Desclaimer: questa storia è
dedicata ad Alie_NationZone. Non so se bazzica ancora questo
fandom, ma ai tempi in cui EFP era molto più vivace lei è
stata per me un'imparegiabile compagna di delirio. Forse addirittura
questa idea di Darcy che trova l'Aether al posto di Jane è una
cosa che avevamo tirato fuori in una delle nostre meravigliose chat.
E dunque a te, compagna di delirio e
cacciatrice di assurde situazioni Thorki! Skål!
dovunque tu sia.
Invece a tutti voi che mi conoscete per
la prima volta, benvenuti in
Un mondo oscuro
1
La gemma della
realtà
*
Asgard, prigioni nei
sotterranei
La cella era pulita, bianca, asettica.
E, privilegio non trascurabile dovuto
forse al suo lignaggio o forse ad una premura personale di Frigga,
era una cella singola in cui Loki, principe cadetto e adesso
criminale, era unico ospite.
Loki fece scorrere lentamente le lunghe
dita sulla parete del campo di forza, tracciando con la punta dei
polpastrelli gli intrecci geometrici che vibravano di energia e di
seidr sotto il suo tocco.
Non erano quelli a trattenerlo davvero.
Più che altro una cella di
Asgard gli sembrava un'ottima alternativa a certe cose che aveva
visto sul pianeta artificiale del Titano Folle, cose che sarebbero
state riservate a lui come punizione per il suo fallimento.
Già che non avesse recuperato la
gemma dello spazio, il Tesseract, era grave, ma che addirittura nel
tentativo avesse perduto la gemma della mente che gli era stata
affidata era imperdonabile.
Anche se in teoria Thanos non sapeva
che lui sapesse da cosa esattamente derivava il potere di controllare
le menti nel suo scettro.
Loki lo aveva compreso non subito ma
molto presto, ed aver perso una gemma dell'infinito gli sarebbe
costato molto, molto caro.
Dunque meglio una cella, anche se il
suo orgoglio ne usciva un po' ammaccato.
Ci sarebbe rimasto abbastanza a lungo
affinché Thanos si dimenticasse di lui, poi avrebbe trovato un
modo per fuggire.
Per il momento si accontentò
dell'ennesima guardia che, confuso dalla sua illusione che mostrava
la cella vuota, era corso a dare l'allarme sulla fuga del dio degli
inganni.
**
Un luogo remoto,
imprecisato, molto umido, buio e freddo.
-Jane! Jaaaneeee!!! Mi senti? C'è
nessuno? Ehi!-
Accidenti, ma perché tutte le
cose strane capitavano a lei?!
Insomma, Darcy aveva anche fatto la sua
buona azione quotidiana andando a cercare Jane per farle vedere
quegli strani dati sulle anomalie gravimetriche!
E dunque era questa la ricompensa che
il karma le riservava? Farla precipitare nelle miniere di Moria?
-Jane! Qualcuno, per favore, riesce a
sentirmi?-
Oltretutto quella cosa rossa dentro il
monolite di pietra non le piaceva per niente.
Sibilava, si muoveva, sembrava viva.
Ed in un posto del genere poteva
trovarsi di tutto!
Accanto a quel gigantasco blocco di
pietra il rilevatore di distorsioni magnetiche impazziva
letteralmente, ed il continuo bip le stava perforando il cervello.
Tutto attorno a lei c'era il vuoto, e
poi, lontane ed irraggiungibili, pareti lisce scavate nella nuda
roccia.
Se quella cosa era stata messa in
isolamento voleva dire che era una cosa pericolosa, e lei non voleva
avere nulla a che fare con roba del genere: Jane era un'astrofisica
con tre lauree, Thor era un dio, Erik era sopravvissuto all'essere
manipolato da una divinità psicopatica, e invece Darcy... era
solo Darcy. Punto.
Iniziava ad avere davvero paura, perché
insomma, quanto avrebbe potuto resistere? Magari era una cosa
temporanea. Sì, ecco... prima o poi sarebbe tornata al punto
in cui era inciampata ed avrebbe dovuto cadere dalla scala.
