Cap. 2 - 1941
« Scusa, Raffaele, ripetimi questa cosa »
Se Aziraphale avesse avuto un block-notes avrebbe preso appunti, tanto
era strano e al contempo familiare quello che l’altro angelo
gli stava raccontando. Il suo tè ormai si era raffreddato
nella tazza ma non gli importava, stava apprendendo troppe,
interessanti informazioni per sprecare del tempo sorseggiando il
tè.
« Ho detto che quando ci si siamo incontrati la prima volta
eri, cioè Ezlaaphira era, un gufo. Poi ha preso sembianze
umane »
« Un gufo » ripeté Aziraphale,
toccandosi la faccia perplesso, come se si aspettasse di sentir
comparire all’improvviso delle piume scure e un becco
« E poi, insomma… come si sono evolute le cose tra
voi? » chiese senza guardare l’altro angelo negli
occhi; da quando aveva capito di trovarsi in una realtà in
cui era caduto, Aziraphale aveva avvertito l’impellente
bisogno di tempestare di domande Raffaele per sapere come si fossero
svolte le vicende tra lui e Ezlaaphira, e se anche in
quell’Universo continuassero a rincorrersi da secoli, tra
cene e reciproci favori.
« Beh, insomma. Cosa intendi? » Raffaele
chiese in leggero imbarazzo e Aziraphale aveva capito perfettamente il
perchè fosse a disagio a trattare quell'argomento, dopotutto
era un po' come Crowley ed era un angelo, proprio come lui.
« Dai, siamo tra noi, anche se di Universi diversi; non
dobbiamo fingere di non fraternizzare col nemico. Insomma, Crowley ed
io lo facciamo dal primo temporale »
Raffaele arrossì ma non disse nulla.
« E poi c’è stato il 1941 »
affermò incoraggiante Aziraphale, chiedendosi se anche da
loro fosse successo qualcosa di particolare, come un demone che aveva
salvato un angelo dalle scartoffie che avrebbe dovuto compilare se gli
avessero sparato, ma soprattutto aveva salvato i suoi libri e un angelo
che aveva finalmente capito di essere innamorato di un demone da
secoli.
Quella frase sembrò illuminare Raffaele che prima
sgranò gli occhi e poi sembrò rilassarsi
completamente sulla poltrona, in una posa che ad Aziraphale tanto
ricordava il suo Crowley.
« Sono contento che tu ne stia parlando. Allora è
successo anche da voi! Insomma, magari puoi aiutarmi, dirmi cosa passa
nella testa di Ezlaaphira. In fin dei conti è te, solo che
è caduto »
« Beh, dovresti dirmi come sono state le dinamiche qui da voi
» rispose, chiedendosi chi era stato minacciato dai nazisti e
chi aveva salvato chi, visto che le parti di bene e male erano
invertite.
« Certo, allora io l’ho baciato e…
»
« Aspetta, cosa? » Aziraphale non si era nemmeno
reso conto di aver rovesciato il tè che aveva in mano su un
tavolino color mogano, essersi alzato in piedi e aver controllato che
qualcuno, come Gabriele o Michele, non fosse nascosto ad ascoltarli,
pronto a condannare entrambi alle fiamme infernali.
« Credevo parlassi di questo; è quello che
è successo nel 1941 »
« Io parlavo di nazisti, libri salvati, bombe… no?
» Raffaele lo fissava stranito e Aziraphale aveva ancora la
bocca aperta, anzi spalancata, da quando aveva appreso che
l’altro sé si era baciato con qualcuno tanto
simile a Crowley, lo stesso altro sé che ora era
nell’altro Universo con il suo Crowley.
« Sì, Ezlaaphira era stato costretto dai suoi
superiori a consegnare dei libri ai nazisti e ha dovuto farlo, ma io
sapevo quanto ci tenesse a quei volumi così sono andato a
recuperarli. Era così felice che mi è venuto
spontaneo baciarlo » nonostante si sentisse un po’
in imbarazzo, la reazione sconvolta di Aziraphale era stata talmente
divertente che Raffaele non si trattenne dallo strizzare
l’occhio soddisfatto quando affermò di averlo
baciato « Perché, da te com’è
andata, invece? »
Aziraphale sembrò ignorare la domanda e iniziò a
passeggiare avanti e indietro, riflettendo sul perché le
cose fossero andate in maniera così diversa.
« E poi cos’è successo? »
« Mi ha risposto che corro troppo per lui e non ha accettato
un passaggio sulla mia Bentley. Non ne abbiamo mai più
parlato » rispose con una evidente punta di tristezza.
Aziraphale incassò quell’informazione in silenzio.
