la foresta di faeris
La foresta
di Faeris
Città
di Sunfloville, Luglio.
E se mai dovessimo
rivederci, portami qualcosa di fresco!
Questa
era l'ultima cosa che ho sentito oggi da parte dell'unica persona
sopravvissuta nella mia famiglia ad eccezione di me, ovviamente. Mi
chiamo Seth e, se sto scrivendo in questo piccolo
taccuino, è perché vorrei che qualcuno ricordasse
le mia impresa.
Non sto morendo, o almeno... non penso. Se stai
leggendo queste parole adesso, sei molto fortunato. Insomma, sono io,
Seth, l'eroe della nuova generazione!
Cosa sto
facendo, ti stai
chiedendo? Beh, adesso cerco di riassumerti un po' la situazione
nella mia città, se così si può ancora
definire.
Devi
sapere che, a causa di
un terremoto abbastanza forte, abbiamo perso tutto. I sopravvissuti
si possono contare sulle dita così come tutto il resto.
Il cibo scarseggia e come se non bastasse non piove da
parecchio
tempo, perciò i nostri raccolti sono praticamente
inesistenti. Prima
ho detto che la mia è una città, ma non
è del tutto corretto: è
un piccolo paesino composto da poco più di 300 persone,
eppure a me sembra una piazza gigantesca!
Mio
padre, il secondo membro della mia famiglia che è
sopravvissuto, mi ha incoraggiato ad
affrontare un viaggio oltre la città per trovare qualcosa da
mangiare o da bere, o insomma... qualsiasi altra cosa. Mi ha persino
detto di cercare il petrolio, ah, pensa solo ai soldi quello
lì! Ma
come biasimarlo, d'altronde abbiamo perso tutto...
In ogni
caso qui si parla di
me, non delle disgrazie della mia città!
Dimostrerò a tutti che non
porterò solo un pezzo di pane, bensì molteplici
panifici, come
minimo! Porterò talmente tanto cibo alla mia gente che mi
proclameranno eroe nazionale, e magari finirò anche sul
giornale!
Adesso non voglio distrarmi, ma vi aggiornerò più
tardi! Grazie
dell'ascolto, miei giovani eroi!
Strada
solitaria, sempre lo stesso giorno di Luglio.
E' da un
po' che cammino in
questo desolato posto sconosciuto. Mi chiedo se ci sia qualcuno,
o se siamo noi gli unici sopravvissuti nei dintorni. Non conosco bene
le altre città ma so che sono molto distanti dalla mia.
Spesso
Sunfloville viene evitata da tutti per il troppo caldo e
perchè,
effettivamente, è una città molto povera. Per
questo il terremoto
ci ha tolto letteralmente tutto, ma io non mi arrendo.
Adesso,
dopo essermi seduto
per un po' su una panchina – anch'essa nuova di zecca
– vedo
degli alberi non molto lontani dalla mia posizione. Magari
lì ci
sarà qualcosa da mangiare, e sono disposto a cacciare
qualche
bestiola; a tal proposito il mio babbo mi ha dato il suo coltello
preferito!
Mangio
della frutta e mi
avvio. Grazie dell'ascolto, miei giovani eroi!
Foresta
di Faeris, la notte di quel giorno.
Oggi sono
successe tante
cose, forse troppe. Ho iniziato il mio viaggio per cercare un po' di
speranza altrove e ho
scoperto che
al di fuori della mia città non c'è poi questo
granchè. Mi sembra
anche ovvio, quale altra città ha me come cittadino?
In
ogni
caso, da come avevo citato nella scorsa pagina, mi sono addentrato in
questa foresta. In realtà... questo posto non è
male. Certo, ho
visto di meglio, ma fin da subito mi è sembrato un posto
magico. Qui
il processo di fotosintesi è talmente veloce che puoi vedere
le
piante crescere in un batter d'occhio, come se il tempo non esistesse.
