L'arte di sopravvivere

di Sabriel Schermann
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Il Sapore della Speranza

 

 

 

 

 

Sindy tremava dentro a quel furgone, mentre le curavano le ferite, nonostante fosse piena estate.
Presto avrebbe dovuto lasciare quel posto, quella città che l’aveva accolta, che tanto le aveva donato quanto tolto: non aveva più lacrime da versare, temeva di averle ormai terminate tutte, eppure gli occhi le bruciavano ancora, così tanto che avrebbe voluto strapparseli di dosso e se avesse potuto avrebbe squarciato anche la propria pelle e cavatosi il cuore dal petto, pur di farlo sopravvivere.
Lei e Rickard vivevano sotto lo stesso tetto ormai da un anno, pur essendo semplici amici e forse anche un po’ fratelli. Non di quelli che da bambini passano le giornate a sottrarsi i giocattoli: lui era stato per lei il compagno di cui aveva disperatamente bisogno, colui che l’aveva salvata dalla monotonia e dalla solitudine in cui era incappata da tempo.
Correndo verso la baita, lo aveva trovato lì, riverso supino a terra, col battito cardiaco talmente debole da crederlo esanime. Lui, il suo eroe, il ragazzino che aveva conosciuto nei bagni della scuola, il giovane con cui aveva condiviso le risate più serene della sua esistenza, era disteso ai suoi piedi, tra la vita e la sua antitesi, a causa del suo egoismo.
Colui che era stato il suo collega per quattro intensi e lunghissimi anni se ne stava in piedi immobile, osservando la scena sbalordito, in pena per l’amico, ma forse di più per la sua partner, ormai frammentata in tanti minuscoli pezzetti di speranza. Le sue urla rauche si mescolavano al frastuono delle sirene della polizia, il giubbotto antiproiettile che le avevano dato quando l’avevano trovata era impregnato di sangue, non si sapeva se della donna o dell’amico.
Tante piccole cellule danzavano insieme, forse per l’ultima volta. Forse Rickard non sarebbe mai più esistito al mondo, forse la benda improvvisata che Sindy gli aveva avvolto intorno al braccio martoriato non era servita a nulla, forse il suo corpo aveva perso troppo sangue per permettere al cuore di continuare a battere. Le grida della giovane, mescolate al suo pianto disperato, esprimevano tutto il dubbio che porta le persone a perdere la ragione.
Quando portarono via il corpo del ragazzo, Derek temette che la collega potesse soffocare con le sue stesse lacrime. La vide aggrapparsi ai paramedici come un affamato si aggrapperebbe a colui che osa privarlo dell’ultimo boccone di cibo rimastogli.
Tutto pareva senza speranza, ma Derek era convinto che, semmai Rickard avesse spirato, lei sarebbe stata in grado di ricominciare e trovare un altro fedele compagno di viaggio.
In fondo, il suo passato glielo aveva insegnato a sue spese.






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