It start with a garden
Che sapore aveva la vendetta? Era dolce a fior di labbra, ma
tremendamente amara una volta scesa in gola.
Era come uccidere un serpente perchè ti ha morso, ma la
ferita non guariva. Crawley sentiva che Dio gli aveva fatto un torto,
e voleva ripagarlo con la stessa moneta. Voleva farlo sentire
impotente, fargli provare quel senso di frastornamento che colpisce chi
non ha più il controllo della situazione.
E l'aveva fatto. Aveva rovinato il suo delizioso Paradiso
Terrestre e macchiato di peccato Adamo ed Eva, che si erano subiti
l'ira di Dio. A Crawley era piaciuto tutto questo.
Si era sentito incontrastabile per
pochi attimi, e poi era rimasto di nuovo solo con quella sensazione di
impotenza, sentendosi più vuoto di quanto lo fosse
già.
Ma quel che fatto era fatto, lui aveva compiuto solo il suo lavoro.
Uscì
fuori dall'erba alta strisciando quasi pesantemente verso le mura di
pietra che circondavano tutto il Giardino.
Il serpente si
trascinò su, scorgendo una figura angelica dalle vesti
bianche e
i ricami d'orati.
Crawley si concesse qualche istante per osservarlo meglio, con le
pupille dilatate; era la guardia
poco sveglia di prima. I suoi occhi
erano più grandi e più azzurri, il suo incarnato
più
liscio, le guance più rosee e i capelli d'orati.
Crawley si era ormai convinto che gli Angeli fossero tutti uguali;
sempre rigidi, composti, e
dalle facce perennemente di bronzo, invece questa guardia poco sveglia
emanava qualcosa di diverso. Crawley gli passò accanto,
riprendendo le forme umane sotto il suo sguardo angelico.
''Questo si, che è stato proprio un bel fiasco.''
sussurrò il serpente più a se stesso che al suo
interlocutore. L'Angelo infatti lo guardò interrogativo.
''Scusa, cosa stavi dicendo?'' Crawley
alzò gli occhi al cielo, non gli piaceva ripetere le cose. ''Dicevo,''
si voltò verso di lui. ''questo... è stato
proprio un bel
fiasco.'' ripetè, lo vide annuire. ''Ah. Si.''
Ci fu una leggera folata di vento che fece da carezza ai due esseri
celestiali. Crawley chiuse per un attimo gli occhi, beandosi della
freschezza tra le piume nere. Laggiù non c'era un aria
così pulita e fresca.
''Secondo me, è stata una reazione fin troppo eccessiva.''
con quella frase si era beccato uno sguardo quasi incredulo da parte
dell'Angelo che subito tentò di scacciare, ma lui se ne
accorse. ''Non capisco... cosa ci sia
di sbagliato nel conoscere la differenza tra il bene e il male.'' disse
Crawley, più serio di quanto volesse apparire.
Lasciò che
l'Angelo riprendesse la parola, anche perchè... sentiva di
poterci avere tranquillamente uno 'scambio d'opinioni.'
''Beh, dev'essere per forza... sbagliato,
uhm-''
''Crawley.'' si presentò infine il serpente.
''...Crawley,''
l'Angelo ripetè il suo nome, e il demone si accorse di come suonasse
bene in quella voce angelica. ''uhm, altrimenti... non
li avresti indotti alla tentazione.'' concluse la guardia un
po' turbato.
Crawley
alzò le spalle e, scuotendo leggermente il capo,
semplicemente disse, ''Mmh, mi hanno solo detto ''sali e combina qualche casino.''
''Sei un Demone,
è
quello che fai.'' disse l'Angelo, col tono di qualcuno che diceva
qualcosa di ovvio e scontato. Crawley non avrebbe dovuto offendersi,
ma il modo in cui lo disse...
Stupido Angelo...
''Però ammettilo, non è stata una
mossa
intelligente.'' affermò Crawley. ''Insomma, mettere un
Albero
con sopra scritto NON TOCCARE, mmh,
perchè
non metterlo sulla cima di una montagna, o sulla Luna?'' durante quel
monologo gli occhi dell'Angelo si alzarono più volte al
cielo, per cercare un piccolo aiuto da Lassù per uscire da
quella
conversazione strana, interessante, sì, ma comunque strana.
