È questo quello che aveva continuato a ripetere come un mantra per due interi giorni.
Allora perché di punto in bianco ,il suo amico, sosteneva di chiamarsi Thomas?
“ Cosa dici! Ci conosciamo da un mese ormai ed hai sempre detto di chiamarti Stephen!
Lo sai che non si dicono le bugie?”.
“ Lo so” rispose Stephen continuando a guardare il suo amichetto biondo.
“ Non sto mentendo. Ora il mio nome è Thomas” continuò sostenendo lo sguardo dell’altro.
Brodie ,il suo piccolo amico biondo ,fece un passo verso di lui “ Stephen...per favore dimmi cosa ti è successo” disse allungando una mano sulla guancia dell’amico.
“ Non ho niente Brodie!” rispose scansandosi dal suo tocco.
“ Non mentirmi! Hai un livido sulla guancia!” urlò il bambino arrabbiandosi.
“ Ti ho detto che non ho niente...non insistere” rispose abbassando lo sguardo.
“ È stato Ja-Janson ero? Ti ha fatto male lui?”
Stephen girò lo sguardo verso Brodie e ,con un piccolo sussurro ,rispose “ Si”
Brodie si avvicinò all’amico stringendolo in un forte abbraccio e lasciandogli un delicato bacio sulla guancia ferita.
“ Va tutto bene ora. Ci sono io con te ,non ti faranno male”.
Appena il moro ricambiò l’abbraccio di Brodie la porta della camera in cui erano stati chiusi da ormai molte ore si aprì rivelando la figura di Janson.
“ Thomas ,Newt! Venite con me dobbiamo fare altri test” disse l’uomo.
“ Il mio nome è Brodie non Newt!” gli urlò contro il bambino coraggiosamente mettendosi davanti l’amico.
Quella fu l’ultima volta in cui entrambi i bambini pronunciarono i loro veri nomi.
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