Poco fa
ho provato ad estirpare un'erbaccia e, subito dopo, ne era spuntata
una uguale a quella precedente, forse anche più verde e
piena di
vita. Assurdo, no? E non è tutto, ovviamente. Man mano che
si
cammina sembra che,il terreno sotto ai piedi produca un dolce suono,
come se stessi camminando su un pianoforte. All'inizio pensavo di
averlo immaginato, poi ho cominciato a fare avanti e indietro e a
tirare oggetti per terra, rendendomi conto che era tutto vero.
Qui
gli animali hanno forme bizzarre e sembrano uccelli, per la maggior
parte. Per aria, certe volte, riesco ad intravedere delle
gocce
d'acqua, eppure non sta piovendo. Come, vi chiederete? Ve lo
dirò
tra qualche riga.
Quindi,
dicevo: sono entrato in questa foresta dove succedono cose strane, e
dissi a me stesso che qui avrei sicuramente trovato qualcosa per
salvare la mia città. Di
certo un eroe non può tornare a mani vuote dal suo popolo!
In ogni
caso mi addentrai sempre più nella foresta, vedendo altre
cose
strane come... altre gocce d'acqua che cadevano dalle foglie degli
alti alberi, ma color arcobaleno. Mi avvicinai ad un lungo sentiero
fatto di rami abbastanza resistenti che portavano verso la parte
settentrionale della foresta. Non appena la percossi tutta, sotto i
miei piedi adesso vi erano delle piume arcobaleno, insieme a dei
petali di un fiore a me sconosciuto. Alzai lo sguardo e, udite udite,
vidi qualcosa di assurdo: la luna ed il sole erano una vicino
all'altro, ed il cielo era di un colore mai visto, simile al viola.
Iniziai a sorridere, era tutto così strano! Più
andavo avanti in
quella foresta e più questa riusciva a sorprendermi! Ricordo
che il
suono proveniente dal terreno ricominciò, quindi iniziai a
correre
ridendo e cercando di fretta e furia altri misteri!
Ad
un tratto però mi fermai. Un grosso cigno si
presentò dinanzi ai
miei occhi e aprì con determinazione le sue ali. Cosa stava
cercando di dirmi? Mi accorsi che, adesso che il pavimento aveva
smesso di suonare, adesso un altro delizioso suono era nell'aria: una
risata continua, forse di una ragazza. Cercai di oltrepassare il
cigno e, con mia sorpresa, esso volò dentro un grosso
cespuglio di
fiori azzurri e gialli, sparendo chissà dove. Decisi di
seguirlo,
perciò camminai piano – anche se il suono
proveniente dal terreno
continuava incessantemente a suonare – e portai una mano
dentro al
grande cespuglio.
All'interno
sembrava vuoto, perciò imitai il grosso cigno e mi spinsi
dentro di
esso. Scivolai dentro ad un tunnel pieno di luci bianche –
simili
alle stelle – e iniziai ad urlare, pensando di essermi
cacciato in
qualche guaio. La luce del tunnel era ormai vicina, talmente tanto
che non mi resi conto che ero già caduto sopra a qualcosa di
molto
morbido. "Forse è una nuvola, ci mancherebbe solo questo!"
dissi ad alta voce, ridendo, poi guardai sotto di me e vidi un grosso
fiore gigantesco. Iniziai a tremare: quanto poteva essere stabile
quel coso?! Io, Seth, eroe di Sunfloville, non potevo certo perdere
ancora tempo in quelle scemenze! Mi accorsi in seguito che sotto quei
giganteschi fiori vi è una sorgente.
Vedevo qualcuno – o qualcosa – vicino ad essa,
perciò mi sono fatto
coraggio e ho iniziato a scendere dal fiore, aggrappandomi allo stesso
con forza. Ce l'avevo quasi fatta, e riuscivo anche a vedere degli
strani animali di fronte alla sorgente, ma quando scesi dal fiore avevo
provocato un forte suono proveniente dal terreno ed essi sono scappati
con velocità. Ho visto qualcosa al centro della sorgente che
all'inizio non riuscivo proprio a capire cosa fosse.
