio che ti sacrifichi per me... devi essere libera."
Violet: "Io ti..."Amo.
Non conosco altra libertà se non fra le tue braccia.
Gilbert: "Non dirlo. Così sarà ancora più difficile fingere di non amarti."
Insisto finché il Maggiore non cede attirandomi a sé. Lo bacio con trasporto e da come reagisce capisco che non aspettava altro.
Violet: "Non voglio trascorrere più nemmeno un minuto senza di te."
Siamo stati distanti per così tanto tempo da  aver desiderato la morte più di una volta piuttosto che dimenticarti.


No holding back

A quel punto Gilbert non riesce più a trattenersi. Non c'è niente che possa far svanire il sentimento profondo tra due esseri viventi: né la differenza di età (ben 15 anni nel nostro caso), né di casta, nemmeno gli déi possono privarci di un amore così a lungo desiderato.
Fare l'amore con lui è come scoprire un nuovo mondo. Gilbert è così forte e sensibile al tempo stesso, non avrei potuto desiderare di meglio. Lui è sopra di me, con le mani delinea i miei fianchi insinuandosi nelle mie cavità. Siamo così vicini che si fatica a comprendere dove inizi l'uno e dove finisca l'altro. Gilbert utilizza la sua giacca mimetica come coperta, vuole tenere i nostri corpi al caldo.
Gilbert: "Non me lo perdonerei mai se ti ammalassi." mi sussurra dolcemente.
E' la mia prima volta, non avevo mai provato nulla di simile in vita mia.
Gilbert: "Ti sto facendo male? Mi fermo immediatamente se..."
Violet: "No affatto, non pensavo sarebbe stato così..." travolgente.
Il Maggiore mi accarezza i capelli baciando il mio collo opalino, il mio profumo si confonde con l'aroma esotico della sua pelle. Il suo è un corpo segnato da molte cicatrici, ma la sua bellezza risiede proprio nelle sue ferite. Ci baciamo restando appiccicati per buona parte del tempo mentre fuori è buio pesto. Nessuno dei due vuole rientrare. Attenderemo l'alba e, nel frattempo, chissà cosa ci riserverà il futuro.
Fine.

"Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente."
(Romeo e Giulietta) Shakespeare





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