Non importa

di Bheiroze
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Il suo collo, una tela bianca.

Le mie labbra, tempera rossa e pervinca.

Ci contorciamo, come due animali, in un vortice di gemiti che sembrano provenire da un altro mondo, uno lontano, etereo.

Lei mi stringe, privandomi del respiro. Ed è il suo profumo che cerco, dalla pelle ai suoi capelli, alla lingua che sa di pesca.

Le sussurro parole che non riesco a decifrare. E lei non ascolta, impegnata a marchiare con le unghia, la mia schiena.

E mi ferisce, qualsiasi cosa le stia dicendo, non riesce a raggiungerla.

All'improvviso il mio cervello va in blackout.

Le parole che le ho detto, è poi così importante ricordarle?

...

Adesso son solo, in mezzo alla stanza.

Sento le sue carezze, la sua voce roca e melodiosa che chiama il mio nome.

Ma la stanza è vuota.

Ed io sembro il suo guscio.

"Torna da me", le sento pronunciare. Ma non son parole sue, non è da lei, non lo è affatto. La conosco.

Correrei, mi inginocchierei, con disperazione cercherei il suo sguardo, il suo consenso.

Alla minima parola, sarei suo.

E poi ci rifletto, a lei piace, giocare con me.

E così come io conosco lei, lei conosce me.

...

Chiudo a chiave la porta, abbasso le tapparelle e mi rannicchio sul letto.

Ora ricordo cosa le dissi, pervaso dall'amore.

Ma l'amore è futile, quando lei non ascolta. Come un ronzio fastidioso all'orecchio, lo scaccia via con la mano.

Poi si volta, come se nulla fosse, e ti sorride. Ed io pendo dalle sue labbra, lei è conscia del loro effetto su me. Sono in grado di perdonarle tutto, basta un sorriso, nient'altro.

E le parole svaniscono, muoiono in gola.

Ma forse, non è poi così importante.

Cos'è un mugugnare di parole senza senso, quando posso sentire la sua pelle a contatto con la mia? Quando posso giocare con i suoi capelli, col suo seno nudo, mentre è assorta nei suoi pensieri, svanendo nel fumo di una sigaretta?

Così l'avvicino, tirandola per i fianchi. La abbraccio e poggio la mia guancia sul suo ventre.

Lei mi osserva attentamente e mi allontana, deve andare, ha altro fare.

Nemmeno mi guarda, mi dice di scriverle e si dilegua.

Glielo dico, "Ti amo", ma ormai è troppo distante, e non ha più importanza.

Così chiuso gli occhi, mi distendo e torno a sognarla.

E mi risponde nel sogno, ma nel svegliarmi, non rammento mai la sua risposta




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