Sono riuscita a scrivere in un tempo decisamente brevissimo il
In
realtà questa fic era stata scritta per rimanere nel
dimenticatoio... Poi ho pensato di pubblicarla... Ho dovuto prendere
molto coraggio e sforzare enormemente la mia fantasia perchè
l'avevo scritta con i nomi originali visto che era destinata solo a
una mia compagna di classe... A voi la lettura... (Sperando che ci
possiate capire qualcosa...! xD
La
prima volta che si era avvicinato a lui era stato perché gli
sembrava strano, particolare. L’aveva visto esibirsi con la sua
futura band e tutto quel saltellare, contorcersi e urlare sul palco
gli avevano fatto pensare che sì, doveva essere una persona
strana ma di sicuro particolare e “artistica”. Quando poi
aveva notato che erano in cinque e che nessuno suonava il basso aveva
pensato che quella era la sua occasione per poter conoscere meglio
quella che per lui doveva essere una personalità particolare e
un vero e proprio genio. Aveva aspettato che finissero di suonare,
poi gli era andato a parlare e, dopo quattro giri di alcool, si erano
scambiati i numeri e si erano ripromessi di richiamarsi.
Era
stato lui a chiamarlo e l’aveva invitato a cena. La prima volta
aveva cenato con tutti quelli della band che l’avevano invitato
a un provino durante le loro prossime prove, di lì a quattro
giorni. La seconda volta, invece, due giorni dopo, erano andati a
cena in un ristorante molto più raffinato e solo loro due da
soli. Avevano cenato, chiacchierato, pagato il conto tutti e due,
alla romana, erano usciti e, nel freddo totale di una Forlì*
invernale e stranamente innevata, erano andati in un pub dove avevano
bevuto un po’ troppo. Anche se la mattina dopo era sicuro di
essersi perso qualcosa (come, ad esempio, il perché stesse
dormendo nel letto del suo omonimo con lui e fossero completamente
vestiti) si ricordava una cosa che l’aveva accompagnato per
tutta la serata, anzi due: una strana felicità che lo aveva
avvolto completamente e che non se ne era andata neanche quando si
erano salutati e un caldo peso all’altezza del cuore che,
invece, era rimasto con Francesco…
La
prima volta che aveva accompagnato la sua voce con le note ritmiche
del suo basso era stato come se avesse avuto un orgasmo: il peso
caldo al cuore era tornato miracolosamente appena l’aveva
visto, la felicità strana ma appagante era diventata molto
migliore rispetto a quegli ultimi due giorni e appena l’aveva
sentito cantare si era prima squagliato poi si era reso conto che non
voleva che nessun altro ascoltasse il cantante accompagnato dal suo
basso perché gli sembrava una cosa intima, personale e già
che gli altri componenti dei Adagio Veloce stessero ascoltando era
un’oscenità.
Poi,
quando l’avevano applaudito e tutti si erano congratulati con
lui stringendogli la mano e urlando degli hippipurrà, si era
risvegliato appena in tempo per vedere il cantante sorridergli e per
sentire abbracciarlo. Annusò ben bene il suo odore e lo
memorizzò perché lì, fra le braccia di quel
quasi perfetto sconosciuto, si era sentito un po’ come se fosse
finalmente riuscito a tornare a casa e la sensazione era tutt’altro
che spiacevole.
La
prima volta che l’aveva baciato, complice un po’ l’alcool
che avevano bevuto tutti e due in gran quantità per
festeggiare il suo primo concerto come bassista ufficiale, l’aveva
fatto per scoprire se le sue labbra erano morbide come sembravano.
Quando aveva scoperto che baciare lui
era molto meglio che baciare qualsiasi altra ragazza, meglio che
incantarsi ad ascoltarlo mentre cantava, avrebbe dato qualsiasi cosa
pur di non dover più smettere. La consapevolezza che il pub
dove si trovavano fosse pieno di gente e che uno dei loro compagni di
band ancora perfettamente sobrio (dannato straight edge*) a cui
avrebbe dovuto dare spiegazioni li fissava lo portò a smettere
di cercare la lingua dell’altro con la sua… Quando
avevano deciso che era ora di andare tutti a casa, Francesco aveva
capito i segnali del corpo che gli stava mandando e aveva deciso di
lasciare a quel fottuto straight edge e alla sua macchina tutti i
suoi compagni di band non troppo sobri. L’aveva accompagnato a
casa e lui l’aveva invitato a salire di sopra per un caffè.