Sarebbe stato meglio scendere tutta una
rampa rimbalzando sul sedere che essere intrappolata con quella...
quella cosa.
Però non riusciva a togliersi
dalla testa le parole della ragazzina.
“A volte ritornano, e a volte
no”.
A volte no... a volte no...
Ma andiamo! Perché avrebbe
dovuto essere proprio lei l'”A volte no”?!
-Calma, Darcy... stai calma...
DANNAZIONE, CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO?!!!-
Per la rabbia tirò un calcio
all'unica cosa che aveva vicino, ovvero il monolite di roccia.
Fu un attimo.
Non si era resa conto che avrebbe perso
l'equilibrio, né certo aveva intenzione di mettere le mani
proprio lì, tra i due margini dove sentiva la cosa contorcersi
e sibilare, eppure successe proprio quello: per evitare di cadere nel
vuoto si aggrappò all'unico sostegno disponibile.
L'analizzatore di distirsioni
magnetiche le pendeva dal polso con la sua cordicella, e Darcy fece
in tempo a pensare per un attimo “spero di non averlo
danneggiato” che si rese conto dei numeri sul quadrante che
impazzivano e poi di un crack e di una pioggia di scintille dallo
strumento.
Poi si rese conto di una striscia di
cenere rosso sangue che si avvolgeva attorno al polso e spariva sotto
la sua pelle.
-AAAHHHH!!!! Basta, basta,
BASTAAAA!!!!-
Era la cosa che c'era là dentro!
Ed era davvero viva!
Darcy tentò di scacciarla, ma
quella era come fumo.
Le sembrava di scacciare uno sciame di
insetti minuscoli.
Che schifo!
Continuò a gridare ormai in
preda al panico, senza riuscire a vedere nulla se non la strana
luminescenza rossastra dove la sostanza scorreva dentro di lei.
Adesso ne era certa: sarebbe morta lì,
divorata da quella cosa, nel freddo e nell'oscurità.
Le veniva da vomitare!
Si accasciò a terra ed il suo
ultimo pensiero prima di svenire fu “Voglio tornare da Jane!”
***
Londra, un vecchio
fabbricato abbandonato in periferia.
Darcy era sparita ormai da un'ora.
Era inciampata mentre scendeva le
scale, e quello era normale amministrazione per la sua stagista, ma
quello che non era normale era che invece di scendere le scale
ruzzolando era sparita nel nulla.
Proprio come la lattina gettata dai
ragazzini!
Ma Darcy non era una lattina, né
tantomeno era ricomparsa in un punto improbabile ma comunque vicino a
loro.
E adesso Jane era preoccpata da morire,
perché non avrebbe mai voluto che le succedesse qualcosa di
male.
Il fasometro funzionava fin troppo
bene, e registrava continue variazioni di campi elettromagnetici.
Se avesse potuto utilizzarlo per
seguire i valori dove lo sfasamento era maggiore sarebbe stata una
buona cosa, ma lo strumento era impazzito e dava ora valore zero ora
valori altissimi.
Ed anche lei sarebbe impazzita se non
avesse trovato Darcy!
Si voltò di scatto per seguire
quella che le era sembrata una lieve traccia ed all'improvviso le
sbattè contro.
-Darcy! Oh, mio dio, finalmente! è...-
Ci mise qualche secondo a rendersi
conto che la sua amica non la stava abbracciando ma che era svenuta
addosso a lei.
****
A molti mondi di
distanza, nel buio e nell'ombra di un'astronave creduta distrutta
L'astronave a forma di falce era un
enorme relitto. Era lo scheletro abbandonato di un tempo passato,
coperta di polvere ed affondata nel terreno dove si era incagliata
cinquemila anni prima.
Eppure in quel relitto morto da
millenni qualcosa si stava risvegliando.
Un guizzo di luce rossa percorse il
buio all'interno dell'astronave.
Un essere antico, in animazione
sospesa, ebbe un fremito, ma non era abbastanza per destarlo del
tutto.
Malekith non era più prigioniero
del sonno, ma nemmeno era sveglio.
Dopo centinaia di anni di buio
assoluto, Malekith aveva ricominciato a sognare.
