La favola dei pirati

di LeanhaunSidhe
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Stretto tra pollice ed indice, l’ago affonda nella carne. Quando esce, non una goccia di sangue rosseggia tra la cruna e la punta. Trema, quando il pirata ringhia ed arriccia il naso. La pistola preme più decisa alla tempia.

A lavoro finito, tuttavia, il pirata è soddisfatto: perfetti i punti di sutura vicino al tatuaggio sulla mano: fregi di guerra. Ride. Mostra denti perfetti, affilati, zanne.

“Vamos hombres!”

Un’altra mano arma il cane. Preme il grilletto, spara.

Dopo la polvere e lo scoppio, il pirata, stizzito, scuote le braccia: ancora sangue di uomini, addosso.

Si guarda attorno: il viso si illumina. Raccoglie il guanto. Lo infila. E’ ancora chiaro, perfetto, immacolato.





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