L’aveva accompagnato tenendolo per mano (e oh, anche questa
prima volta era stata una cosa assolutamente inebriante e
rassicurante perché sentiva la mano dell’altro
assolutamente più piccola e meno callosa della sua
[assolutamente adeguata ad un cantante come la sua era adeguata a un
bassista, grande e callosissima] nella propria e non voleva lasciarla
andare) solo fino al portone del condominio e, quando il cantante si
era sporto per continuare la discussione che avevano cominciato al
pub, aveva intrecciato le proprie dita con quelle di Francesco e
l’aveva abbracciato con la mano libera.
Quando
poi il cantante aveva cercato di portarlo in casa con lui, l’aveva
respinto gentilmente e l’aveva salutato con un altro bacio da
Guinnes dei primati poco prima di dirgli che lo avrebbe chiamato per
uscire quanto prima…
La
prima volta che si era ritrovato a dover fare i conti con la realtà
ma, soprattutto, con i suoi sentimenti era a casa da solo e aveva
ancora i postumi della semi sbronza della sera prima. Era parecchio
tempo che aveva deciso che il cantante non gli era indifferente ma,
esattamente, lui cosa provava? Gli voleva bene? Gli piaceva e voleva
andarci a letto (anche se lui non era proprio tipo da on night
stand)? Si era… innamorato? Dato che da solo non riusciva a
concludere niente e visto che gli veniva ancora da vomitare, aveva
deciso di infilarsi due dita in gola, andare a dormire e ripensarci
più tardi… In un momento di maggiore coscienza…
E magari non da solo…
La
prima volta che si erano rivisti (cioè a mezzogiorno del
giorno dopo, in un piccolo ristorante) l’altro si era guardato
attorno, per vedere se c’era gente che conoscevo o gli altri
Adagio Veloce. Poi si era avvicinato a lui e l’aveva
abbracciato forte, quasi fino a farlo soffocare. Solo dopo si erano
salutati ed erano andati a pranzo. Avevano mangiato (lui poco,
l’altro anche troppo…) e avevano parlato del tempo, del
più e del meno, della band e dei concerti, della musica in
generale, dei libri e dei film. Poi, quando erano arrivati al dolce
(un buonissimo semifreddo di torrone al cioccolato*), erano arrivati
a parlare di quello che era successo la sera prima. Dopo aver
deglutito a vuoto tre volte ed aver rischiato di soffocarsi per
almeno cinque volte, aveva balbettato un:
-Scusa,
cos’hai detto?-
Perché
era più che sicuro di essersi perso qualcosa ma non capiva
cosa… Per grazia di Dio, l’altro non lo guardò
male per niente ma rise e gli disse, sempre col sorriso sulle labbra:
-Allora,
vorrei sapere cosa mi dici di ieri sera…-
Avrebbe
voluto far finta di non ricordarsi niente, di essere troppo sbronzo
per sapere cosa aveva fatto ma alla fine si decise e parlò, un
po’ rassicurato dal sorriso del ragazzo, un po’ perché
se avesse fatto finta di nulla, l’altro si sarebbe accorto che
stava bluffando (o non si sarebbe quasi strangolato con il
semifreddo…):
-Ci
siamo baciati, non è andata male…-
-Sì,
certo, ma questo lo sapevo già da solo… Io volevo
sapere il perché che c’è di sicuro, altrimenti
non sarebbe successo nulla…-
Il
cantante era tranquillissimo e non sembrava minimamente turbato,
possibile che fosse caldo solo attorno a lui? Lo guardò e il
suo cervello gli propose nuovamente di usare la scusa dell’alcool
bevuto in gran quantità ma il suo cuore prese il sopravvento e
scartò immediatamente quella possibilità…
Balbettando e con un tono di voce veramente basso gli rispose:
-Ehm…
Volevo vedere se… ehm… avevi le labbra così
morbide come sembrano… E… Ehm… Poi ho realizzato
che mi…-
-Ti?-
lo incalzò Francesco… Prese coraggio e buttò lì
tutto d’un fiato:
-Cioèchemipiaci,dai!-
Il cantante continuava a sorridere e lui pensò che non avesse
capito, perché altrimenti, dai…! Non si sarebbe messo a
ridere come un cretino davanti a lui… O stava ridendo di lui…?
