Decameron

di AlexVinci
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L’infezione stava arrivando nella città quando Alessio stava girando in limousine a prendere gli ultimi due ragazzi per scappare in montagna al fine di salvarsi. Il viaggio fu teso con la radio che segnalava i posti più sicuri, le precauzioni, le zone che il virus aveva raggiunto e quelle in cui sarebbe arrivato tra poco oltre a quello si sentiva solo l’attrito delle ruote sull’asfalto, qualche rumore delle valige e il picchiettare nervoso del dito di Aaron contro la portiera. La città che in quel momento era quasi completamente evacuata e gli ultimi rimasti scappavano come potevano e le poche auto saettavano ma tutti alla ricerca di un destino diverso da quello che avevano già incontrato milioni di persone mentre qualcuno si era arreso o aveva l’arroganza di pensare di riuscire a fronteggiare questa minaccia. Arrivarono nella metà del tempo che ci avrebbero messo di solito; appena arrivarono ci fu qualche minuto in un cui tutto era immobile e silenzioso la come se non credessero a quello che stava succedendo fino a quando Saith aprì la portiera e senza dire niente tutti la seguirono a ronda, presero le valige e scorte per poi entrare nella villa circondata da un muro con una porta nascosta. Ognuno andò nella camera che usavano solitamente per i week-end tra gli amici mentre Alessio andò a prendere il cibo in caso di apocalisse per cui aveva preso in giro suo padre. Quel giorno finì con ognuno nelle proprie stanze in silenzio rimpiangendo la normalità delle città con la consapevolezza che l’apocalisse non era uno scenario così lontano, ma forse era quello che stava succedendo. 




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