Clessidra

di Iras
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Scorge l’orizzonte
sotto la rena rovente,
l’ultimo raggio accecante
brilla su maree consunte.
 
L’occhio cieco anela,
ansima risposte
di domande non chieste.
Sibila sopra, sotto e dentro
la sabbia che lenta cade
nel rudere che decade.
 
Questiona ogni antro,
ma a sé stesso non pone.
Tempo perso il suo,
vanesia ragione.
 
Boccheggia, annaspa,
striscia il reo
da ineluttabile decisione.
Ricerca incapace
ciò che appare,
dimenticando l’esistenza,
trascurando l’avvenire.
 
Divertimento.
Solo questo ha vissuto
nel vuoto dei suoi vent'anni.




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