Incuriosito mi sono avvicinato ad essa ma non ho potuto fare a meno di
notare che
anche lì vi erano cose bizzarre: un
dolce profumo di fragole era nell'aria, eppure non avevo visto frutta
nei dintorni, ne ero sicuro! Avevo l'acquolina in bocca,
l'odore era così forte e vicino! Gli animaletti che prima
erano
scappati in realtà si erano rifugiati tutti dietro ad un
grosso
fiore caduto per terra, rendendolo così un piccolo/grande
rifugio. Ho provato ad avvicinarmi a loro, erano abbastanza
nervosi eppure non mi sarei MAI immaginato che si sarebbero trasformati
anch'essi in piccoli fiori. In genere quando la gente è
imbarazzata
arrossisce, non si trasforma in fiore, o sbaglio?
In
ogni
caso ero ormai rivolto verso la sorgente, ancora incuriosito da
ciò che si
trovava al suo centro. Avvicinandomi ad essa sentivo nuovamente la
risata udita in precedenza, sembrava così divertita! Poi ho
realizzato,
finalmente, che proveniva da una ragazza appoggiata su un grosso
fiore arcobaleno al centro della sorgente. Se ne stava lì
con i piedi immersi nella sorgente, portava le mani
in alto per poi
far comparire delle grosse bolle d'acqua in aria. In poco tempo il
paesaggio era costellato da bolle arcobaleno, così grandi
che ci si
poteva vedere il proprio riflesso alla perfezione.
La
ragazza continuava a creare bolle e a ridere, e smise quando, per
sbaglio, ne feci scoppiare una con il mio dito: volevo solo vedere
la loro consistenza!
Quando mi sono voltato verso la ragazza era ormai tardi
perché mi battè sul
tempo e si posizionò di fronte a me con le mani sui fianchi,
facendo
una smorfia. Era tanto bella, sembrava una fata, e forse lo era
davvero. Aveva i capelli biondi, ma sembravano andare anche verso il
colore delle foglie. Il suo abito era molto semplice, azzurro con
delle piume alle maniche e alla gonna, infine aveva i piedi scalzi.
Alzate le mani in segno di resa
e dopo aver detto una cosa tipo "scusa se ho
interrotto il tuo bel momento", seguito da un "ma io sono
venuto qui per salvare la mia gente, portando loro montagne di cibo e
tutta la sorgente, se necessario!", lei sembrava ancora
arrabbiata. Adesso portava le braccia al petto, voltando in seguito lo
sguardo.
Subito dopo ha sospirato e si è seduta per terra, accanto ai
molteplici
fiori che decoravano la sorgente dai riflessi arcobaleno.
"Dimmi,
posso prendere un po' di quest'acqua? Posso?"
La
ragazza rimaneva immobile, poi ha ricominciato a creare delle bolle con
le
sue mani e a mandarle per aria. La mia decisione era quella di mettermi
di fronte a lei e
di far esplodere tutte le bolle che stava creando, facendole poi fare
dei versi striduli mentre ridevo soddisfatto. Presa una grossa
bottiglia dal mio zaino pensai che una volta piena sarebbe stato un
problema
portarla, ma non ci pensai, d'altronde ero pronto a fare sacrifici
per la mia gente. Ero o no un eroe?!
Dopo
aver riempito la bottiglia stupore mi ero accorto che, una
volta dentro di
essa, l'acqua non aveva più i riflessi arcobaleno.
"Ehi,
fatina! Non è più magica quest'acqua... ma posso
berla, no?"
La
ragazza ha corso verso di me e ha preso la bottiglia dalle mie mani,
svuotandola all'istante. Subito dopo ha trasformato anch'essa in un
fiore, ed io ho iniziato ad urlarle contro: "Ma che diavolo fai, sei
impazzita?! E ora come porto l'acqua a mio padre, e alle poche
persone che sono rimaste?!"
