San
Giovanni d'Acri
Settembre
1217
Le
prime navi della flotta cominciarono a delinearsi all'orizzonte, con
le galee che punteggiavano di scuro il mare azzurro di Outremer. Con
il vento a favore, ben presto le imbarcazioni si fecero più
vicine,
a centinaia, a migliaia, le vele gonfie di vento e le polene scolpite
a guisa di creature marine.
Yolande
aveva solo cinque anni allora, ma non dimenticò mai lo
stupore che
provò nell'ammirare quello spettacolo affascinante e
inquietante
allo stesso tempo. Ricordava che la sua balia, una ragazza francese
di nome Yvonne, l'aveva portata nel cortile più alto del
castello,
dove si erano radunate buona parte delle dame e dei paggi di corte.
Yolande, in braccio a Yvonne, ascoltava distrattamente le chiacchiere
eccitate delle dame intorno a lei. La sua attenzione era tutta su
quel nugolo di navi che sciamavano sulle limpide acque del mare che
le era tanto familiare. Quelle navi trasportavano un grande esercito,
lo aveva sentito dire. Ma per esserne del tutto sicura chiese a sua
cugina Anais, di cui si fidava ciecamente e nei confronti della quale
provava un'adorazione infantile. Anais era grande ai suoi occhi,
aveva già dodici anni. E per Yolande era perfetta in tutto.
“Anais...”
la chiamò allungando una manina verso di lei e toccandole la
spalla.
Anais alzò gli occhi e le sorrise.
“Cosa
c'è Yolande? Vuoi scendere? Vuoi che ti prenda in braccio
io?”
La
bambina annuì, contenta. Voleva bene a Yvonne, ma preferiva
sempre
la compagnia di Anais a quella di chiunque altro. La ragazza
allungò
le braccia e Yvonne le consegnò la piccola regina di
Gerusalemme,
che si strinse alla cugina e aspirò il profumo dei suoi
capelli
d'ebano. Anche se erano figlie di due fratelli, Yolande e Anais non
potevano essere più diverse l'una dall'altra. Anais aveva
ereditato
la bellezza materna: la pelle olivastra e gli occhi scuri e intensi,
che la facevano sembrare una saracena. Sua madre, Albiria
d'Altavilla, era la figlia del re Tancredi di Sicilia, ultimo re
della dinastia Altavilla che si era visto rubare il trono
dall'usurpatore Enrico di Svevia.
Yolande
invece era di costituzione esile e delicata. I suoi capelli biondi e
la pelle chiara erano un retaggio della madre che non aveva mai
conosciuto: Maria, regina di Gerusalemme prima di lei, che era morta
pochi giorni dopo la sua nascita, consumata dalla febbre puerperale.
“Anais,
è vero che il re d'Ungheria è su quelle
navi?” chiese Yolande
scostandosi dal viso un ricciolo biondo che era sfuggito alle trecce.
“Sì
è vero, mon petite oiseau. I re sono
finalmente pronti a
cominciare la santa crociata.”
Yolande
ci rifletté qualche istante, portandosi un dito alla
guancia. “Ma
perché hanno bisogno di tante navi? Cosa se ne
fanno?”
Yvonne
rise e le diede un buffetto sulla guancia.
“Il
re non è solo, votre altesse. Ci
sono tanti nobili e
tanti soldati che lo accompagnano.”
“E
perché i re sono venuti tutti ad Acri? Non si trovavano bene
nei
loro regni?”
“Oui,
anche troppo bene. Ma se non fossero venuti qui non
potrebbero
strappare il Santo Sepolcro agli infedeli.”
Le
navi erano ormai prossime alle mura della città, e Yolande
le
guardava affascinata. Non aveva immaginato che fossero così
grandi!
E il re d'Ungheria si trovava su una di queste... la bambina
cercò
di indovinare quale. Scoprì che bastava cercare i vessilli
che
garrivano al vento, anche se ondeggiavano talmente forte che era
difficile fissarvi sopra lo sguardo. Sapeva che lo stemma di suo
padre era uno scudo a settori bianchi e azzurri, ma quelli che
individuò non li conosceva.
“Anais,
a chi appartiene quello stemma con i leoni che stringono un
cuore?”
“Quello
su uno sfondo a strisce bianche e rosse? Non saprei...”
“Io
lo so, vostra grazia”, intervenne un giovane paggio.
“Quelle sono
le truppe del re Andrea d'Ungheria, alleato di vostro padre in questa
nuova crociata. E lì ci sono le truppe del duca Leopoldo VI
d'Asburgo. Si uniranno alle truppe di vostro padre e a quelle di Ugo
di Cipro proprio qui, ad Acri. Ecco, vedete che le porte della
città
vengono aperte. Vostro padre e Ugo si stanno recando a dare il
formale benvenuto ai re crociati...”
Yolande
li osservò rapita per qualche istante, prima di rivolgersi
di nuovo
alla cugina.
“E
pensi che riusciranno a liberare Gerusalemme questa volta?”
Il suo
tono era colmo di infantile ardore. Forse era ancora troppo giovane
per comprendere l'importanza della città santa, del suo
valore
economico, strategico e militare. Ma era abbastanza grande da
comprendere ciò che quella città, ambita
dall'intera cristianità,
significava per la sua corona.
Ci
riusciranno”, rispose Anais fiduciosa, “toglieranno
la città
santa agli infedeli. Non possono fallire.”
Nota
dell'autrice: Premetto
che
questa storia può considerarsi un esperimento, nel senso che
anche
avendo chiara la trama, non so ancora bene come debba svilupparsi.
Forse vi chiederete come mai abbia deciso di trattare un personaggio
storico così particolare come Isabella II, aka Yolande,
effimera
regina di Gerusalemme. Ebbene, la curiosità per questo
personaggio
(forse il primo personaggio storico a cui mi sia interessata) nasce
dalla lettura in giovane età di un bellissimo romanzo di
Bianca
Pitzorno chiamato “La bambina col falcone”,
ambientato all'epoca
di Federico II, e in cui personaggio molto marginale è
appunto
Yolanda di Brienne. Per me questa regina rappresenta un po' l'emblema
di tutte le donne dimenticate dalla storia, schiacciate dagli uomini
e dal contesto in cui vivevano. Probabilmente questa sarà
una long
breve, non so ancora quanto, e non so nemmeno se potrà
interessare a
qualcuno. Però, dopo anni di tentennamenti, ho deciso di
iniziarla
proprio con l'intento di dar voce a quelle figure storiche femminili
che nelle pagine dei libri di storia non hanno trovato posto. Che
dire, spero che vi piaccia e che vorrete farmi sapere che ne pensate.
Un
abbraccio a tutti
Eilan
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