Il figlio illegittimo

di lmpaoli94
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Belle passava le sue giornate a leggere moltitudini di libri e a spolverare la biblioteca che era divenuta il suo regno.
Ma a suo marito Adam non piaceva vedere sua moglie venire meno ai suoi doveri.
Soprattutto quando in mezzo c’era un figlio che non assomigliava né a sua madre né a suo padre.
< Belle, che cosa stai facendo? >
< Sto riordinando gli ultimi libri che ho letto, perché? >
< Sai dove si trova nostro figlio Pierre? >
< L’ultima volta che l’ho visto stava facendo un pupazzo di neve fuori. >
< E poi? Non sai altro di lui? >
< Mi ha detto che voleva rimanere da solo senza essere disturbato da nessuno. >
< E tu gli hai creduto? >
< Lo sai com’è fatto nostro figlio… Preferisce rimanere solo che con noi. >
< Questo non ti da nessun diritto per lasciarlo da solo. Ha solo dodici anni. >
< Sa molto bene badare a se stesso, Adam. >
< Belle, è nostro figlio! Perché vuoi trascurarlo? >
< Perché è come se lui non voglia sapere niente di noi. >
< Ha bisogno d’amore! >
< E noi abbiamo bisogno di rispetto! > gridò Belle < Quindi è meglio se rimane da solo. >
Da molti anni a questa parte, Adam non riusciva a riconoscere più la sua Belle.
Un tempo era una giovane ragazza spensierata e felice, mentre ora l’unica cosa che contava per lei erano i libri.
< Mi dispiace Belle… E’ solo che quando penso alla nostra famiglia mi viene in mente la nostra divisione… E non facciamo niente per evitare tutto ciò. >
< Parla con tuo figlio. Scopri quello che gli passa nella mente. >
< Non sarà così facile. Non mi guarda nemmeno in faccia. >
< Mi dispiace Adam, ma non posso aiutarti > disse infine Belle uscendo dalla biblioteca e lasciando suo marito in preda ai suoi pensieri.
 
 
Pierre non faceva altro che passare la sua giornata a fare pupazzi di neve dopo tutta la neve caduta negli ultimi giorni al castello.
< Ciao, Pierre > fece Adam attirando la sua attenzione.
< Buon pomeriggio, padre. >
< Bella giornata, non trovi? >
< Sì. Era da molti giorni che non spuntava il sole. >
< Che cosa stai facendo? >
< Sto solo passando il tempo. >
< Facendo i pupazzi di neve? >
< So che può essere stupido, ma è una cosa che mi è sempre piaciuta da quando sono nato. Forse è grazie a mia madre se ho questo hobby. >
< Già. Prima che tu nascessi, li facevamo molto spesso insieme… >
< Ed eravate molto felici? >
< Lo siamo tuttora, figliolo. >
< E allora perché non fa altro che guardarmi con disprezzo? Sembra che io gli abbia fatto qualcosa di male. >
< Non devi pensare questo. Ultimamente tua madre è molto stanca. Ma vedrai che tra un po’ di giorni andrà molto meglio. >
< Queste sono le solite parole che usate ogni volta che parliamo assieme… Mia madre non potrà mai cambiare. Lei mi odia. Questo è sicuro. >
Adam fu molto basito nel sentire quelle parole dure da suo figlio.
< Pierre, lasciami spiegare… >
< Non c’è niente da dire… Adesso, se volete scusarmi, vorrei rimanere da solo. >
< Qui fuori? Ma tra poco farà buio. Rischi di ammalarti. >
< Non vi preoccupate, padre… Ah potete farmi un favore? Dite a mia madre che potrebbe evitare di spiarci. Sa bene che non lo sopporto. >
Girando lo sguardo, anche Adam poté notare sua moglie intenta a fissare la conversazione tra di lui e loro figlio.
< Va bene. Parlerò io con tua madre. >
< Evitate di litigare, d’accordo? Sapete quanto non lo sopporti. Soprattutto quando siamo a cena tutti insieme. >
< Sì, d’accordo. >
Una volta lasciato suo figlio ai suoi pupazzi di neve, Adam raggiunse sua moglie che si stava per dirigersi nel salone.
< Dove stai scappando, Belle? >
< Io non scappo da nessuna parte. Sto solo andando in cucina per mettermi d’accordo con il cuoco per la cena di stasera. >
< Alle tre e mezzo del pomeriggio? Di solito ci vai più tardi. >
< Più tardi avrò da fare, Adam. >
< Chissà come mai… >
< Mi dici che cosa vuoi da me? >
< Voglio che parli con tuo figlio, dannazione! >
< Non ho niente da dirgli… Quando lo capirai? Si comporta come un poppante facendo quei pupazzi di neve. >
< E’ l’unica cosa che lo fa stare bene… Ma se tu e lui… >
< Non mi degnerebbe nemmeno di uno sguardo. >
< Questo non puoi saperlo. >
< Adam, non voglio che succeda come l’altra volta. Mi farebbe troppo male litigare con mio figlio. >
< Non succederà… Adesso nostro figlio è tranquillo. >
Nel mentre Adam e Belle erano stavano conversando, Pierre stava per passargli accanto.
< Stasera rimarrò in camera mia. Non ho appetito e sono molto stanco. >
< Proprio questa sera che avevo deciso di preparare il tuo piatto preferito? > domandò Belle risentita.
< Potreste farlo un’altra volta, no? >
< Quando la smetterai di ignorarmi, Pierre?! >
< Quando sentirò di più di essere vostro figlio. >
< Ma tu sei mio figlio! >
Ascoltando quelle parole, Pierre andò a muso duro su sua madre.
< Allora dimostratemelo. >
< E come potrei fare se tu ti comporti in questa maniera? >
< La rabbia che ho dentro di me è troppo grande, madre… La vostra lontananza mi ha cresciuto in questa maniera. >
< Perché dai sempre la colpa a noi?! >
< Non do la colpa a mio padre… Ma solo a voi. >
< Ma cosa… >
< Adesso basta. Non ho più voglia di parlarne. Ci vediamo domani > fece il ragazzo dirigendosi verso la sua stanza
< Pierre! Vieni qua! >
Ma fu tutto inutile.
Pierre non ne voleva sapere di parlare con sua madre.
La situazione stava degenerando in maniera incredibile.
< Hai visto come si comporta, eh? Non ne vuole sapere di me! >
< Magari domani andrà meglio… >
< Ma quale domani! Per lui io non esisto. Ormai devo farmene una ragione > disse infine Belle troncando la conversazione prima che potesse ulteriormente degenerare.




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