self-defeating
1
Era solo questione di tempo, prima che anche Lex
facesse il suo ritorno. I suoi scagnozzi avevano già causato una morte e
diverso caos a National City. Detestavo cosa aveva causato 5 anni fa Lex con la
sua mania di protagonismo e la sua eterna lotta contro Superman, non volevo
potesse succedere di nuovo. I miei pensieri furono interrotti da due braccia
che mi circondarono la vita e riconobbi subito il suo profumo.
Kara – impegnata con le mani a lavare i piatti nel
lavabo, sorrisi poggiandomi con la schiena a lei.
Lena- sussurrò lei al mio orecchio e mi diede un
bacio sulla guancia – Tutto bene? Ti ho chiamato un paio di volte non mi hai
sentita? – chiese e io mi voltai piano, prendendo un canovaccio per asciugare
le mani.
Oddio perdonami, ero sovrappensiero! – dissi
guardandola.
E so io a cosa pensavi! – ridacchiò Alex
avvicinandosi al frigorifero per prendere una birra e offrirla a James e John.
Alex, non prendere in giro la tua futura cognata, è
controproducente! – l’ammonì Kara.
Non mi far pensare! Dovrei avercela a morte con te
Luthor, mi hai tolto la compagna perfetta di giochi da tavola, adesso la togli
pure dalla piazza e poi vi chiuderete in un appartamento e chi vi vedrà più! –
vidi Kara alzare gli occhi al cielo e poi scoppiare a ridere.
Adoravo quel suo modo di ridere, se ci ripenso è
stato proprio quello che mi ha fatto innamorare di lei. Kara mi aveva salvato
la vita una volta in particolare mandando Supergirl in mio soccorso ed è lì che
le avevo confessato che provavo qualcosa per lei, anche se non sapevo bene cosa
e come gestirla. Tante le vicissitudini successive, la sua storia con Mike,
finita a causa della contaminazione contro gli abitanti di Daxam, al quale
apparteneva.
Ero stata
precipitosa nella mia confessione, dato che incominciai a frequentare James, io
e Kara potevamo essere solo amiche. Poi qualcosa è cambiata nel giro degli
ultimi tempi, James mi aveva mentito che fosse il Guardiano, lo avevo pregato
di non farlo, che si sarebbe messo nei guai ma lui non voleva sentire ragioni,
e così lo lasciai. E Kara? Lei c’era sempre, era qualcosa che non sarebbe mai
cambiata, lei sapeva mantenere le promesse, e quindi quel sentimento nei suoi
confronti non si era mai affievolito, ma
non potevo rifare lo stesso errore, non volevo scottarmi di nuovo con lei. Poi
durante gli avvenimenti che avevano portato all’ascesa di Reign e alla scoperta
che fosse Sam ad essere posseduta, ci eravamo riavvicinate, anche se detestavo
un po’ l’idea che Mike o Mon-el fosse ritornato. Per carità l’aiuto della
Legione era stato fondamentale, ma la mia gelosia era cresciuta in maniera
esponenziale. Chi si era accorto di questo, era stata proprio Sam, che mi
punzecchiava terribilmente dicendomi, che una volta dovevo scottarmi. E poi Kara
un giorno entrò nel mio ufficio, venne dritta alla mia scrivania, non
lasciandomi neanche il tempo di alzarmi: aveva girato la mia sedia, preso il
mio viso tra le mani e impresso le sue labbra sulle mie.
Credo che Lena, abbia aperto le sue “little boxes”
– mi canzonò Brainy.
Cosa no, io sono solo pensierosa, scusatemi tanto!
– dissi poggiandomi alla spalla di Kara, mentre entrambe ci eravamo sedute sul
divano.
Kara non starai facendo stressare la mia futura
cognata con i preparativi del matrimonio vero? – la guardò la sorella con
occhio critico.
Alex tranquilla, Kara è pignola quanto me, ma in
fin dei conti non c’è molto da fare è una cerimonia per pochi intimi! –
sorrisi.
