L'ultima gara

di ONLYKORINE
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“Troppo…” Dario toglie dalla ciotola una manciata di crocchette.

Io resto seduto come mi è stato insegnato e lo guardo, aspettando che abbia finito. “Troppo poco…”

Il mio padrone parla da solo e aggiunge ancora mangime al contenitore. Dice dei numeri guardando la bilancia, ma non lo ascolto con la giusta attenzione: ho fame.

Anche lui sa che quando ho fame ho bisogno di essere lasciato in pace. All’inizio abbiamo fatto quegli esercizi stupidi per cui lui mi toglieva la ciotola mentre mangiavo, per ‘abituarmi allo stress’ e ‘farmi capire chi è il padrone’, ma ora non succede più. Devo averlo convinto che il padrone è lui.

“Resta” ordina. Posa il contenitore sul pavimento, sopra la tovaglietta. Il profumo della pappa mi arriva alle narici e sento la bocca inumidirsi. Ma resto seduto. E fermo. Altrimenti mi verrà tolta la scodella per non so quanto tempo e io posso pazientare solo qualche minuto.

Guardo ancora il padrone. Lui sta facendo finta di non guardarmi, così lo faccio anch’io. Aspetto ancora. Sento il suo ordine ‘Mangia’ e mi fiondo sulla ciotola. È il mio momento di libertà. Posso fare quello che voglio mentre mangio. Più o meno.

Alzo gli occhi dal contenitore soltanto quando è vuoto. Mi lecco intorno alla bocca, ancora contento e gustando il sapore di quello che mi è rimasto sul muso. Crocchette e cibo umido sono il mio piatto preferito. Non che io mangi molto cibo diverso. Giusto questo e i premi quando mi alleno o gareggio.

Mi piacciono i premi. Sono bocconcini di carne profumatissimi che si sciolgono in bocca. Farei di tutto per mangiarne uno. Anche attraversare il tubo rigido o saltare un ostacolo. Non che sia difficile. Io e il mio padrone siamo campioni di Agility. Siamo in Agility 3. Se alla prossima gara vinciamo con un altro Eccellente Netto, andremo al campionato Nazionale. L’ho sentito dire da Dario a un altro padrone, uno con un cane barbone scuro, all’ultima prova di Agility.

Dario mi allena tutti i giorni per quaranta minuti e per gli altri quaranta mi porta a fare una passeggiata lungo la strada e a me piace molto. Quando mi alleno salto gli ostacoli e passo attraverso lo slalom con una velocità tale da lasciare sempre tutti a bocca aperta. Anche Smoot, il pastore tedesco che incontriamo all’area di allenamento con il suo padrone, dice che sono il più veloce.

“Noir! Andiamo!” Dario prende il mio guinzaglio e io inizio a scodinzolare. È più forte di me, non riesco a farne a meno. Mi sfugge anche un abbaio, ma mi zittisco subito quando le spalle di Dario si fanno rigide e so che sta per sgridarmi. Mi avvicino ancora, questa volta senza abbaiare troppo forte e faccio andare la coda da un lato all’altro. Dario torna sorridente e sono contento anch’io. Sono sempre contento quando lo è lui.

Mi lascio infilare il guinzaglio e il collare e usciamo di casa andando verso l’area di allenamento. Fra tre giorni c’è la prossima gara, l’ho sentito mentre lo diceva stamattina al padrone di Smoot.

***

Oggi c’è parecchia confusione, non mi era mai capitato di incontrare così tanta gente a una gara di Agility. Sento dei rumori gracchianti venire dall’alto e la gente che cammina intorno a noi è parecchia. Mi sento quasi spaventato, ma so che andrà tutto bene. Resto rigido alla sinistra di Dario e aspetto un suo cenno per sapere quando mi devo muovere. Quando non mi arriva nessun comando, mi siedo e guardo in alto. Dario sbuffa e gira la testa a destra e a sinistra. Forse cerca qualcuno. Mi accuccio in posizione terra e aspetto.

“Ciao!” Un cane un po’ più piccolo di me mi si ferma accanto all’improvviso. Sto diventando vecchio, non me ne ero accorto.