A questo punto i suoi pensieri furono interrotti dall’idea che
il semifreddo al torrone, per colpa di quello sciagurato, potesse
cadere per terra… Di quello che accadde dopo non ha molti
ricordi chiari ma solo flash di ciò che è successo: il
cantante che si sporge verso di lui per baciarlo, la sua faccia
stupita da “mi sa di essermi perso qualcosa” e la risata
così dolce del cantante che non avrebbe far voluto smettere ma
il bisogno di baciarlo era diventato troppo forte, dopo la
rivelazione che anche Francesco era attratto da lui…
…IN
UNA NOTTE SENZA LUNA
UBRIACO
CANTA AMORE ALLA FORTUNA
SENZA
FRETTA E SENZA PANE
UBRIACO
CANTA AMORE ALLE PERSIANE…
La
prima volta che si ritrovò ad affrontare l’argomento
“stiamo insieme” (perché sì, lui e
Francesco stavano insieme…!) con un’altra persona, si
ritrovò faccia a faccia con quel fottuto straight edge che li
guardava un po’ strano a tutte le prove da “quella sera”.
Avevano aspettato che gli altri se ne fossero andati: lui si era
messo a cambiare una corda al basso e a riaccordarlo da capo mentre
il cantante raccoglieva tutti i suoi averi*. Il batterista (ovvero lo
straight edge) sembrava aver capito l’antifona e aveva saluto
gli altri ricordandogli dell’appuntamento di quella sera alle
nove all’Habbey… Dopo poco i due Fra si erano avvicinati
a lui e lo avevano chiamato. Il batterista si era voltato e li aveva
guardati aspettando che dicessero qualcosa. Lui (Fra Rossi) non se la
sentiva di dire niente e aveva già capito che neanche il suo
fidanzato avrebbe detto niente quindi se ne stette buono buono
davanti al suo batterista e di fianco al suo cantante aspettando che
qualcuno facesse qualcosa. Dopo poco, per fortuna, lo straight edge
disse qualcosa che non aiutò poi molto la conversazione ma,
almeno, avevano fatto un passo avanti:
-Dovete
per caso dirmi qualcosa?-
-Ehm…
Sì, per caso dovremmo dirti qualcosa…-
-E
cosa? Qualcosa sull’altra sera?-
Guardò
il suo ragazzo e il suo batterista, alternativamente, poi, fermando
lo sguardo sull’unica persona nella stanza che non aveva mai
baciato, disse:
-Io
e lo Jeyas* stiamo insieme…- Il fatto che lo straight edge non
stesse dicendo niente non poteva essere interpretato come un buon
segno: era già abbastanza nervoso per l’annuncio che
doveva fare e curioso per la risposta che avrebbe avuto e agitato
perché non sapeva cosa sarebbe successo… Poi il
batterista si mise a ridere e diede una pacca sulla spalla a ciascuno
e uscì dalla stanza con una delle borse che contenevano la sua
batteria dicendo a voce un po’ troppo alta:
-Fate
sesso protetto, mi raccomando…!-
Il
fatto che la cosa fosse andata bene non lo trattenne assolutamente
dal preoccuparsi un casino per il fatto che dovevano ripetere
l’annuncio almeno un’altra volta… E, per dovere di
cronaca, gli altri annunci andarono a gonfie vele, visto che lo
straight edge aveva diffuso la notizia come se fossero in un piccolo
paesino*…
La
prima volta che erano andati molto vicini a fare l’amore, era
stato dopo un concerto ben riuscito. Una volta che avevano smontato
tutto e riportato gli strumenti nella saletta prove su a Bertinoro*,
loro due erano ripartiti in macchina ed erano andati a casa sua…
Erano entrati in casa e si erano messi sul divano per provare a
guardare Transformers II che era stato scaricato illegalmente in
precedenza… Dopo meno di cinque minuti si stavano baciando
molto appassionatamente stesi uno sopra l’altro sul divano…
Ci aveva messo veramente poco a decidere che dovevano trasferirsi sul
letto e che dovevano essere abbastanza più nudi per poter
combinare quello che si aspettavano tutti e due di dover combinare…
Il fatto che una volta arrivati nel letto e una volta che si furono
ritrovati nudi uno sopra l’altro non li avesse condotti a nulla
non voleva dire che uno di loro due era impotente…
La
prima volta che avevano fatto l’amore erano nella vasca della
sua casa perché avevano deciso che, forse, l’acqua
poteva aiutare a lasciar liberare gli istinti che, poco prima, sul
letto, erano rimasti addormentati… E l’acqua fece
esattamente quello che doveva fare…
La
prima volta che avevano dormito insieme aveva seguito la loro prima
volta e avevano dormito abbracciati, completamente arrotolati nelle
coperte, nonostante il caldo afoso di luglio, in un angolino del
letto matrimoniale… Quello che doveva essere il loro primo
risveglio insieme, però, non fu molto piacevole come tutto
quello che l’aveva preceduto: si svegliò in mezzo al
letto e si voltò a destra e a sinistra (notando, fra l’altro,
le lenzuola non sapevano più solo del suo odore ma anche di
sesso e di lui, del ragazzo troppo cresciuto, ormai uomo, di cui si
era innamorato…) vedendo che il suo fidanzato non c’era.
