Vampire Devil, sєcσηd αcт.

di kurojulia_
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30.


C'era silenzio.

 

 

L'aria era fredda. Il suo corpo nudo, steso supino su un letto d'acciaio, era coperto solo da un lenzuolo bianco; il petto era magistralmente ricucito, un intreccio di fili e pelle. Essa era marmorea, rigida, quasi finta, e il contorno delle sue palpebre chiuse aveva assunto un colore violaceo. Le labbra ferme e grigie, i capelli pettinati ordinatamente come una bambola di porcellana.

In quel momento, il suo petto era immobile. E noi la stavamo guardando.

Un po' come curiosi pettegoli, da ogni angolazione; avevamo cominciato guardandola da un angolo della camera mortuaria, silenziosi, in penombra. Solo dopo qualche tempo avevamo preso abbastanza coraggio da alzarci e avvicinarci al suo corpo, attenti e rispettosi.

 

Continuava ad esserci silenzio, tanto da stordire – perdurò per qualche altro secondo: poi, ad un certo punto, si sentì il suono di una porta che si richiudeva. A seguire, lo stillicidio di un rubinetto, forse un rubinetto che perdeva. Erano rumori del tutto casuali e non erano tanto bizzarri. Eppure, quei suoni apparivano come degli estranei, come una risata ad un funerale.

 

La fissavamo. In piedi sul suo lettino, nuovamente immersi in un'omertà assordante, fissammo la ragazza stesa e i suoi capelli bianchi.

A quel punto, Yuki spalancò gli occhi.





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