“Ciao” rispondo, alzandomi e sgranchendo le zampe allungandole un pochino. Lo annuso e lui annusa me. Ha un buon odore, sembra proprio un bravo cane. Il suo manto profuma di un misto di briciole e bacon. Mi piace. È giovane, avrà forse due o al massimo tre anni.

“Come ti chiami?” mi chiede, scodinzolando. “Noir e tu?” rispondo, girandogli intorno: devo capire se posso davvero fidarmi di lui.

“BBQ” mi dice. Allunga le zampe anteriori e china la testa in basso. Dario dice che questo gesto si chiama ‘inchino’, e un cane lo fa quando vuole giocare con un altro cane. Ma non è vero. Si fa solo quando l’altro ti è simpatico. Lo faccio anch’io.

“Che nome è?” domando. Lui agita ancora la coda e alza la testa verso il suo padrone che gli passa velocemente la mano sulla testa, mentre chiacchiera con Dario. Ma cosa fa? Perché gli ha messo la mano così? “Non lo so. Ma a volte mi chiamano anche Barbecue”.

Lo guardo ancora. Che razza di nome è Barbecue? Non esiste. “Ma sul tuo pedigree cosa c’è scritto?” chiedo ancora. BBQ si ferma e si volta verso di me quando il suo padrone gli dice di sedersi. Com’è che non si siede subito?

“Su… cosa?” Mmm… non sembra un cane troppo sveglio, così lascio perdere il certificato più importante della vita di un cane e gli faccio un’altra domanda: “Che razza sei? Assomigli a molti cani che conosco, ma sono tutti diversi…” Effettivamente, il suo pelo è corto e non mi sembra scuro, ma le sue zampe sono lunghe e magre, il suo corpo è muscoloso ma il torace è largo senza essere grasso. Deve essere molto agile. Chissà a quale categoria di Agility partecipa. Potrebbe essere quasi una taglia grande come me, con quelle zampe lunghe.

Sul mio pedigree c’è scritto che sono un Doberman Pinscher, lo so perché sento spesso Dario dirlo ad altri padroni. E so di essere una taglia Large perché sono alto settantatré centimetri al garrese. Non ho la minima idea di quanto siano settantatré centimetri, ma tutti rispondono che effettivamente sono ‘bello alto’, quindi immagino abbia a che fare con la mia altezza.

BBQ finalmente si siede e il suo padrone questa volta gli accarezza la testa e il collo. Il cane inizia a scodinzolare e i suoi occhi sembrano strani… come quando ti sdrai sul pavimento in una giornata caldissima e tu ti godi la sensazione.

Non sono una razza” mi spiega. Ah, è un meticcio. Neanche correggo quello che ha detto. Lui non ha il certificato. Peccato. Non sembrava male, come cane.

“Sei qui per l’Agility? In che categoria sei?” gli chiedo. Lui si lascia ancora accarezzare dal padrone e io sono un po’ invidioso. Sembra bello essere accarezzati in quella maniera così… grossolana.

“Sono venuto a fare una gita con la mia famiglia” mi spiega ancora. Cos’è una famiglia?

“Qui ci sono le gare di Agility, sei solo venuto a vedere, quindi?” chiedo ancora. Non che io sia preoccupato. Di sicuro BBQ non gareggia in Agility 3. Magari è fra i debuttanti. Anzi, sicuramente lo è.

“Non lo so” mi dice.

Un padrone basso di statura arriva di corsa e circonda il collo di BBQ con le braccia, chinandosi su di lui e affondando il viso nel suo manto. Lui scodinzola ancora e questa volta apre anche la bocca facendo andare la lingua da una parte all’altra. Sembra… contento. Ma non gli dà fastidio il piccolo padrone attaccato al suo collo?

Poi vedo una cosa inaudita: il padroncino mette una mano nei pantaloni e gli dà qualcosa che aveva lì. Sento il profumo da dove sono e lo riconosco: è un premio. E BBQ non ha neanche fatto un allenamento, non ha saltato un ostacolo, non ha fatto la passerella, non ha fatto niente! Non si merita quel premio, perché lui glielo ha dato lo stesso? Mi avvicino con la bocca umida, ne vorrei uno anch’io e so dove sono: nella tasca del padrone, sento l’odore da qui. Mi avvicino e annuso i suoi pantaloni con insistenza; è un profumo così buono.