Poi sentì l’odore del caffè appena fatto arrivare
dalla cucina e si stupì profondamente: Fra, che era conosciuto
perché cercava di far fare tutto quello che poteva agli altri,
si era svegliato prima di lui ed era anche andato a fare il caffè
per tutti e due. Si alzò dal letto e, a piedi scalzi per non
farsi sentire, andò verso la cucina dove trovò il suo
uomo intento ad armeggiare con i fornelli e il forno a microonde…
Fra aveva preso la moka e l’aveva appoggiata in mezzo al
tavolo, poi aveva alzato gli occhi e l’aveva notato fermo
immobile sulla porta della cucina intento ad ammirarlo* mentre gli
preparava la colazione…
-Ehy,
buongiorno… Svegliato bene?-
-Non
tanto… Mi spieghi cos’era tutta questa fretta nel
prepararmi la colazione? Avrei preferito trovarti nel mio letto
stamattina, giusto per essere un po’ più sicuro che non
fosse un bellissimo sogno…- Fra lo guardò con una
faccia veramente dolcissima… Anche se era lui il cantante e,
in teoria, doveva avere sempre le parole giuste per ogni situazione,
era sicuro che il suo ragazzo fosse molo più bravo con le
parole… Mentre l’Jeyas abbassava la testa arrossendo e
balbettando un –Io avrei voluto portarti la colazione a letto,
con una rosa… come nei film romantici…-, gli si
avvicinò, lo abbracciò da dietro e, a quel punto, il
loro primo risveglio fu perfettamente perfetto…
La
prima persona* al di fuori degli Adagio Veloce che scoprì di
loro due fu una delle ragazzine che lavoravano con lui al centro
estivo della Cava: erano mesi che voleva andare ad un loro concerto
così, quando le aveva detto che quella sera avrebbero suonato
all’ottanta voglia di centro, aveva organizzato l’uscita
per tutti i grandi del centro estivo… Una gran parte di loro
era andata a farsi un giro e a bere, mentre un gruppo abbastanza
nutrito era in prima fila a ballare sulle note di tutte le canzoni, a
ridere agli stupidi sketch fra una canzone e l’altra e a
rifornirgli da bere quando lo finivano così che, a fine
concerto, era quasi tutti (tranne lo straight edge) un po’
alticci. Finito di suonare, stavano mettendo via tutti gli strumenti
con delle risate di troppo quando era andato ad aiutare Fra e, mentre
ridevano a crepapelle per qualcosa che neanche loro sapevano bene
cosa, caddero a terra uno sull’altro… Non era nulla di
che e i loro compagni di band li ripresero per la loro sbadataggine
ma, di sicuro, ciò che aveva insospettito la ragazzina era che
prima fossero stati molto vicini poi fossero stati così
fulminei a rialzarsi…
Il
fatto che, poi, tre mercoledì dopo, fra il pubblico risuonò,
durante uno degli sketch, la parola CANON in un momento in cui, in
realtà, si stavano guardando negli occhi come se il resto del
mondo non ci fosse, gli fece capire che, in pubblico, stavano andando
un po’ troppo oltre. Per due o tre mesi andò avanti
tutto bene, più o meno, fino a che, durante un Live di
ottobre, il suo cantante gli urlò in faccia che era stanco di
quella situazione che, per colpa di qualcuno non meglio identificato,
andava avanti da tre mesi… Il qualcuno cioè la suddetta
ragazzina era fra il pubblico e sorrideva felice…
Fra
era arrivato al limite, ne avevano parlato un po’ di volte ma,
veramente, non ce la faceva più e quando anche durante
