His
Fault
I’m
under your spell
Ain’t nobody’s business
(…)
If
I die I don’t care, I’m in love
I’m in love, I’m in love, with this
man.
Beth
Hart
È tutta colpa
sua.
Siedo sul freddo pavimento, mi tengo
le mani fra i capelli, che ricadono spettinati sul volto.
Un bicchiere di vetro rotola sulle
mattonelle, proprio accanto alla mia gamba.
Mi decido a sollevare lo sguardo e
sospiro.
È tutta colpa
sua.
Eppure,
quando chiudo gli occhi, non
posso fare a meno di pensare al suo viso perfetto, al suo sguardo
magnetico;
quello sguardo che ti scava nell’anima, ti costringe a
confessare i tuoi
desideri più profondi, nascosti da strati e strati di
convenzioni o regole o ipocrisia.
Nessuno può sfuggire a quello
sguardo, neanche io.
È
così che ha scoperto il mio punto debole, è
così che lo ha
sfruttato a suo vantaggio, intrappolandomi in una lenta e piacevole tortura.
Quando ha ucciso quell’uomo, ho
guardato senza batter ciglio.
Ha sollevato la pistola, ha premuto
il grilletto e lo ha fatto con la classe che lo contraddistingue.
Non uno schizzo di sangue: ha puntato
dritto al petto e quando il proiettile ha perforato il cuore
dell’uomo, ho
sentito il mio fermarsi.
Ha restituito la pistola ad uno dei
suoi e poi mi ha incitato a seguirlo.
Ed io ho annuito, in silenzio,
obbediente.
Ero
stata avvisata: amici,
conoscenti, perfino sconosciuti, chiunque mi aveva detto di stare alla
larga da
Lucifer Morningstar.
Il suo locale, d’altronde, mi ha
sempre dato da pensare.
È spuntato dal
nulla e ha avuto ben presto un enorme successo.
“Il proprietario del locale concede
favori.”, mi hanno detto e maledico il giorno in cui sono
andata in quel luogo
per chiederne uno.
Orfana di madre, abbandonata da mio
padre, a quel tempo mi era sembrata una buona idea.
Il lavoro non era sufficiente per
arrivare a fine mese.
Lucifer
mi ha accolta: una ragazza
innocente, ferita e in cerca d’aiuto.
Dev’essere stato facile, per lui,
manipolarmi, modellarmi a suo piacimento.
E così, a tutti coloro che mi hanno
messo in guardia, non ho dato ascolto.
“Gli appartengo.”, ho detto.
Ripensandoci, neanch’io so cosa
intendessi.
Io e lui non stiamo insieme. E non
siamo neppure semplici amanti.
Mi sono aperta completamente con lui.
E lui si fida di me, mi chiede
consigli… ma non li ascolta quasi mai.
Mi dice sempre che, se ascoltasse i
miei suggerimenti, perderebbe tutta la stima e il rispetto guadagnati
nel tempo.
Lo vedrebbero magnanimo. Debole.
Sbatto
un pugno a terra,
dimenticandomi del calice sul pavimento, il vetro si infrange contro la
mano e
grugnisco per il dolore.
E, ancora una volta, quell’urlo mi
riporta alla memoria lui.
Lui che è l’unico a farmi urlare
così.
Di frustrazione e di piacere.
Un’immagine
che tento di scacciare si
fa strada nella mente, contro la mia volontà.
Proprio come lui, che si è insinuato
nella mia testa in modo subdolo, offrendomi una spalla su cui contare,
una
spalla su cui piangere, una spalla su cui posare le mie labbra.
Non si è insinuato solo nella mia
testa.
Ma anche nel mio letto.
Solo adesso comprendo perché abbia
insistito a farmi restare da lui, quella notte, dopo aver scoperto il
mio desiderio proibito.
Si è prodigato per avverarlo e, tra
le lenzuola, ho consumato qualcosa di più profondo del
sesso, ma più perverso
del semplice amore.
Solo
ora, con la mano sanguinante, mi
rendo conto che era il suo piano fin dall’inizio.
Anche lui aveva bisogno di qualcuno
al suo fianco.
Qualcuno che non lo giudicasse, che
accettasse ogni sua sfumatura.
Nel bene e nel male.
Se avesse voluto una compagna di
vita, di certo non avrebbe scelto me.
Ai suoi occhi sono solo una ragazzina
cresciuta.
Avrebbe scelto quella detective con
cui ha tanto familiarizzato, sebbene, per i suoi loschi
affari, dovrebbe tenersi lontano dalla polizia.
Ma sono certa che ci sia del feeling
tra i due, completamente diverso dal nostro rapporto.
Mi
alzo, calpestando altri bicchieri
rotti, che ho scaraventato in precedenza sul pavimento.
Non so cosa volevo ottenere
distruggendo la sua collezione di alcolici, ma dovevo pur sfogarmi.
Raggiungo il bagno e mi sciacquo la
mano, il getto d’acqua è un sollievo, ma
dovrò disinfettarla.
Fortunatamente i pezzi di vetro non
hanno tagliato a fondo la carne.
Mi mordo il labbro e gemo quando il
disinfettante scende sulle ferite.
Fascio la mano e mi sento svuotata.
Tutta la rabbia che covavo è uscita
fuori, come un palloncino pieno d’acqua, è esplosa
all’improvviso.
E adesso non sento più nulla.
Solo una convinzione, che si ripete
come una litania, mi ronza nella testa.
È tutta colpa
sua.
ANGOLO
AUTRICE
Salve
a tutti! Vorrei fare qualche appunto su questa one shot.
Intanto,
sono una fan della serie, un paio di mesi fa, ho guardato in due
settimane
tutte le quattro stagioni.
Mi
sono innamorata da subito della trama e dei personaggi.
Lucifer,
in particolar modo, ma immagino che abbia stregato il cuore di molte
donzelle e
non solo per l’aspetto fisico, piuttosto per il carattere. Io
lo adoro.
Detto
ciò, sono anche una sostenitrice della LuciferxChloe.
Ma
la tentazione di creare un nuovo personaggio già serpeggiava
nella mia mente.
E,
dopo aver ascoltato una canzone, si è delineata questa
piccola fan fiction
nella testa.
Vorrei
chiarire che siamo in universo parallelo, in cui Lucifer e Chloe non
sono stati
“progettati” per mettersi insieme.
Non
hanno passato tutte le vicissitudini condivise nella serie.
Per
cui, fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo molto a un giudizio, anche
perché
sto valutando di scriverci su una fan fiction, ma solo se questa
otterrà un
discreto successo.
Vi
lascio con il link della canzone che mi ha ispirata.*
Vi
ringrazio anticipatamente se siete semplicemente venuti a dare
un’occhiata.
Nephy
*
https://www.youtube.com/watch?v=nCp4HK3FZDg
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