Il padrone basso ride e mette, di nuovo, la mano in tasca; prima però che possa tirarla fuori, un grosso strattone mi allontana da quella meraviglia: Dario ha tirato il guinzaglio.

“No. Non dargli cibo, per cortesia” dice il mio padrone al piccoletto e lui subito si scusa. Ha una voce strana, non come il mio padrone o quello di BBQ, sembra… un cucciolo. Deve essere un cucciolo di padrone. Guardo Dario con lo sguardo che faccio quando voglio ancora che mi lanci la pallina e lui sbuffa, sorride e dice al mio nuovo amico: “Dai, va bene, ma solo uno, ok?”

BBQ mi guarda e abbaia festoso, dicendomi: “Io faccio così quando voglio salire sul letto”. Cos’è un letto? Glielo chiedo. I suoi occhi si allargano di meraviglia. “Il posto dove si dorme, sdraiato accanto alla tua famiglia”. Ancora ‘sta cosa della famiglia. Io dormo in una cuccia, nel corridoio.

Mi lascio distrarre dal padroncino di BBQ e divoro il mio premio praticamente sulla mano del cucciolo e lui ride felice, poi da bravo padrone sento che chiede a Dario: “Posso accarezzarlo?”

Il mio padrone annuisce con la testa e mi tira appena il guinzaglio. Vuole che mi avvicini. Così può vedere come mi comporto. Ma mi comporto sempre bene con i cuccioli, di qualsiasi razza siano e poi questo mi ha dato un premio. Il mio nuovo amico mi posa la mano sulla testa, muovendola selvaggiamente come faceva prima il suo padrone con BBQ. Aveva ragione, è veramente piacevole.

“Come sei bello! E sei anche buono. Bel cagnolone…” mi dice, accarezzandomi. Sono ancora qui a godermi questa… coccola mentre il cucciolo di padrone mi strapazza il muso e potrei davvero non andarmene mai, quando lui si stacca da me per chiedere qualcosa al padrone alto di BBQ.

“Mi piace questo cucciolo. È del tuo padrone?” chiedo a BBQ. Lui alza lo sguardo adorante sul piccoletto e poi gli strofina il muso sulle gambe, mi sa che è un po’ geloso per le coccole che mi ha fatto prima. Poi si volta di nuovo verso di me e dice: “Sono la mia famiglia. Nessuno è di qualcun altro”. Non capisco proprio cosa intenda. Io sono del mio padrone. E il mio padrone ha un cucciolo femmina. Non viene spesso, solo qualche volta, ma è sua. Io sono suo. Non so cosa sia una famiglia.

Il suo padrone, che sta chiacchierando con Dario, si volta verso qualcun altro e strattona appena un po’ il guinzaglio per esortarlo a seguirlo. BBQ non risponde subito, ma poi capisce e lo segue, insieme al cucciolo. “A dopo!” mi dice.

Sì, BBQ, a dopo!

***

Come a tutte le gare di Agility, dobbiamo aspettare. Io gareggio sempre in fondo. È perché sono un brevetto di terza categoria. L’ho già detto, per caso? Beh, sono uno dei più bravi. Aspetto paziente e un po’ annoiato.

Quando torna il padrone di BBQ è da solo, il cane non è con lui.. Parla con Dario e io ascolto. BBQ ha partecipato all’Agility per debuttanti, ma dal racconto non è stato un granché. È stato eliminato per aver fatto un ostacolo prima del tunnel. È un errore che fanno spesso i principianti. Ne abbiamo incontrati tantissimi così, conduttori che pensavano che gareggiare fosse una sciocchezza e si iscrivono con un cane che non segue gli ordini a comando. Ma il suo padrone non è arrabbiato, anzi ride felice e gesticola tantissimo mentre racconta. La faccia di Dario è confusa. Già, perché il padrone di BBQ dovrebbe essere contento per essere stato eliminato insieme al suo cane? Non lo capisco.

Mi guardo intorno, dove sarà BBQ? Lui sarà triste per essere stato eliminato? A un certo punto lo vedo arrivare mentre tira al guinzaglio una padrona femmina con i capelli scuri. Quando arriva verso di noi mi rendo conto che è contento. “Hai fatto la gara?” gli chiedo.