l’ennesimo concerto si era sentito trascurato… Aveva
fatto la cosa più pazza del secolo e anche l’unica cosa
possibile da fare, secondo lui, al momento, urlando nel microfono
mentre era in ginocchio davanti a lui la sua dichiarazione d’amore:
-
Hai detto tu che questo sembrava un bellissimo sogno… Forse è
un bellissimo sogno visto che fino ad ora i conti con la realtà
li stiamo facendo solo come persone singole e non come coppia…
A me non interessa quello che pensano loro – e qui indicò
il pubblico alle sue spalle, poi riprese – che ridano pure di
me e del mio amore, che si voltino dall’altra parte schifati:
meglio perdere che trovare persone così… A me importa
solo di noi, di quello che siamo e della nostra relazione…
Perché io ti amo come mai ho amato nessun altro…-
Poi
è rimasto li davanti a te a guardarti, ancora in ginocchio,
senza il coraggio di guardarsi attorno, di ascoltare il brusio della
gente o di staccare gli occhi da te come impaurito di poterti
prendere… Come in un bellissimo sogno… Hai guardato per
un attimo la folla e in quell’attimo hai visto quella ragazzina
che sorrideva felice per voi due e per il lieto fine che già
vedeva per la vostra storia d’amore… Animato dalla forza
di un unico sorriso, lo fai alzare, lo prendi fra le braccia e gli
sussurri sulle labbra poco prima di baciarlo un bellissimo ma molto
meno poetico: - Anch’io ti amo anche se non c’era il
bisogno di fare il coglione davanti a mezza Forlì per
dichiararti…-
E,
intanto che la band ha perso in un colpo sia cantante che batterista,
gli altri quattro del gruppo si guardano e con muto assenso decidono
di intonare Ubriaco canta Amore che, grazie al chitarrista per
fortuna non digiuno di lezioni di canto, fa da colonna sonora per il
bacio più bello e più lungo che il parco Urbano Franco
Agosto, la Collina dei Conigli e il cielo sopra Forlì abbiano
mai visto…
…ALLA
GENTE DISTRATTA
IN
ATTESA DEL LIETO FINE
LUI
RISPONDE CON IL VENTO
“IO
SONO PIU' CONTENTO”…
THE END…
or not?
NOTE
Il
titolo è preso da una canzone dei Bandabardò come anche
le due citazioni... La canzone è, per l'appunto, “Ubriaco
canta Amore”. Qui il link al video:
http://www.youtube.com/watch?v=rA9-dsbHoIw
E' anche necessario precisare che i due protagonisti hanno lo stesso
nome, anche sea questo punto l'avreste dovuto capire... xD
*
Forlì è il posticino dove abito e dove è
ambientata la storia, fa provincia insieme a Cesena e si trova in
Emilia Romagna
*
Gli straight edge sono quelli che non fumano, non bevono alcolici,
non vanno a letto con le persone che non amano e, alcuni, sono anche
vegetariani...
*
I suoi averi sono tutti gli strumenti strani che usa per suonare che
sono, tipo (non dire tipo, è come dire merda! ndSaviotti),
cinquemila milioni… Quindi ci mette abbastanza…! XD
*
l'Habbey è un locale di Forlì un po' tanto
alternativo... nella piazzetta dietro l'Habbey si trovano spesso
drogati, sbronzi e similia...!
*
E’ il soprannome di Francesco Neri, il cantante…
*
Dove la gente mormora…!
*
Bertinoro: posticino vicino a Forlì dove questo gruppo ha la
sala prove...
*
Sono io… xD anche se quella sera lì sono andata a casa
presto, facciamo finta… tanto è tutta una fan
fiction!!! xD
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