La
ragazza mi ignorava nuovamente, probabilmente perchè poco
interessata
al mio discorso. Non appena mi sono posizionato
di fronte
a lei
la vidi
piangere
disperatamente. Con le sue mani stava asciugando delle grosse lacrime
che scendevano sul suo viso, – anch'esse del colore
dell'arcobaleno
– ma altre finivano sul prato circostante, facendo
così crescere
degli splendidi fiori.
La
guardavo negli occhi provando un grande senso di tristezza: prima la
sentivo ridere, eppure adesso stava piangendo. Aveva attorno a
sè
delle cose meravigliose e sicuramente gli animali erano amici suoi,
mi chiedevo cosa c'era di tanto triste. Seduto accanto a lei
sospirai, osservando lo spettacolo mozzafiato di fronte a noi.
"Se
vuoi l'acqua tutta per te basta dirlo, no? Troverò un altro
posto,
non ti preoccupare."
Mi
ero ormai
arreso quando, in seguito, avevo ormai capito cosa stava succedendo:
probabilmente quello era
il suo posto segreto, o semplicemente non voleva essere trovata da
nessuno. Se avessi portato l'acqua con me allora tutti sarebbero
venuti in quella foresta, e l'avrebbero di certo rovinata.
Quando mi sono alzato la
ragazza ha preso la mano e mi ha fatto sedere nuovamente
accanto a lei. In quel momento ho realizzato che l'odore di fragole che
sentivo poco fa proveniva dai suoi capelli e che le gocce che
scendevano nella parte meridionale della foresta erano,
probabilmente, le lacrime della fanciulla accanto a me. Avevamo puntato
lo
sguardo sopra di noi per osservare il sole e la luna, poi chiusi gli
occhi e mi sono addormentato. E adesso sto scrivendo tutto
ciò, a notte fonda,
svegliato da chissà cosa. La ragazza è sdraiata sul
grosso fiore al centro della sorgente, dove proprio oggi ci siamo
incontrati per la prima volta.
Anche lei sta dormendo e accanto a lei vi è il grosso cigno
che ho visto questo pomeriggio. Adesso proverò a dormire, ma
domani
vorrei scoprire nuove cose riguardo questa ragazza e questa
misteriosa foresta. Grazie dell'ascolto, miei giovani eroi!
Foresta
di Faeris, il giorno successivo.
Mi
sono svegliato con la risata della ragazza, ancora posizionata sopra
al grosso fiore mentre creava delle bolle arcobaleno sempre
più
grandi. Mi
sono avvicinato a lei,
bagnandomi ovviamente i pantaloni e ho cercato di attirare la sua
attenzione.
"Ehi,
fatina, conosci altre sorgenti qui vicino? Sai, non so nemmeno se ci
sono città nelle vicinanze... sai darmi qualche indicazione?"
La
ragazza aveva scosso la testa in segno di negazione mentre si tirava in
piedi,
posizionandosi al centro del fiore e aveva cominciato a fischiare
qualcosa
mentre improvvisava un ballo.
"Mi
prendi in giro? E adesso dove vado?!"
Il
tempo era passato così: io in piedi ad osservarla mentre
lei, con
movimenti aggraziati, danzava felicemente. D'un tratto ha smesso di
danzare per iniziare a guardare il sole e la luna. Senza accorgermene
eravamo seduti accanto come la sera precedente.
"Mi
sai dire come mai qui è tutto così strano?"
Ovviamente
non ricevetti risposta, decidendo però di continuare ad
osservare il
cielo, sentendo di sottofondo dei versi simili a quelli delle cicale.
"Il
sole e la luna non si vedono mai, volevo si incontrassero, tutto
qua."
La
ragazza aveva finlamente parlato ed un sorriso era spuntato sul mio
viso; ero meravigliato dalla sua dolce voce.