La sua versione demoniaca era un disastro quanto lui; probabilmente
entrambi avevano agito così perchè erano
preoccupati per l’amico, soloper ragioni diverse: Aziraphale
aveva sempre avuto paura di quale sarebbe stata la reazione
dell’Inferno se avessero saputo che Crowley lo frequentava e
di quali torture sarebbero state inflitte a Crowley come punizione
mentre Ezlaaphira, probabilmente, era preoccupato che Raffaele potesse
cadere per colpa sua.
In entrambi gli Universi non avevano accettato un passaggio sulla
Bentley nel momento in cui i loro sentimenti erano stati più
esposti; erano un vero disastro.
« Oh, hai una Bentley anche qui. Bianca, immagino?
» chiese Aziraphale fissando un imprecisato punto al di
là della testa dell’altro angelo.
Raffaele annuì, e vide in Aziraphale la stessa
capacità di Ezlaaphira di cambiare velocemente discorso
quando non voleva affrontare una discussione, soprattutto se riguardava
loro due.
« Io credo che dovremmo smetterla di chiacchierare e trovare
un modo per rimandarmi dall’altra parte »
« Non stavamo aspettando la fine dell’eclissi?
» chiese Raffaele dubbioso.
« E se alla fine dell’eclissi non succedesse
niente? »
Nell’Universo della prima Creazione, anche Crowley e
Ezlaaphira avevano deciso di scambiare quattro chiacchiere sulle loro
rispettive vite, soltanto che al posto del tè stavano dando
fondo a tutte le scorte di vino di Aziraphale.
« C’è stata quella volta che ci siamo
incontrati a Roma, ottimo cibo. Le crepes della rivoluzione francese,
il cacao della scoperta dell’America… il Ritz
» Crowley stava decantando tutti gli incontri
culinari con Aziraphale sotto lo sguardo dell’altro demone,
che si stava quasi dimenticando di non parlare con Raffaele ma con
Crowley, tanto erano simili anche nel modo di porsi, se non fosse stato
per gli occhiali da sole e quei capelli rosso fuoco.
« E poi c’è stato il 1941 »
aggiunse con una punta di malinconia. Ezlaaphira, che fino a quel
momento si era limitato ad ascoltare Crowley, quasi le parole lo
stessero cullando, si irrigidì e in un attimo era nuovamente
sobrio mentre le bottiglie si riempivano miracolosamente di quello che
aveva bevuto.
« Quindi è successo anche qui? » chiese
shockato, come se Crowley gli avesse volutamente nascosto
un’informazione fondamentale.
« Beh, sì » biascicò Crowley,
che a differenza dell’altro demone era ancora sotto
l’effetto dell’alcool.
Ezlaaphira prese a sfregarsi nervosamente le mani «
Oh, non avevo capito. E tu come.. insomma lui… in
effetti non so nemmeno in questo Universo chi ha baciato chi »
L’espressione di Crowley passò rapidamente da
interrogativa a stupita; si alzò in piedi con tale enfasi
che gli occhiali gli scivolarono giù dal naso fino a terra
ma non sembrò nemmeno accorgersene.
« Tu hai baciato Raffaele? » chiese con un misto di
melanconia e rabbia, come se stesse dimenticando che davanti non aveva
il suo angelo ma il demone di un’altra dimensione.
« No, è lui che ha baciato me » Lo
corresse « Qui invece? »
« Qui invece niente!!! » sbottò e a
Ezlaaphira venne naturale alzarsi in piedi a sua volta, come per
controllare che il demone stesse bene ma Crowley sembrava tutto
fuorché a posto.
« Seimila anni di flirt e non è successo niente,
nemmeno ammette niente, invece esiste un altro Universo in cui tutto
è meraviglioso. Certo, perché se fossi un angelo
andrei bene, immagino »
« Sai, forse dovresti tornare sobrio »
commentò agli sproloqui senza senso del nuovo amico.
Crowley non sembrava ascoltarlo, stava ripensando infastidito a tutte
le volte che l’angelo l’aveva rifiutato, non ultima
quando non aveva acconsentito ad andare ad abitare con lui e si
sentì ferito.
« Quindi voi abitate assieme, suonate l’arpa e
cucinate cupcakes? » chiese urlando.