Lui spalanca gli occhi e muove la testa velocemente. “Sì!!! È stato bellissimo!” Ma… come? Bellissimo?

“Ma sei stato eliminato!” esclamo. Non volevo dirglielo così, ma sono veramente sorpreso per la sua reazione.

“Davvero? Non lo so, ma mi sono divertito tantissimo! Ho saltato e sono entrato nel grande buio lungo lungo, poi ho saltato un altro ostacolo e poi… Oh, non ricordo bene, ma è stato divertentissimo!”

BBQ scodinzola ancora festoso e struscia tutta la testa sui pantaloni della padrona femmina. Io lo guardo mentre riceve altre coccole e complimenti. Complimenti? Ma perché? È stato eliminato! Cosa c’è di divertente a essere eliminati? Bisogna gareggiare per vincere, non per divertirsi!

Guardo Dario, ma lui sta parlando con il padrone di BBQ e non mi calcola molto. Gli spingo la testa contro la gamba, ma lui la sposta. Oh, perché non mi fa una di quelle carezze selvagge che ha fatto il cucciolo di padrone a BBQ? Sbuffo scontento e mi accuccio in posizione terra.

“Spiegami questa cosa della famiglia” chiedo a BBQ che si è seduto accanto a me.

“Non saprei cosa spiegarti…” confessa lui.

“Raccontami quello che fate” propongo. Dario e il padrone di BBQ parlano ancora e io e il mio nuovo amico chiacchieriamo un po’. Un bel po’. Lui fa cose strane, a casa sua. Non si allena tutti i giorni. Scaccio il pensiero che probabilmente, se lo facesse, non verrebbe eliminato all’Agility. E il suo padrone non pesa le sue crocchette. Spesso mangia una cosa chiamata ‘crosta della pizza’. Io mangio solo cibo per cani, ma lui continua a sostenere che la pizza è buonissima.

BBQ mi racconta di passeggiate senza obbiettivi, di un’area senza attrezzi e di premi senza allenamenti. Ma… è tutto il contrario della mia vita. Come mai? Gli chiedo cosa fa in un’area senza attrezzi per l’allenamento e lui mi spiega che quando ci va ci sono altri cani e gioca con loro. Gioca con altri cani? E come? “Ma… cosa fate?”

Il meticcio parla e, mentre lo fa, io riesco a immaginarmi tutto dal suo racconto: due o tre cani che corrono avanti e indietro e poi rotolano e si azzuffano, si mordicchiano e poi corrono ancora. Resto con la bocca aperta, deve essere davvero divertente! Tante volte mi sarebbe piaciuto correre all’area di allenamento con Smoot, senza saltare, oltrepassare o salire sugli ostacoli. Cerco di non darlo a vedere, ma sono ancora invidioso. La vita di BBQ sembra molto movimentata e, a dir la verità, lui sembra molto più contento di me.

“E tu cosa fai?” mi chiede, prima di accucciarsi vicino a me. Io gli racconto degli allenamenti e delle gare. Sono sempre orgoglioso di raccontare di come sono bravo e di tutto quello che ho vinto. Cavolo, sto per andare ai Nazionali! Ma stavolta è diverso.

BBQ è molto gentile e sembra entusiasta di quello che racconto ed esclama frasi come: ‘E va…’ con muso adorante e ‘deve essere bellissimo!’ alzando le orecchie e sgranando gli occhi, ma io non mi sento più come prima. Voglio anch’io dormire sul divano mentre i miei padroni guardano la scatola con le cose che si muovono o stendermi sulle gambe di un cucciolo di padrone mentre è sdraiato sul letto… All’improvviso le mie gare, l’unica cosa che ho, l’unica cosa mia, non mi sembrano più abbastanza e a me non interessa più andare ai Nazionali. Sembrano così maledettamente noiose in confronto alla sua vita.

Sento Dario dire al padrone di BBQ che deve andare a fare la ricognizione del percorso. Conosco questo momento; è quando Dario mi lascia solo per andare a vedere gli ostacoli della gara e non posso andare con lui. Il padrone di BBQ si offre di tenermi e, dopo un po’ di tentennamenti, il mio padrone acconsente.

