- Le
email di Atobe
- Nessuno
poteva immaginare quanto Tezuka desiderasse stringere in mano la
propria racchetta da
tennis. Gli mancava la sensazione di sentirla fra il
proprio
palmo,
così come aveva il desiderio di avvertire la pallina colpire
le
corde
perché quel suono l’aveva sempre affascinato
in qualche modo.
- Ormai
il suo unico desiderio era quello di guarire dal brutto infortunio e
desiderava solamente tornare a
Tokyo,
ma quel giorno sembrava non voler mai arrivare.
- All’ospedale
le giornate erano troppo monotone, tra
riabilitazione, fisioterapia, controlli medici e giornate rinchiuse
in camera, passava le serate in solitudine
e non che gli dispiacesse de tutto, ma senza tennis era dura.
- L’unica
cosa che gli teneva compagnia erano le email di Atobe che gli
riscaldavano il cuore di più quanto avesse
potuto immaginare.
- “Rimettiti
preso” Era quello che gli scrisse la prima volta, poco prima
del
suo ricovero e, così Tezuka, prese il telefono e non
poté resistere
alla tentazione di rispondergli.
- “Ovvio
che lo farò, mi devi ancora una rivincita, te lo sei
scordato?”
- Avrebbe
davvero voluto fargli vedere chi fosse Tezuka Kunimitsu nel pieno
delle sue forze, e magari sperava anche che i sentimenti che aveva
iniziato a provare per il rivale non interferissero nel
raggiungimento del suo scopo. Non
si sarebbe arreso fin quanto non l’avesse battuto ma per
farlo
doveva attendere il giorno della sua guarigione e
solo allora gli avrebbe mostrato la sua vera forza.
|