"Giovane
avventuriero, eroe di Sunfloville, aspettavo il tuo arrivo come la
luna aspetta il sole e viceversa. Ma non sapevi della mia
esistenza e questo era l'unico modo per incontrarci."
Da
lì
tutto mi era chiaro: il terremoto era opera sua. Ha ucciso delle
persone solo per incontrarmi?! Ma chi diavolo è, se non un
mostro?! Ho cercato di andarmene dopo essermi alzato di scatto
urlandole poi le medesime
parole che ho scritto qui. Ero così arrabbiato che avevo
nuovamente spaventato gli animaletti del posto, e lei aveva preso a
piangere quelle
grosse lacrime arcobaleno.
"E'
stata colpa mia, lo riconosco, lo so! Ma non so controllare i miei
poteri, sono troppo potenti e non doveva andare così! Mi
dispiace
tanto giovane eroe, la prego di scusarmi! Farò qualsiasi
cosa per
risolvere questo problema, davvero!"
Come
si
può rimediare alla morte, o al disastro generale che
è avvenuto
nella mia città?! Non volevo ascoltarla, volevo solo dare
fuoco a
quella foresta facendole provare lo stesso dolore che ho provato io
assieme a tutte le altre persone della mia città. Non era
una fata,
era una strega. Continuavo a dirle che non poteva fare più
nulla, che
invece di sistemare tutto lei continuava a fare quelle stupide bolle,
e piangeva sempre di più.
"Mi
dispiace, mi dispiace davvero tanto..."
"Sei
un mostro, lascia stare la mia mano, strega."
"No,
per favore, devi ascoltarmi! Se... Se
l'acqua della sorgente verrà portata via da questa foresta,
tuttò
ciò che è magico tornerà alla sua
normalità! Perciò... Ho deciso
che puoi portarla. Io scomparirò, ma tutto
tornerà come prima!"
A
quel
punto avevo iniziato a percepire il mio cuore battere
all'impazzata: certo, potevo far tornare tutto come prima, ma questa
foresta scomparirà, e anche lei! Cosa... Cosa potevo fare?!
"E'
ciò che vuoi? Vuoi scomparire assieme alla tua dimora,
assieme a
quelle povere bestiole?"
"Sì,
devo rimediare al mio sbaglio."
Sembrava
decisa, ma dai suoi occhi capivo che c'era qualcosa che non andava.
Sospitando mi ero girato verso la sorgente, poi di nuovo verso la
ragazza.
"Perchè
volevi incontrarmi?"
"Per
questo motivo."
"Non
capisco, quale motivo?"
"Tutto
questo doveva accadere, era il mio unico modo... per scomparire."
Lei
mi sorrideva con lo sguardo fisso rivolto ai grandi fiori davanti a
noi, che
si elevavano in alto quasi fino a raggiungere gli alberi circostanti.
Non riuscivo a capire le sue intenzioni, stava succedendo
così velocemente...
eppure forse questo era l'unico modo per salvare la mia
città.
"Hai
provocato tutto questo... solo per morire?"
"Scomparire,
per favore."
"Insomma,
perchè?"
"Conduco
questa vita da secoli ormai, mio giovane eroe. Sono stanca e
soprattutto vorrei vedere qualsiasi altra cosa che non sia questa
foresta. Per favore, ora..." diceva trasformando un fiore in una
grossa botte che fluttuava verso la sorgente per poi iniziare a
raccoglierne l'acqua arcobaleno, "fa ciò che ho detto, e
tutto
tornerà alla normalità. E' così che
deve andare, non ti
preoccupare, Seth."
Non
riuscivo a fiatare: la mia testa era colma di pensieri, e l'unica cosa
che riuscivo a guardare era lei, con quello sguardo fisso nella grande
botte che raccoglieva l'acqua della sorgente.
"Dove
c'è magia ci sono io, ricordalo."
"Non
conosco altri posti magici..."
"Nemmeno
io, ma li scoprirò una volta che me ne sarò
andata da questa
foresta, non credi?"
"Senti...
ma perché non te ne sei andata prima?"
