Titolo:
Silenzio in Biblioteca
Autore:
Liberty89
Genere:
Erotico
Rating:
Arancione
Personaggi:
Riku, Sora
Avvertimenti:
Lime, Yaoi, PWP
NdA: Ogni
tanto mi faccio viva e torno con… cose. Questa volta una PWP
(e non ne scrivevo da parecchio, va detto), scritta grazie a
un’immagine ricevuta dalla Auri e il titolo mi è
stato suggerito dal mio atlantideo preferito. Per cui, ringraziamenti
grandi e profusi a entrambi.
Buona lettura!
Disclaimer: i
personaggi di questa fic non mi appartengono e la fic non è
stata scritta a scopo di lucro.
Silenzio in Biblioteca
Qualcosa lo trattenne e lo trascinò nel buio di un angolo
della biblioteca. Non qualcosa, qualcuno.
Riconobbe il tocco di una mano sul suo avambraccio destro, mentre
l’altra si posò sulla sua bocca, bloccando il suo
grido sorpreso. Paperino e Pippo erano al piano di sopra, ignari di
quanto gli stesse accadendo. Sentì la porta aprirsi sulla
balconata e un breve avviso, poi di nuovo il muoversi leggero
dell’uscio che si chiudeva. Era rimasto solo. Circa.
“Sora” sussurrò al suo orecchio chi lo
aveva sequestrato. “Sono io, Riku”
Il ragazzo sgranò gli occhi, cercando di guardarsi alle
spalle, ma non vi riuscì a causa delle mani che lo tenevano
bloccato. Non c’era forza nella loro stretta, ma erano ferme
e restie a farsi spostare.
“Ah-ah” avvertì Riku. “Sono
qui per parlarti. Ascolta e basta. D’accordo?”
Sora annuì, restando comunque sul chi vive. Il suo migliore
amico era cambiato. Il loro scontro all’ingresso di quello
stesso castello ne era la prova. Cosa poteva volere da lui ora?
La mano che gli copriva la bocca si spostò a coprire i suoi
occhi e prese un respiro profondo. L’oscurità
prodotta da quel palmo lo rese stranamente cauto, il non vederci del
tutto frenò qualsiasi pensiero di fuga.
“Mi manchi, Sora” sospirò Riku,
sfiorandogli il collo con le labbra. “Mi manchi
terribilmente. Perché non vieni via con me?” Disse
poi. “Io non ti manco, forse?”
Confuso, Sora non sapeva come rispondere alle parole inattese
dell’amico. “Riku-“
Un bacio sul collo lo colse del tutto inaspettato.
“Riku- cosa” cercò di liberarsi della
mano ferma sui suoi occhi, ma non c’era verso.
La mano che gli stringeva il polso si alzò per spingerlo
contro il petto dell’altro, chiudendolo in una calda morsa.
Una scia di baci lo toccò fino alla nuca e il cavallo
dell’amico spinse appena contro il suo fondoschiena.
Deglutì a vuoto.
“Lo percepisco. Ti manco, esattamente come tu manchi a
me” soffiò di nuovo Riku, leccandogli il collo
subito dopo. “Forse, però, non è
tempo.”
Un brivido gli corse lungo la schiena, risvegliando sentimenti che a
causa di quel viaggio si erano assopiti. E purtroppo -o forse no?- non
solo quelli.
“Ah, forse è tempo per
qualcos’altro?” Il ghigno soddisfatto di Riku
scottava contro la sua nuca.
Sora non si rese del tutto conto del fatto che la mano di Riku gli
avesse lasciato il braccio e si fosse dedicata invece alla cerniera del
suo pagliaccetto, per poi scivolare sul suo petto nudo fin dentro
l’intimo.
Tremò e un ansito lasciò le sue labbra, quando
quelle dita inguantate si avvolsero attorno alla sua erezione e allo
stesso tempo, Riku strofinò la propria intimità
contro il suo sedere. In un attimo, ogni pensiero di fuga scomparve
dalla sua mente, sostituito da una voglia confusa che gli tinse le
guance di rosso.
Le dita di Riku si muovevano con precisione, allo stesso ritmo dei suoi
fianchi. Stuzzicavano ogni lembo di pelle dalla base alla punta, avanti
e indietro, aumentando la velocità al momento giusto. Senza
accorgersene, Sora si abbandonò contro il corpo di Riku e
appoggiò la nuca alla sua spalla.
Lo sentiva. Sentiva di essere vicino all’apice, ma il ragazzo
alle sue spalle sembrava saperlo meglio di lui: la mano sui suoi occhi
scese a coprirgli la bocca con forza proprio l’istante prima
che liberasse un gemito colmo del suo desiderio finalmente soddisfatto.
Allo stesso tempo, Riku si spinse contro il suo corpo, liberando se
stesso della medesima voglia.
Le labbra fredde di Riku lambirono il suo collo rovente, tremante per i
respiri spezzati, poi seguirono un percorso immaginario fino alla sua
bocca. Sora non negò quel bacio, anzi. Ne voleva ancora.
Ancora e ancora. E i suoi vestiti erano un fastidio di cui finora non
si era accorto, perché non se li era tolti?
Riku sorrise contro la sua bocca e si tirò indietro, fino al
suo orecchio. “Ora ti mancherò sicuramente.
Arrivederci, Sora”
Occhi sgranati e increduli, mezzo nudo e sporco, Sora si
ritrovò appoggiato contro il muro di quell’angolo
buio della biblioteca della Fortezza Oscura. Scivolò seduto
sul pavimento, passandosi il dorso della mano sulla bocca per
asciugarsi un rivolo di saliva.
Ancora con il fiato corto, Sora comprese che sì, Riku gli
mancava. Gli mancava terribilmente.
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