Priade

di LittleBanshee
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¶2

VISIONE 

 

Era ancora prigioniero, non sa, ma non era stupido: forse Yrieth gli stava nascondendo qualcosa. Cos’era successo là sopra? Cosa stava succedendo? 

Purtroppo lei non era abbastanza di buon umore per parlare delle tanto odiate Dominazioni, odio condiviso appieno con Falko; ma in quel momento doveva sapere, doveva capire perché gli esseri umani si stavano decimando. 

< Pensa solo a portare le anime Oltre, io cercherò di scoprire cosa sta provocando questa mattanza. 

Eppure sembrava che lei sapesse molto di più di quello che ammetteva. 

Stava iniziando a dubitare di lei, dopo così tanti anni. 

Ora si trovava di fronte ad un bivio: fidarsi di lei e continuare il compito di “traghettatore” di anime verso l’altra vita, oppure divorarne l’essenza per riacquistare energia più in fretta. 

L’aveva già fatto, ma non voleva tradire la fiducia di Yrieth, non dopo tutto quel tempo che hanno passato insieme. 

D’altra parte lei non lo verrebbe a sapere. 

Passava molto tempo ad aspettare, ad osservare la Principessa di Ghiaccio che, per qualche oscuro motivo, venne risvegliata. 

Quel giorno che la vide per la prima volta, camminare sulle proprie gambe, Falko non poteva credere ai suoi occhi. 

Perché era stata risvegliata? 

Il portale non poteva avvicinarsi di più, ma quella bambina che correva nel prato, in mezzo ai fiori rossi... Rosso sangue come i capelli della bimba. 

Distrusse immediatamente il portale. 

Doveva esserselo immaginato. 

Ma un’altra luce si illuminò alle sue spalle, una luce insistente. 

Era morto qualcuno estremamente valoroso... Si avvicinò alla gemma che risplendeva di un argento vivido, con frammenti di oscurità quasi impercettibili. 

Aridyl Konogan. Un nome famigliare, ma che in quel momento non ricordava. Forse l’aveva conosciuto nella sua vita terrena; aveva emozioni contrastanti, avrebbe acquisito abbastanza energia per potersi liberare e tenere testa alle altre Autorità? Forse no. E la scomparsa di un’anima simile avrebbe destato sospetti. 

La lasciò in disparte, aspettando il momento adatto. 

Aspettò. 

Il Vuoto continuava ad osservare la Principessa nell’ombra, sempre più forte e sempre più invidioso della sua libertà, libertà che finalmente è tornato a desiderare. Yrieth sembrava non avere più tempo per lui, non era la solita ascoltatrice di una volta. 

Diventava sempre più forte, le anime che giungevano da lui erano molte di più. Mancava poco a riuscire a spostare il portale da Snakefort alla sua adorata Yrieth, per scoprire il perché non avesse più tempo e voglia di stare lì con lui... E soprattutto il perché non gli abbia mai permesso di amarla. 

Questa volta il sorriso comparve più spesso, seguito da poche parole, misteriose, ma decise. 

Le ultime sono state: “E’ arrivato il momento di svegliarti.” 

Rimase ancora un giorno incatenato, nonostante avesse la forza necessaria per distruggere quel metallo, osservava la Reggia Valenor, sperando di vedere Reyleth e scoprire che magari era cresciuta ancora. E’ estremamente raro scorgerla dalle finestre e ancora più raro lo è vederla passeggiare fuori dalle mura del suo castello. Non era più la Principessa di Ghiaccio, era diventata Regina di Priade. 

L’ultima volta che l’aveva vista aveva quindici anni e non era sicuro di quanto tempo fosse passato da allora; erano passate molte anime, di questo era certo. 

Il suo sguardo poteva arrivare in nuovi posti, non solo nelle strade di Snakefort: aveva visto le battaglie portate avanti dall’odiato Raphael, dalle stragi dei Nobili e degli Hunters e della resistenza Valenor. Alla fine Raphael era riuscito nel suo intento, era riuscito a scalare i vertici. A discapito di tutti. 

In quel momento decise di fare qualcosa che non aveva mai fatto... Decise di controllare che l’uomo che l’aveva rilegato nel suo piccolo Inferno fosse ancora vivo, per poterlo uccidere un giorno. 

Il portale di luce mostrò delle immagini definite della Torre Blu, della Dominazione dell’acqua, scoprendo, con suo rammarico, che era diventato lui, il capo della zona Blu. 

Si sentiva ribollire di rabbia, ma non smise di guardare. 

Di fianco a lui, c’era una donna. Una donna che conosceva fin troppo bene... Yrieth. Cosa ci faceva Yrieth proprio lì? Con l’uomo che l’ha condannato ad un esilio eterno? 

La rabbia si propagò in ogni millimetro del suo corpo. La tentazione di raggiungere Ezeckiel e Yrieth era tanta, ma si trattenne. Avrebbero pagato tutti. Dal primo all’ultimo. Lo avevano preso in giro. 

Attese. 

Qualcuno aveva deciso che per lui fosse arrivato il momento di aprire gli occhi. Di ribellarsi alla loro prigionia. 

Spense il portale, rimanendo immobile e al buio e attese. Per l’ultima volta. 


 




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