Poteva capire il pensiero del demone, ma condividerlo...
''Viene da chiedersi quale sia il Suo
vero piano-''
''Meglio non fare troppe ipotesi. Fa parte del Grande Piano e non
dovremmo fare speculazioni.''
disse l'Angelo, mentre il demone faceva ciondolare un poco il
capo
a destra e a sinistra, non sembrava dare peso alle parole
della
guardia. ''E' Ineffabile.''
Crawley si lasciò scappare una risatina aspra. ''Ineffabile...''
sputò quella parola quasi con veleno.
''Si, esattamente.'' ripetè l'Angelo.
''E' al di la' della nostra comprensione, va' al di fuori
della nostra portata, e incapace di essere omesso a parole...''
Ma a Crawley quelle parole sembravano un eco lontano, perchè
il
suo sguardo puntato sull'Angelo era sceso verso il basso, notando
che... c'era qualcosa che non andava. Un piccolo dettaglio che prima
gli era saltato all'occhio, di sfuggita, ma che non gli aveva dato
molto peso. Con le sopracciglia aggrottate, all'improvviso Crawley
chiese;
''Ma non avevi una spada di fuoco?''
All'improvviso, il silenzio. Il bel viso dell'Angelo, colto alla
sprovvista, si dipinse di un espressione colpevole.
''Ce l'avevi! Si accendeva come niente, che fine ha fatto?'' chiese il
demone.
I bei occhi dell'Angelo puntarono verso il basso, tentava di ribattere
ma ne uscì solo qualche balbettio confuso.
''Oh, l'hai già persa, vero?'' insistette.
Questa volta l'Angelo rimase in silenzio, rigirandosi i pollici. Il
demone decise di rimanere zitto, e di non andare avanti con quel
discorso.
Va bene, stupido Angelo
poco sveglio, tieniti pure i tuoi segreti-
''L'ho data via...''
Il capo di Crawley scattò veloce nella sua direzione,
facendo muovere la chioma rossa a quel movimento improvviso. ''Tu, cosa?''
''L'ho data via!'' esclamò l'Angelo, con aria stizzata e
desolata insieme. Il demone invece lo stava fissando con aria
sorpresa... e rapita.
''Ci sono animali pericolosi, la tempesta sta per arrivare... e lei
è anche incinta...!''
Crawley non si accorse che i suoi occhi si erano
spalancati, le
iridi verticali talmente dilatate che per la prima volta sembravano
quasi rotonde, di avere un'espressione ridicola, e un
sorrisetto
quasi da ebete. Il fatto che un Angelo avesse
disubidito ai Suoi ordini gli stava facendo perdere la testa, le sue
ali tremarono un poco, eccitate,
senza che lui volesse.
''Così ho detto, 'ehi,
eccovi, una spada di fuoco. Non ringraziatemi, e sparite prima del
tramonto,'
Lo trovava un gesto sciocco, stupido, rischioso, ma anche
trasgressivo, e per questo... tremendamente
affascinante agli occhi di Crawley.
Cercò di darsi un contegno, di trattenere le sue ali,
cacciò l'aria che incosciamente aveva trattenuto per tutto
quel
tempo, mentre una nuova sensazione si faceva strada dentro di lui, e
ancora non riusciva a smettere di sorridere. Non sapeva cosa fosse...
cosa stesse sentendo.
Una smorfia preoccupata velò il viso dell'Angelo. ''Io...
spero di non aver fatto la cosa sbagliata.''
''Oh, sei un Angelo,
non puoi
fare la cosa sbagliata.'' replicò Crawley con evidente
sarcasmo
che però l'altro non colse. Infatti sospirò
sollevato e gli
sorrise, non uno di quelli finti, falsi, enigmatici. Uno di quelli
veri, sinceri e privi di malizia, e Crawley era sicuro di non aver mai
visto un altro angelo sorridere in quel modo. ''Oh, grazie, grazie!''
disse con entusiasmo l'Angelo, calmatosi un poco. ''Mi stavo
preoccupando.''
