La Vera Essenza della Magia

di Kharonte87
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Kharonte era seduto su di una roccia sulle sponde del fiume Elrandar in quella giornata di fine estate. Le acque del fiume dei Boschi di Cantoeterno gli scorrevano davanti calme, placide, come lo erano sempre a Quel'Thalas, un regno incantato affinché la primavera fosse sempre la padrona di quelle terre e di quei paesaggi. Quant'era bella la sua patria in quel periodo dell'anno, con gli alberi dipinti dei colori del fuoco e dell'oro e fare da cornice a splenditi tramonti sul Grande Mare o le lanterne incantate per illuminare le panchine dove i suoi compatrioti elfi andavano a rilassarsi con gli amici dopo una lunga giornata di lavoro o di studi.

Kharonte i suoi studi li aveva finiti, ed ora era uno stregone. Le arti demoniache l'avevano sempre affascinato, e ad usare quei poteri si dilettava non poco. Eppure, a volte sentiva ancora un leggero disagio ad utilizzare il potere demoniaco, si scontrava troppo con il suo io interiore, anche se ormai aveva imparato a convivere con quella sensazione. Era in attesa del suo compagno di viaggio e leggeva distrattamente alcuni fogli di pergamena che lui stesso aveva scritto, per lo più brevi cenni storici sulle grandi figure del pianeta Azeroth, dai regnanti ai grandi eroi, fino ad arrivare alle divinità leggendarie. Fu in quel momento che, alzando lo sguardo, si accorse che il suo compagno di viaggio lo stava per raggiungere, e si trovava a non più di dieci metri da lui.

“Sei arrivato finalmente, Zihark.” disse Kharonte alzandosi.

“Ehi Kharonte! Scusami se ti ho fatto aspettare, ma lo sai, gli studi della magia arcana portano via sempre un sacco di tempo, per gli dei, sembra di non finire mai!” gli rispose l'amico affrettando il passo per raggiungerlo.

Zihark era leggermente più alto di lui ed indossava sempre degli abiti eleganti, persino in occasioni come quella di un viaggio, era un elfo che teneva particolarmente al modo in cui appariva. Era stato suo compagno di studi in stregoneria negli anni dell'accademia, ma alla fine aveva abbandonato il potere demoniaco per abbracciare le pure arti arcane, che erano riuscite a conquistarlo. Kharonte ricordava ancora il momento in cui l'aveva conosciuto, un apprendista spaesato vicino ai portali di Undercity in un lontano giorno di dieci anni prima.

“Non importa dai, piuttosto faremo meglio ad incamminarci, ci aspetta un lungo viaggio prima di arrivare a Southshore.”, disse Kharonte con fare sbrigativo. Il viaggio sarebbe stato davvero lungo. “Hai portato tutto?”

“Si, si, ho tutto qui nelle borse da viaggio: provviste, pergamene, pozioni in caso di ferite da combattimento.. Hai tutto anche tu? E quelli? Perché te li stai portando dietro?” chiese Zihark appena notò i fogli di pergamena che Kharonte stava leggendo prima del suo arrivo. C'era una nota di sorpresa nella sua voce.

“Magari il nostro amico che stiamo andando ad incontrare sarà interessato a leggerli, è un appassionato di questo genere di cose come me, non si sa mai. Dovresti saperlo che trovare qualcuno con le tue stesse passioni è raro di questi tempi, e comunque si, ho tutto anche io”, rispose Kharonte con voce risoluta. La lettera che aveva ricevuto da questo misterioso Draenei l'aveva particolarmente colpito, ed aveva deciso di accettare un incontro per “discutere di ciò che per noi è la vera magia.”

“Ma ti vuoi decidere a raccoglierli in un tomo tutti quei scritti? Se la memoria ti funziona ancora, ricorderai bene come te lo dicessero praticamente tutti al circolo delle carte dell'accademia, com'è che avevano chiamato quel posto?”

“Pietra del Ritorno, Pietra del Cuore... qualcosa del genere”

“Si, ecco, quello. Ricordo che la recluta dei paladini, quella bell'elfa di Sevenxa, era particolarmente insistente, ed anche quell'altro, il veterano che aveva combattuto con il Principe anni fa, come si chiamava? Mi pare che il suo nome iniziasse per F... E non dimentichiamoci di Lady Ann e di Eden!”

Kharonte aveva letto i propri scritti al circolo delle carte dell'accademia di Silvermoon, un gioco che andava tra gli allievi e di cui ancora oggi lo stregone ed il mago non disdegnavano di fare qualche partita. Zihark aveva effettivamente ragione, tanti gli avevano chiesto di raccogliere i suoi scritti in un tomo, ma Kharonte non aveva mai preso in considerazione l'idea. Pensava non facesse per lui una cosa del genere.

“Te l'ho detto un sacco di volte, amico mio”, rispose lo stregone, “non credo di essere in grado di scrivere un tomo, né tanto meno di gestirlo dopo aver inserito questi scritti.”

“Sei proprio un testone quando ti ci metti, ci credo che sopporti tutte quelle robe sui demoni.” Zihark era quasi rassegnato. “Non vuoi scrivere un tomo, ma vuoi andare fino a Southshore per incontrare questo tipo che non è nemmeno un alleato! Come hai detto che si chiama?”

“Kentel.”

“Kentel! Come ti viene in mente di andare ad incontrare questo Draenei di cui non sai nulla quando invece potremo attraversare il Portale Oscuro ed andare nel paradiso di cui ci ha parlato il Principe! Quella si che sarebbe una cosa utile per i nostri studi sulla magia!”

Zihark aveva una vera e propria venerazione per il Principe Kael'thas Sunstrider, e non perdeva mai occasione per farla notare. Desiderava da tempo recarsi nelle Terre Esterne ed unirsi alle forze di Kael, era il suo più grande desiderio. Dal canto suo, Kharonte avrebbe preferito invece recarsi a nord, nel continente ghiacciato di Northrend. Quel luogo l'aveva sempre affascinato.

“Lo sai che per me la vera magia sono le grandi storie, Zihark. Ed è proprio per questo che ti ho chiesto di accompagnarmi in questo viaggio. Pronto?” Kharonte si rivolse all'amico dopo essersi messo la borsa da viaggio in spalla.

“Lo so, lo so... Ormai ho finito per accettare questa tua visione delle cose. Si, sono pronto.” Anche Zihark si mise la borsa da viaggio in spalla e superò Kharonte.

Lo stregone si voltò a guardare nuovamente i Boschi di Cantoeterno. Avrebbe più rivisto quel magnifico paesaggio? Cosa l'aspettava in quell'avventura che stava per intraprendere? 

“Allora, ti è finita la fretta?” Zihark aveva già superato il ponte sul fiume Elrandal.

“Arrivo, arrivo!” Kharonte si voltò e con passi veloci raggiunse il mago. Il viaggio era iniziato.




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