« Mmh, no. Non c’è stato
nessun seguito dopo quel bacio »
A Crowley cadde nuovamente la mascella « Avevo capito
che… »
« Tu dovresti saperlo, sei un demone. Come me »
affermò esasperato, perché era convinto che
questa versione di Raffaele potesse capire ogni sua remora «
Non potrei mai essere la causa della sua caduta, io non voglio una cosa
del genere »
« E quello che vuole lui, glielo hai mai chiesto? Anche
Aziraphale è preoccupato delle conseguenze ma non pensa mai
al fatto che lui ha già disobbedito innumerevoli volte al
Paradiso e non ci sono state conseguenze, quindi perché
amare qualcuno dovrebbe causare una caduta? » Stava parlando
a Ezlaaphira ma in realtà il suo sguardo era diretto al
soffitto, anzi al Cielo, per avere finalmente una risposta che non
arrivava mai « Ha regalato la sua spada, mentito a Dio e agli
Arcangeli su dove fosse finita, stretto un patto con me, bloccato
l’Apocalisse, quasi ucciso Adam… »
« Davvero sono così, da Angelo? È un
miracolo che io non sia caduto » commentò
Ezlaaphira ma ogni sua parola era completamente inutile, Crowley non
stava ascoltando, il suo fastidio partiva con le gerarchie celesti e
arrivava fino a se stesso, perché era convinto che se fosse
stato un angelo non ci sarebbe stato alcun problema tra loro.
« E adesso vengo pure a scoprire che vengo rifiutato in tutti
gli Universi. Scommetto che ne esistono altri in cui sono un alieno o
uno stregone e tu sei un vampiro o un licantropo, e vengo rifiutato
anche lì (1) »
« Credo davvero che dovresti tornare sobrio »
rispose facendo un gesto con le mani per calmarlo.
Crowley stava per continuare con il suo flusso di pensieri ma
un’improvvisa scossa di terremoto fece tremare tutto il
negozio. Alcuni libri si ribaltarono dagli scaffali rendendo il posto
ancora più confusionario; Crowley fece in tempo a bloccare
miracolosamente le bottiglie di vino prima che cadessero, sapeva che
Aziraphale non avrebbe gradito che la sua libreria puzzasse come una
bettola.
Mentre Crowley decideva di tornare sobrio e rimandare le sue lamentele
ad un altro momento, Ezlaaphira corse fuori per vedere cosa fosse
successo, ma all’esterno sembrava tutto normale. Nessuno
stava correndo a ripararsi o sembrava quantomeno preoccupato. Sembrava
quasi che la terra avesse tremato solo sotto i loro piedi.
L’unica cosa che lo stupì fu il passaggio di una
biga romana, ma non era sicuro di quali fossero i mezzi di locomozione
di quell’Universo e nessuno ne sembrava stupito tranne lui,
per cui non la ritenne una cosa importante. Stava per rientrare quando
anche l’altro demone lo raggiunse e si sentì
tirare per una manica.
« L’hai vista anche tu la biga? »
« Sì, siete rimasti un po’
retrò qui »
Crowley scosse la testa « ti credevo più
intelligente, mi sembra ovvio che non ci sono più bighe dai
tempi dei romani e non credo stiano girando Ben Hur per le strade di
Soho »
Ezlaaphira stava per ribattere quando vide qualcosa di ancora
più strano « Quella parcheggiata lì
è la tua Bentley, vero? »
Crowely non nascose la sua preoccupazione, temendo che la Bentley si
fosse ammaccata a causa del terremoto, magari un ramo le era caduto
addosso o qualcosa di simile, invece la sua vettura era perfetta,
soltanto che era di un candido color bianco.
« Perché è bianca? la mia Bentley
è nera! Cosa le è successo? »
affermò correndo verso la sua povera auto in crisi di
identità.
Ezlaaphira lo seguì incerto, guardandosi attorno come se da
un momento all’altro potesse spuntare fuori qualcosa di
ancora più assurdo « Quella di Raffaele
è bianca » affermò a braccia conserte,
come se stesse elaborando una teoria.
« Vuoi dire che la convergenza le ha scambiate? »
Ezlaaphira si avvicinò alla macchina incerto e quella, come
a fare un dispetto, tornò immediatamente nera per la
felicità del proprietario.
Mentre entrambi riflettevano in silenzio su quanto era appena
capitato, videro un gruppo di uomini vestiti in epoca Elisabettiana,
passeggiare piacevolmente in mezzo alla strada, come se il traffico di
Londra non fosse lì davanti ai loro occhi.
I due demoni si guardarono straniti « Credi che questo vostro
passaggio tra Universi abbia un po’ incasinato lo spazio
tempo? » chiese Crowley.
« Oh, i fisici teorici ci andrebbero a nozze con questa cosa
» fece Ezlaaphira, interessato e nervoso alle stesso tempo.
Quando un soldato della prima guerra mondiale li salutò con
un cenno, Crowley si sedette sul cofano della Bentley invitando
Ezlaaphira a fare altrettanto « Credo sia sempre
più impellente farti ritornare nel tuo Universo »
(1) è una citazione scema agli altri lavori di
David Tennant (Doctor Who e Harry Potter) e Michael Sheen (Twilight e
Underworld) :-D
***** * ****
Angolo autrice
Rieccoci qua, grazie a
chi sta leggendo, commentando e a chi ha inserito la storia in qualche
categoria.
Spero vi stia piacendo
questo incrocio di Universi.
Alla prossima :)
|