Finalmente liberi

di Junko890
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Finalmente liberi.

Ora ti ricordi di quel giorno in cui ti risvegliasti su un campo di erba fresca pieno zeppo di fiori colorati. Era una splendida giornata di Sole. Incominciasti a piangere, ti mancavano i tuoi genitori e soprattutto non ricordavi cosa fosse loro successo. Ti girasti e urlasti: -EIJI!-
Ti accorgesti che dormiva  con aria beata. Avevi sette anni, mentre tuo fratello, Eiji, ne aveva soltanto tre. Trascorresti giorni e giorni a cercare la tua famiglia, portando tuo fratello sulle spalle. Una notte lui ti chiese: -Edward...-
-Dimmi, Eiji-
-Ritroveremo mai mamma e papà? -
In quei giorni di viaggio capisti che non ti avevano mai apprezzato e che per loro eri solo un enorme peso, ma provasti in tutti modi a dirlo in modo più pacato. Abbassasti lo sguardo e rispondesti: -No, loro non ci sopportavano: per questo ora ci troviamo qui. Non mi hanno mai voluto bene, poi sei arrivato tu e hanno preso la decisione di abbandonarci.-
Eiji scoppiò a piangere e tu lo abbracciasti, consolandolo. La stessa, notte tu e tuo fratello eravate in una caverna. Sentisti dei passi, quei maledetti passi.
Dicesti: -CHI È?-
Una voce maschile, sconosciuta, ti rispose: -Che ci fate qui? Non avete una casa? -
-No, ci hanno abbandonato qui.- a rispondere fu tuo fratello con voce tremante.
Tu rispondesti a voce alta, nervoso: -EIJI! NON DEVI DIRE QUESTE COSE AGLI SCONOSCIUTI!-
L'anziano sembrò non curarsi del tuo nervosismo e ti rispose, con un sorriso contagioso: -No, no, ha fatto benissimo. Venite a casa mia per qualche giorno, poi vi troverò un posticino carino in cui farvi rimanere.-
Dopo molti tuoi rifiuti l'uomo ti convinse. Passarono giorni, settimane, mesi, anni e tutto risultava particolarmente tranquillo, fino a che non arrivò quel giorno. Mentre stavate apparecchiando, chiedesti un semplice: -Dove appoggio questi?-
E l'uomo ti diede uno schiaffo e ti fece schiantare al suolo; i piatti che avevi in mano caddero con te e si frantumarono a causa dell'impatto sul pavimento. Dopo ciò ti afferrò per i capelli, ti portò in camera tua e ti chiuse lì per settimane senza né cibo né acqua. Ogni giorno cercasti di scappare, ma fu tutto inutile... o almeno quasi tutto. Un giorno sentisti delle urla. 
-NO, TI PREGO SMETTILA!-
Urlasti il nome di tuo fratello e un'ombra varcò la soglia della porta, dopo che con un calcio venne sfondata. 
Era Eiji, sporco di sangue, che ti disse piangendo:
-L'ho ucciso. Io l'ho ucciso.... Non volevo che tu soffrissi ancora.-
Rimanesti a bocca aperta, incredulo che un'anima così pura avesse ucciso una persona. Iniziasti, tuttavia, a ridere, lo afferrasti per un braccio e scappaste assieme. 
Finalmente libero, arrivasti in quel prato nel quale sette anni fa ti risvegliasti e finalmente sentisti di nuovo l'odore della libertà che desideravi da tanti anni. Sussurrasti ad Eiji:
-Ora siamo liberi. Viaggeremo il mondo assieme e nessuno ci dividerà.-
Lui annuì. 
Dopo ciò vi gettaste a terra ad osservare le candide nuvole libere, come voi.

Angolo autore:
Ciao a chi è arrivato fin qui e grazie per aver letto. Questa è la mia prima storia basata su due dei miei OCs: spero non ci siano tanti errori, ma anche se ci fossero mi impegnerò nel correggerli. Ogni consiglio è ben accetto!

Alla prossima ^^ 




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