Per un po' entrambi fissarono davanti a se', in lontananza tremava la
fiamma accessa della spada che, ora, Adamo stava sferrando contro una
belva per proteggere la sua amata.
''Anche io lo sarei...'' sussurrò Crawley, ''il fatto
è...'' si interruppe, indeciso se aprire confidenza con
quello
strano Angelo. ''Il fatto è che anch'io sto continuando a
chiedermi se la faccenda della mela fosse una... cosa giusta. Uno come
me rischia di cacciarsi nei
guai... se fa la cosa
giusta.''
Un pensiero parecchio esilarante sfiorò la mente del demone,
''Sarebbe... divertente se avessimo sbagliato entrambi, sai? Se io
avessi fatto la cosa giusta e tu quella sbagliata.'' rise di gusto
davanti alla faccia sconvolta e, leggermente rossa per l'imbarazzo,
dell'Angelo. ''No! No, non sarebbe... divertente!''
Crawley smise di ridere, fingendosi offeso dall'esclamazione della
guardia, volgendo lo sguardo dall'altra parte.
In lontananza si udirono i tuoni accompagnati da nuvole nere come la
pece, e le prime gocce iniziarono a cadere. Crawley sussultò
sentendo la prima goccia cadere sul suo viso, poi
un'altra, un'altra,
e un'altra, e... poi niente. Vide un ombra sopra la sua testa
e, alzando lo
sguardo, vide che l'Angelo lo stava riparando con una delle sue ali
bianche. Il demone volse il capo verso la sua nemesi, piacevolmente
colpito.
Perchè
sorprendersi per quel gesto? Lui era un Angelo, provare
empatia verso
il prossimo era totalmente nella norma, eppure per un istante,
solo per un istante, Crawley sperava che l'avesse fatto
perchè... volesse farlo, e non perchè era scritto nel suo
DNA.
La pioggia crebbe d'intensità e costrinse Crawley ad
avvicinarsi
di più all'Angelo e, senza farlo apposta, una delle sue ali
sfiorò le vesti candide della guardia. Erano vicinissimi,
tanto che le loro spalle si toccavano.
''...Aziraphale.''
''Come?''
L'Angelo si voltò, sorridente, verso colui che avrebbe
dovuto essere il suo acerrimo nemico. ''Ho detto, mi
chiamo Aziraphale.''
mormorò a voce bassa, dolce come tutti gli Angeli ed allo
stesso tempo come nessuno.
Ancora quella
sensazione, più intensa che mai, accompagnato da uno strano
rumore che era dentro di lui, e allo stesso tempo intorno a lui. Un
suono sottile ma percettibile, qualcosa che pulsava contro il suo
petto. Un sentimento che, per una creatura dannata come lui, risultava
indefinibile, indescrivibile, intraducibile...
Quando era in Paradiso, Crawley aveva domandato se un Angelo potesse
amare una creatura più dell'altra.
Dio gli aveva risposto che tutti gli Angeli amano tutte le creature e i
loro simili in egual misura, che tutti avevano tanto amore nei loro
cuori, diviso equamente tra loro.
Crawley però disse che non meritavano tutti lo stesso amore,
siccome gli Angeli erano diversi. Un pensiero che aveva offeso
profondamente Dio, il quale rispose che si, sono tutti diversi, ma
questo non significava che ce ne fosse uno più meritevole di
un altro. Che non ci fosse uno di loro migliore di un altro.
Ma Crawley era convinto che poteva amare qualcuno più di un
altro, e viceversa. Lì aveva peccato di Superbia, e aveva
dovuto chiedere perdono per tale pensiero.
Ora si chiese se quella guardia poco sveglia, se quell'Angelo,
Aziraphale,
potesse amare uno come lui più di ogni altra creatura.
Perchè Crawley era sicuro di amare quell'Angelo, il suo
opposto, la sua antitesi, più di qualsiasi altra cosa.
In modo... ineffabile.
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