Le palpebre di Ace minacciavano di abbassarsi da un momento all’altro, mentre, spaparanzato in posizione supina sul divano e con la testa appoggiata sulle cosce della fidanzata, annuiva ad ogni sua parola. Ad occhio e croce, si poteva tranquillamente scambiare quella situazione per un classico ‘’annuisci e sorridi, fingi interesse’’,  eppure il ragazzo era davvero preso dal discorso di Bonney, nonostante la stanchezza visibile su tutto il viso – le occhiaie parlavano da sé.
La ragazza gli stava raccontando della sua giornata, di com’era riuscita a soddisfare ogni aspettativa dei suoi superiori, di come le sue capacità lavorative crescevano ogni giorno di più e di quanto lei stessa fosse soddisfatta del suo lungo percorso. Bonney andava particolarmente fiera di sé, era una donna caparbia, intelligente, forte e si poneva sempre degli obiettivi che superava con ogni mezzo possibile e non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno. Ace l’amava anche per questo. Ace l’amava incondizionatamente così com’era, ogni sfaccettatura del suo carattere, ogni difetto, ogni pregio, tutto. E amava particolarmente la sua voce. La sua voce riusciva sempre a calmare i suoi nervi, persino quando questi erano tesi come le corde di un violino. Amava soprattutto il tono; dolce, gentile e caldo, un tono che riservava solo a lui, in un momento quotidiano di puro relax, in cui entrambi si godevano la compagnia dell’un l’altro.
Bonney gli raccontò dell’ennesima brutta figura di un suo collega e nel farlo si fece sfuggire una risata, che cercò di sopprimere, posando una mano davanti la bocca.
«Non farlo» la interruppe di punto in bianco e la rosata abbassò immediatamente lo sguardo, confusa.
«Che cosa?»
«Non nascondere il tuo sorriso. Lo sai che mi piace.» Quelle parole ebbero il potere di farle battere il cuore e, distogliendo lo sguardo leggermente imbarazzata – nonostante ormai stessero insieme da tre anni, ancora non si era abituata ai complimenti o alle carinerie di Ace – , Bonney parlò.
«Zitto, scemo … piuttosto, se sei annoiato e stanco di ascoltarmi, dovresti andare a letto. Il turno di notte ti lascia sempre senza energie.»
«Non sono stanco. Cioè, sì, però voglio stare con te. Mi piace stare qui.» Rispose prontamente il ragazzo, mettendosi stavolta a pancia in su, per poter apprezzare appieno i delicati lineamenti della fidanzata.
Bonney abbassò lo sguardo, al solo scopo di incontrare quello altrui e lo fissò con un po’ di scetticismo.
«Ah, davvero? E com’è che a momenti ti addormenti qui?»
«E’ colpa della tua voce, BonBon. Mi tranquillizza, la trovo particolarmente piacevole per le mie orecchie. Come quando tu ascolti Moonlight Melody*.»
Stavolta non nascose un sorriso e si chinò per regalargli un bacio sulla fronte. Ace, ormai, la conosceva talmente bene da sapere quali tasti premere, con lei.
«Ci sai proprio fare con le parole, scemo.»
«Ho imparato dalla migliore.»



note d'autore:
 et voilà !! un'altra flash bonace perché scrivere di loro mi era mancato molto, lo ammetto. sto lentamente trovando pace con i miei pensieri, a breve riprenderò a pubblicare più assiduamente la raccolta e mi cimenterò in altre storie. ci sono un sacco di challenge a cui voglio partecipare **
lasciatemi una piccola recensione, mi raccomando. mi serve capire se in due anni senza scrivere, sono peggiorata o meno.
in particolare, ringrazio zomi, che è sempre gentilissima e dolcissima con me, prima sostenitrice di ogni mia fanfic bonace!

(ps. moonlight melody è una canzone del gruppo sudcoreano red velvet, ascoltatele. sono bravissime)

a presto, 
mazie.