"Non
potevo, la magia della mi trattiene qui e
solo un essere umano può portare via ciò che si
trova al suo interno
della foresta. Ma ricorda: ciò che porti via, una volta
uscito da
qui sarà primo di potere magico."
Si
stava sacrificando per
salvare la mia città, ed io stavo utilizzando il suo potere
senza fiatare. Eppure
tutto ciò stava andando come nei piani, allora...
perchè mi sentivo
così?
"Vieni
con me, allora! Non avrai i poteri, ma almeno..."
"Non
posso uscire, non ci riesco!"
"Ci
riusciremo insieme!"
Guardavo
di sfuggita il barile ormai pieno e nella sorgente era rimasta solo
una strana polvere arcobaleno. Prendendo la mano della ragazza avevamo
iniziato a correre via dalla parte settentrionale della foresta,
vedendo il
barile fluttuare al mio fianco. La ragazza teneva salda la mia mano,
nonostante continuasse a lamentarsi.
"Non
ti lascio morire così, sta tranquilla!"
Continuavamo
a correre, provocando così una splendida melodia sotto ai
nostri
piedi. Lei rideva di gusto e correva con più decisione,
anche se non potevo non notare che stava piangendo di nuovo. Non volevo
fermarmi,
non adesso! Riuscivo a intravedere l'entrata della foresta, proprio
da dove ero venuto, poi la ragazza mi ha fermato con forza.
"Per
favore, vai solo tu. Sei stato molto coraggioso ad accettare il mio
sacrificio, proprio come me. Entrambi ci incontreremo di nuovo, mio
caro Seth."
Mi
sorriva sinceramente mentre mormorava
qualcosa riguardo alla magia contenuta nel barile, forse rendendolo
magico per ancora un altro po', nonostante la lontananza dalla
foresta. Non la ascoltavo, stavo asciugando le sue lacrime e in seguito
l'avevo stretta a me: aveva ricambiato l'abbraccio ed
io le avevo stretto nuovamente la mano.
"Grazie,
Seth."
L'ho
trascinata con me fino a quando non ho visto la malinconica strada da
cui
ero venuto e, quando mi ero voltato, lei non c'era più. La
foresta,
ormai, cominciava a diventare sempre più scura, fino ad
incenerirsi
e volare via come piume. Osservavo tutta la scena con occhi lucidi,
poi ho notato che, accanto a me, proprio dove vi era la ragazza, ora
per
terra c'era della polvere arcobaleno che ho preso e messo nelle mie
tasche. Infine mi sono avviato verso Sunfloville, con le lacrime agli
occhi
ed il barile fluttuante al mio fianco. Grazie dell'ascolto, miei
giovani eroi.
Città
di Sunfloville,
quella sera.
Eccomi
qua, sono arrivato a casa e, come sospettavo, la città
è tornata
esattamente come prima. Nessuno ricorda del terremoto, ed ogni cosa
è
al suo posto. Mi sembra così bello e tranquillo che mi viene
da
piangere. Una volta tornato a casa ho portato l'acqua fresca della
sorgente a mio padre dato che voleva "qualcosa di fresco",
ma anche lui non si ricordava nulla. Perciò ho preso
quell'acqua e l'ho versata nel mio giardino e sapete
cosa è successo, miei giovani eroi? Ho visto un riflesso
arcobaleno
provenire da esso poco fa, ma non ne sono sicuro. Spero di
rivedere quella ragazza e di dirle che mi sono innamorato di lei.
Note
di Morgana: Ed eccoci
qua alla fine di questa "favola" o storiella a cui tenevo a scrivere
principalmente per il personaggio di Faeris. So che è
scritta in modo mediocre - anzi fa schifo lo so - ma la mia idea era
quella di riuscire a far intendere al lettore che tutto ciò
è scritto da un ragazzino quattordicenne. Qualunque sia la
vostra idea sul testo, grazie di aver letto, miei
giovani eroi.
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