La padrona femmina del mio amico cane lo viene a prendere e io resto fermo a guardare Dario che si allontana velocemente. Mi giro a guardare BBQ: sono entrati in un giardino recintato. È un parco di allenamento, ci sono un po’ di attrezzi, ma anche tanto spazio libero.

Non stanno andando ad allenarsi, loro. BBQ si sta sedendo vicino a un albero, insieme ai suoi padroni e loro lo lasciano libero dal guinzaglio. Li osservo appoggiarsi all’albero e guardo il loro cane stendersi e appoggiare il muso sulle gambe della padrona femmina. Lei lo accarezza e lo coccola dolcemente. Non ho provato quella carezza, ma mi piacerebbe. Il cucciolo di padrone appoggia la guancia al fianco di BBQ, dice qualcosa e poi succede una cosa strana: BBQ si volta e il cucciolo si inginocchia. Iniziano a giocare, immagino. Il cane struscia il muso contro il padroncino e lui ride mentre BBQ abbaia festoso e salta su di lui, poi si alzano e iniziano a correre.

Tiro un po’ il guinzaglio. Voglio correre anch’io e stavolta non voglio saltare un ostacolo o fare lo slalom. Voglio correre insieme a un altro cane o un cucciolo di padrone. Sembra divertentissimo. Il cucciolo di BBQ tira fuori dalla tasca una pallina e la lancia. Una palla!

Il cane corre a prenderla e la riporta indietro, ma non la lascia al padroncino. Ma come? Non la riporta a lui? BBQ fa qualche giro con in bocca ancora la pallina e poi si accuccia a riposarsi. Lascia la pallina fra le zampe e il cucciolo corre velocemente verso di lui per prenderla, ma il cane è più veloce, l’afferra ancora e scappa. Ridono tutti. Tutti tranne me.

Dario torna e mi chiede se sono pronto per la gara. Mi fa una carezza distratta sulla testa, ma senza convinzione e infatti non mi piace particolarmente, ma ci avviamo insieme verso il tendone dentro il quale si terrà la gara. Mentre cammino mi guardo indietro, verso BBQ e il suo padrone. Non sono del tutto convinto di andare. Sembra molto più interessante stare all’area di allenamento che andare a fare la gara per andare ai Nazionali.

Tiro un po’ il guinzaglio e Dario mi chiede cosa c’è che non va. È una di quelle tante domande senza risposta che ogni tanto mi fa. Non so bene perché me le faccia, visto che non capisce mai quello che gli rispondo. Tiro ancora, non voglio andare dentro. Non voglio fare la gara. Ma il padrone mi tira e io ubbidisco.

***

“Ecco. Bravo, Noir” Dario mi slaccia il collare. Sono sul punto di partenza e lo guardo. Lui appoggia guinzaglio e collare al posto giusto e poi si posiziona. Fra poco si parte. Ma oggi non ho la solita carica.

Oggi non mi interessa molto guardare l’ostacolo, né individuare la passerella. Vorrei andare fuori, al parco allenamento, correre dietro a BBQ e rubargli la pallina dalla bocca. Vorrei correre mentre lui mi rincorre e prova a riprendersela, senza riuscirci logicamente, sono sempre un campione di Agility di terza categoria e corro veloce come il vento.

Così decido: questa sarà l’ultima gara. Alla fine, dipende tutto da me. E io non voglio più gareggiare. L’ultima gara. Me lo ripeto ancora. Ultima. Gara. Sì, è una cosa fattibile. Devo solo riuscire a farmi eliminare. Sì, ma come? Ci sono tante maniere per farsi eliminare, ma vorrei che Dario capisca la mia scelta. Come potrei fare? Faccio cadere l’ostacolo? Magari ne faccio cadere due? O inizio a correre per il campo finché non scade il tempo?

Dario mi dà il via. Scatto.

La sua voce mi accompagna nel percorso, mentre mi indica dove andare.

Hop!” Corro fino al primo ostacolo e lo salto.

Guardo il braccio del padrone e seguo la direzione.

Dentro!” Mi affretto all’inizio del Tubo Rigido e infilo testa e corpo dentro l’apertura, continuando la corsa.