Anche se lo sa tutta National City? – ridacchiò
James guardandoci.
Beh suppongo anche le altre terre! – rise Kara
tenendomi la mano e la fulminai – Piccola, Oliver e Barry non potevo certo non
invitarli! Ho cantato al matrimonio di Barry e Iris, ci tengo ad averli qui
assieme agli altri –non potei fare altro che sorridere e darle ragione.
Ultima partita a Trivial? – propose Brainy e così
facemmo le coppie come solito ed iniziammo a giocare fino a mezzanotte.
Ciao ragazzi! – salutai guardandoli uscire dalla
porta accompagnati da Kara.
Lena sicura di stare bene? – disse riavvicinandosi
a me, che ero rimasta sul divano ranicchiata – Hai freddo? – disse avvolgendomi
con la coperta.
Si tesoro, sto bene, sono solo un po’ spossata!
Forse si avvicina il mio periodo- dissi guardandola e lei alzò un po’ il
sopracciglio – Pensavo a Lex! Insomma ho paura che possa tornare e fare altri
danni! Non riusciamo ancora a liberarci di Lockwood –mi zittì con un dito sulle
labbra.
C’è chi ci protegge, ricordi? – mi disse
guardandomi negli occhi.
Io mi chiedo come faccia tu a non esserne gelosa,
cioè insomma ci passo parecchio tempo! – la guardai.
Sono una donna molto paziente tutto qui – rise
spingendo i suoi occhiali sul naso, gesto che mi faceva impazzire.
E questa donna molto paziente, potrebbe anche
esaudire alcuni desideri della sua fidanzata? – dissi mettendomi cavalcioni su
di lei seduta sul divano, le portai le braccia intorno al collo.
Certo che posso, ma a letto, che ne pensi? – sorrise
guardandomi intensamente negli occhi e cominciò a baciarmi con passione e mi
sciolse i capelli che ricaddero sulle mie spalle. Ci alzammo dal divano senza
mai staccare le nostre labbra e stese a letto, iniziò la mia parte preferita
della giornata, la mia kriptonite. Kara
fece scendere la cerniera anteriore del mio abito grigio a mezze
maniche, e pian piano che scendeva le sue labbra baciavano il mio seno, il mio
sterno, l’addome,ma intenzionalmente non sfiorò il mio punto più sensibile.
Tolse la sua camicietta e i jeans, che indossava e prendendomi per i fianchi,
fece scontrare i nostri bacini e d’istinto passai le mie dita dalle sue spalle
alla schiena e ghermì il suo sedere solido.
Adoro il tuo sederino- ridacchiai mentre lei si
dedicava a baciarmi il collo, con quel suo fare lento e disarmante. Ero
talmente distratta da quei suoi dolci baci, che non mi accorsi neanche quando,
scostate le mie mutandine, mi penetrò con le dita. Inarcai la schiena e mi
morsi il labbro inferiore con una certa forza – Karraa- esclamai lasciando
andare poi il gemito che avevo trattenuto poco prima. Mi baciò con una tale lentezza,
che pensai che il mondo si fosse fermato e mi godetti il momento tenendo le
dita tra i suoi capelli castani e le gambe intrecciate alle sue. Potevo sentire
anche la sua eccitazione, aveva un autocontrollo invidiabile. Portai anche io
una mano sul suo centro e ci scambiammo piacere a vicenda, fino ad arrivare
all’orgasmo assieme – Ti amo! –dissi ansimando sulle sue labbra imprimendo le
mie labbra sulle sue.
Anch’io –sorrise mettendomi una ciocca di capelli
dietro all’orecchio. Mi raccomitolai sul suo petto e mi addormentai sentendo il
battito del suo cuore.
E
nulla vi lascio con questo primo capitolo di una SuperCorp tutta da
gustare, spero possa piacervi, si saranno tanti colpi di scena! xoxo
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