*****
Per Thor l'ennesima chiamata di
Heimdall fu un sollievo: lo dispensava dal partecipare a
festeggiamenti a cui non era incline.
La sua decisione di non tornare più
su Midgard a meno che non fosse strettamente necessario e di non
rivedere più Jane Foster gli stava costando più del
previsto, ed ogni giorno la fermezza della sua volontà era
messa alla prova.
Dunque era ben felice di svolgere tutte
le missioni che Padretutto gli affidava.
Ciò che non si aspettava era di
trovare anche suo padre Odino sotto la cupola di Bifrost.
-Padre, cosa succede? È qualcosa
di grave?-
-Potrebbe essere. Se è davvero
come ha detto il Guardiano allora una cosa così grave non si
vedeva da cinquemila anni-
-Di che si tratta, Heimdall?-
-Una reliquia dell'universo, mio
principe. Una che non avevo nemmeno mai visto di persona perché
tenuta lontana da tutte le forme di vita. Adesso ha trovato una forma
di vita a cui aggregarsi-
-Quale reliquia?-
-La gemma della realtà:
l'Aether-
-Ma è impossibile! Padre,
l'Aether era l'arma dagli elfi oscuri ed è stata distrutta
millenni fa da tuo padre Borr-
Odino gli mise una mano sulla spalla
per farlo voltare e guardarlo in viso mentre gli parlava.
-Non è mai stata solo un'arma. È
una gemma dell'infinito, ed è impossibile distruggerla. Era
stata nascosta in un mondo remoto e dimenticato, nella speranza di
arginare il suo potere e di far credere che non esistessse più
affinché nessuno la cercasse, ma adesso è tornata allo
scoperto, e nel momento peggiore per di più-
-Perché nel momento peggiore?-
-La convergenza dei mondi si avvicina,
Thor. Presto l'Aether potrebbe essere di nuovo un pericolo per tutti
i nove regni. Per questo ti chiedo di andare nel mondo in cui si
trova adesso e di riportarlo qui ad Asgard dove possiamo tenerlo
sotto controllo-
-Come farò? Non so nulla io,
delle gemme dell'infinito-
-Sarà facile: dovrai riportare
qui l'essere vivente a cui si è aggregato-
-Come lo riconoscerò?-
-Oh, lo riconoserai facilmente. Vedi,
Thor, le Norne hanno un modo bizzarro di intrecciare i destini degli
esseri viventi-
-Il tuo modo di parlare non è
chiaro, padre-
-Non posso spiegarti adesso. Ho bisogno
che tu parta subito. Va, riporta la gemma ad Asgard. Dopo ci sarà
tempo per tutte le spiegazioni-
-Va bene, allora partirò
immediatamente. Heimdall, dimmi tu quando-
-Adesso-
Il fascio di luce di Bifrost lo
avvolse, e solo quando fu partito Thor si rese conto che non aveva
nemmeno chiesto in quale mondo fosse diretto.
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Note:
il fasometro esiste davvero. Ecco la sua descrizione
dall'enciclopedia Treccani “ Strumento
per misurare lo sfasamento ϕ tra
intensità di corrente e tensione, e quindi il fattore di
potenza cos ϕ di
una corrente alternata
”
Cantuccio dell'Autore
Breve storia striste:
Era il 2014, ed io, ammaliata
dall'apparizione di Tom/Loki al ComicCon del 2013, mi ero appena
finita una maratona di film di Thor ed Avengers, ed in fiduciosa
attesa di Ragnarok mi ero lanciata nella scrittura di un post “The
Dark World” intitolata “Il sacro vincolo
dell'ospitalità”.
Oggi se penso a quando mi lamentavo di
“Dark World” mi prenderei a ceffoni da sola.
E dunque eccomi qui: torno alle storie
lunghe a capitoli per scrivere di Thor come vorrei che fosse stato,
perché se vuoi che una cosa sia fatta bene devi fartela da
solo.
Non aspettatevi aggiornamenti regolari.
Potrebbero passare dei mesi. E se sparisco non temete: Heimdall mi
tiene d'occhio e darà l'allarme se sarò in pericolo.
Makochan
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