Quando esco cerco Dario con gli occhi: è alla mia sinistra e il suo braccio si muove verso destra.

Io corro ancora.

Hop!” Salto il muretto.

Il braccio indica ancora destra.

Hop!

Dopo un altro ostacolo, lo Slalom, due salti e la passerella, mi rendo conto che sto facendo esattamente quello che faccio sempre: sto per vincere. Ma io non voglio vincere!

Davanti all’ostacolo della ruota mi fermo. È la mia ultima occasione. Potrebbe essere l’ultimo. Dario grida il mio nome. E poi grida altri comandi. So che ho già avuto una penalità per il mio rifiuto a saltare subito, ma non mi basta. Devo farmi squalificare.

Voglio tornare a casa e dormire sul divano. Mi andrà bene anche dormire per terra. Sui piedi di Dario.

Mi siedo. Sento un silenzio improvviso e carico di tensione intorno a me. “Noir!” Dario è quasi impazzito. Lo riconosco da come vibra la sua voce.

Mi sento malissimo. Sto tradendo il mio padrone. Sto tradendo il mio padrone. Questa voce, che non avevo calcolato, mi rimbomba nel petto. Cerco di ignorarla.

Mi accuccio a terra, cercando di far passare il tempo e appoggio il muso sulle zampe anteriori. All’ennesimo comando di Dario quella cosa che mi faceva vibrare il petto si rompe. Mi fa male, tanto male.

Il muso mi cade per terra e cerco di coprirlo con le zampe. Sento dei rumori strani intorno a me, ma li sento malissimo, come se fossero molto, molto lontani.

Quando apro gli occhi tutto intorno a me sta girando. Io sto girando, anche se sono accucciato per terra. Sento il passo affrettato di Dario venire da me. Riconosco il rumore del passo del mio padrone fra quelli di tutti gli altri.

Sento la sua mano su di me, mi accarezza la testa, dolcemente. E poi scende sul collo e sulla schiena, mi accarezza il fianco e poi ricomincia. Mi piace e struscio il muso contro la sua mano. Il mio petto comincia a stare meglio, ma io guaisco. Sto piangendo. Sto piangendo! Io, il cane più bravo di Agility, quello forte, agile e veloce, a cui manca solo un brevetto per andare alla Nazionale… Sto piangendo come un cucciolino.

Dario si sdraia vicino a me e mi abbraccia. “Va tutto bene” mi dice. E io so che è vero. Questa è la mia ultima gara di Agility. “L’ultima gara” ripete le mie parole Dario. Tutti e due sgraniamo gli occhi, perché abbiamo pensato la stessa cosa.

***

Due mesi dopo

Oggi mi porta al parco Linda, la cucciola di Dario. Quando mi sgancia il guinzaglio corro incontro a BBQ e inizio a mordicchiarmi con lui. È divertentissimo e io sono felice. Rincorriamo insieme la pallina che ci lancia Flavio, il padrone di BBQ e corriamo finché non stramazziamo a terra con il fiatone.

Osserviamo un padrone entrare in area cani e salutare gli altri. Si siede vicino a Linda e io sto attento. Linda è la mia padrona e io devo stare attento a lei. Mi avvicino per far capire all’altro padrone che sono io che la proteggo.

“Bello” dice lui, nei miei confronti. Poi chiede a Linda: “È tuo?” Linda mi accarezza la testa e il collo come piace a me e poi gli risponde: “Lui non è mio. Fa parte della mia famiglia”.

***Ok, mi scuso con tutti quelli che praticano Agility perché, per quanto mi sia informata e guardato video immagino di aver cannato sicuramente qualcosa, ma il tempo era poco e non sono riuscita ad andare a vedere una gara dal vivo, purtroppo. Mi spiace anche per tutti quelli che possono pensarla diversamente da me per quanto riguarda la ‘gestione della felicità’ del cane, spero di non scatenare polemiche. So che non tutti la pensiamo uguale. Per quanto riguarda la scena dell’Agility, quando Dario si sdraia a terra con cane… sembrerà assurdo, forse, ma chi non ha mai visto un cane spaventato dai troppi petardi, forse potrebbe non capirmi.

***Grazie comunque a tutti di aver letto fino alla fine.





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